Se la ‘ndrangheta conquista le aree interne!
Operazione “Six Towns”: 36 arresti fra capi e affiliati alla ‘ndrangheta.
Setacciate le aree di Belvedere Spinello, Rocca di Neto, Caccuri, Cerenzia e Castelsilano, San Giovanni in Fiore
Attenzione, caduti gli ultimi bastioni antimafia, cioè le aree interne, la Calabria avrà perso definitivamente la battaglia contro la criminalità organizzata. E gran parte del territorio della regione sarà caduto in mani mafiose.
San Giovanni in Fiore è da sempre una città sana, fatta di gente sana, ma i clamorosi arresti di questi ultimi giorni hanno creato sconcerto e stupore in tutta la città.
Le cosche sono penetrate anche in quest’angolo meraviglioso della Sila, dove il crimine raramente aveva osato tanto. Ma i primi segnali, del tutto sottovalutati, si sono visti già qualche anno fa.
Ma questo è un campanello d’allarme per tutta la Calabria: le cosche stanno penetrando anche nelle aree interne finora ritenute non interessanti per la criminalità organizzata. Un campanello d’allarme per tutte le istituzioni, per l’opinione pubblica, per la politica che sembra sempre più spenta, immobile.
Stiamo perdendo gli anticorpi sociali e culturali che finora, in tante parti della Calabria, hanno fermato l’avanzata del crimine. Ora anche le aree interne stanno mollando.
Le istituzioni hanno però sottovalutato l’allarme degli ultimi anni sull’avanzata della ‘mafia dei boschi’. Nessuno ha voluto ascoltare il grido di dolore di tanti sindaci, che hanno visto e subìto l’avanzata della criminalità che agisce con ferocia, controllando intere isole naturali.
Dove nessuno vede, nessuno sente, nessuno reagisce.
Affari milionari, il patrimonio boschivo devastato, cosche che dominano con spavalderia e spesso con tante complicità locali.
Ora la magistratura inquirente sembra conoscere tutto quello che è accaduto. E sembra reagire.
Ma la Calabria appare ormai rassegnata.
Le cosche avanzano ovunque, la mentalità mafiosa si espande, le difese crollano.
La caduta delle ultime ‘isole felici’ è una drammatica conseguenza del disinteresse generale.
La ‘ndrangheta ha bisogno di nuovi spazi di movimento e tenta il controllo di nuovi settori economici: l’agricoltura calabrese è entrata fra questi obiettivi, come è accaduto per il turismo. Mentre il settore dei rifiuti, l’usura, il traffico della droga, vivono da sempre sotto il pesante condizionamento criminale.
La Calabria deve reagire. Nei prossimi 2-3 anni un fiume di denaro pubblico scivolerà sui nostri territori. Senza una forte reazione delle istituzioni e senza una barriera sociale e culturale, quel fiume di denaro finirà in mani criminali.