Se la Lega riapre il parlamento del nord, noi torniamo briganti!
“La Lega riapre il parlamento del nord”, è la notizia ‘clamorosa’ che leggiamo all’indomani della fine del governo Berlusconi-Bossi-Tremonti! Una notizia banale, a tratti volgare, da ignorare se non fosse l’ennesima provocazione di una banda scellerata che dopo aver occupato le istituzioni nazionali, adesso cerca una nuova verginità. E pensa cosi di far dimenticare i fallimenti e le malefatte leghiste!
La voglia di tornare briganti, ti viene dopo aver assistito allo scippo di 30 miliardi di euro di fondi per le aree sottoutilizzate: dalla Calabria agli allevatori del nord, ai debiti dei comuni di Roma e Catania, a qualche porto, strada, lago del nord.
Briganti, dopo aver visto la Calabria senza nemneno un ministro o uno straccio di sottosegretario nel governo Berlusconi; e ancora di più ritorniamo briganti quando sono entrati, in zona cesarini, un bel manipolo di calabresi in quel governo, e quando Gentile è diventato il vice di Tremonti, e dopo la gaffe di Misiti sul Ponte, e quando a Belcastro hanno affidato la delega all Ambiente. Quando il troppo…è troppo davvero!
Briganti con le armi in mano quando Loiero, come Misiti, ha inseguito decine di partiti alla ricerca eterna di un posto in prima fila, ha poi governato la Regione, e l’ha consegnata Scopelliti. Buon viaggio Agazio!
Ritorniamo Briganti quando vediamo quei ragazzi calabresi emigrare senza speranza di poter ritornare, e quando un clan di imbecilli violenti, sega, letteralmente sega un migliaio di piante di ulivo, senza che nessuno abbia sentito un piccolo rumore di sottofondo da far scattare lallarme.
E ritorniamo briganti quando vediamo venire alla luce il Modello Reggio, che per il TgCalabria non è mai esistito.
E quando vediamo Tremonti venire in gita col treno, in Calabria, per scoprire che i nostri treni (ce ne sono ancora in circolazione?) vanno più lenti dei moscerini ( e non ha ancora visto la Salerno-Reggio Calabria. Ma lui con il taglio dei treni e con le risorse scippate al sud e alle sue infrastrutture non c’entra niente, ma proprio niente!).
Ritorniamo briganti quando ricordiamo lo scandalo dellIstituto papa Giovanni retto da uno spregiudicato monsignore, e quando leggiamo le storie scandalose di un frate cappuccino.
Ritorniamo briganti quando qualcuno a Roma ( o meglio a Milano o Torino) ti dice: sa che lei non sembra un calabrese?
Brigante se more.
Ammo pusato chitarre e tammorre
ca chesta musica sha dda cagná
simmo briganti e facimmo paura
e ca scupetta vulimme cantá.
Vorremmo tornare tutti briganti. Per avere una Calabria che torni allantico, quando tradizioni, storie e cultura avevano un peso, quando Cassiodoro, Gioacchino da Fiore, Leonzio Pilato, Bernardino Telesio, Tommaso Campanella avevano molto da dire alla cultura europea. Quando facevano politica Fausto Gullo, Antonio Guarasci, Giacomo Mancini, Francesco Principe, Riccardo Misasi, Italo Falcomatà.
E di Scopelliti per fortuna ancora non cera traccia nè sospetto (e si vedeva).
Tutt´o paese la Basilicata
se cetato e mo vonn luttá
pur a Calabria mó sha arrevotata
e ò Piemontese vulimmo cacciá
Omo se nasce brigante se more
ma fino all ultimo avimma spará
e si murimmo menate nu ciore
e na jastemma pe sta libertà