Scala Coeli. La discarica mai ultimata e mai collaudata al centro di un possibile ‘scandalo’ tutto calabrese.
L’on. Laratta sul sito ‘incriminato’: Chi ha autorizzato, come e perché il conferimento di rifiuti solidi urbani in un sito nato per rifiuti speciali non pericolosi!La discarica di Scala Coeli (Cs), nata come sito per rifiuti speciali non pericolosi, iniziata e mai ultimata né tantomeno collaudata, sarebbe stata scelta dal Commissario per l’Emergenza Rifiuti, in concorso con l’Assessorato regionale all’ Ambiente, quale discarica per rifiuti solidi urbani. Sono notizie di stampa che sembrerebbe il Commissario stesso, Speranza, non poter confermare. Ma i dubbi restano tutti, visto che il Commissario non ha mai smentito la notizia.Le coltivazioni Bio presenti nel territorio di infuenza della discarica, non sono mai state prese in considerazione dal Dipartimento Politiche per l’Ambiente della Regione, il quale ha inteso revocare la sospensione dei lavori della discarica, prendendo per buono le deduzioni della società BIECO (che sta realizzando la discarica) in palese contrasto con le certificazioni di Enti Pubblici intervenuti nell’iter autorizzativo e nella fase della realizzazione (Provincia Cosenza, Arpacal ecc ecc).C’è grande preccupazione in un’area destinata a coltivazioni a marchio DOP, BIO e DOC, che si affaccia su un mare (quello di Cariati) che ha avuto per il terzo anno consecutivo la Bandiera Blu, e che pertanto sarebbe del tutto incompatibile con una discarica di rifiuti.Secondo l’on Laratta, ci troviamo nel mezzo di un autentico giallo, che però nasconde l’incapacità di Regione e Commissariato di uscire dall’emergenza in cui si trova la Calabria per lo smaltimento dei rifiuti. Ma si tratta di un film già visto. La Regione è stata sorda, cieca e muta quando il parlamento (assenti i deputati pdl della calabria) ha discusso la relazione Pecorella sul ciclo rifiuti in Calabria. Era il 2011, e sin da allora il parlamento lanciava l’allarme per la nostra regione, che si candidava a subire la stessa sorte di Napoli! La relazione Pecorella venne poi approvata all’unanimità, ma nonostante questo la Regione Calabria non ha inteso muovere alcun passo per evitare di scivolare nel baratro in cui ora ci troviamo.E’ necessario sottolinerare che alla discarica si giunge attraverso una mulattiera, in condizioni pessime, interrotta in più punti da un torrente. Strada che non ha mai avuto autorizzazione per la sistemazione da parte degli enti preposti.Si naviga a vista mentre la Calabria è sommersa dai rifiuti. Ma pensare di aprire e utilizzare una discarica mai ultimata, mai collaudata, in un’area di particolare valore economico, agricolo, turistio è una cosa priva di qualsiasi logica. Una violenza ad un territorio che vive e si regge proprio grazie ad agricoltura di qualità e al turismo.