Salute negata in Calabria. Chiudono i piccoli ospedali calabresi. Forti tagli per gli ospedali di montagna.
“Chiude l’ospedale di frontiera’ di Trebisacce, a fortissimo rischio quello di un’altra zona di confine, Praia a Mare; chiudono gli ospedali di San Marco Argentano, Lungro, Cariati (destinati ad avere una funzione scarsissima!), molto a rischio quelli di Paola e Rogliano. Depotenziati al massimo (di fatto saranno delle piccole cliniche di periferia) quelli di due grossi centri di montagna, Acri e San Giovanni in Fiore (quest’ultimo il più popoloso comune di montagna in Italia). Dal cosentino al catanzarese: sorte segnata per i presidi di Soveria Mannelli e Serra s. Bruno. Intanto i pazienti tornano in barella nei corridoi (come 40 anni fa) e le donne in attesa di partorire vagano per la Calabria in cerca di un punto nascita disponibile. Il personale medico dei Centri soccorso meriterebbe una medaglia d’oro alla resistenza! Ma a scoppiare letteralmente soni grandi ospedali rimasti in vita: a Cosenza si rischia il morto quotidianamente”. Ma c’è un altro grave rischio che corre questa volta la regione Calabria con il suo forsennato piano di tagli e soppressioni. Il rischio è quello che non riuscendo la regione e pagare il conto salatissimoa quelle regioni che curano i pazienti calabresi (quasi tutte del nord), queste si attrezzano per rifiutare i ricoveri dei calabresi nei loro ospedali! E sarà un dramma nel dramma! Infatti, uno dei primi effetti che sta producendo il Piano di rientro del Commissario Scopelliti, è l’aumento dell’emigrazione sanitaria: tutti dirottati verso nord, a far ricche le casse della altre regioni. Perché in Calabria la sanità è ormai negata. A rischio è anche la tenuta civile e democratica dei piccoli e medi comuni calabresi. Lo Stato, la Regione, stanno smantellando tutto: dalle scuole ai servizi postali, dagli uffici pubblici alle stazioni ferroviarie, ora anche le cliniche e i piccoli ospedali. Stanno cancellando tutti i servizi in buona parte dei territori della Calabria, soprattutto nelle aree interne e nei comuni medio-piccoli, che si avviano verso un’accelerazione del processo di spopolamento iniziato da alcuni anni. Tanti comuni si trasformeranno in ospizi per vecchi. Per poi divenire,nei prossimi decenni, dei veri e propri paesi fantasma. I tagli andavano fatti, gli sprechi eliminati; non c’è dubbio su questo. Ma un piano di questa portata andava discusso e condiviso, anche per verificare le conseguenze sulle popolazioni, sulla tenuta sociale di molte aree calabresi. Il Piano di Scopelliti ha solo tagli e soppressioni, non ha un progetto e una prospettiva di rilancio dei servizi ai cittadini, soprattutto in un settore come la sanità. Questo Piano sta affossando lla Calabria.