S.Giovanni in F. / In 450 chiedono garanzie precise per essere avviati al lavoro
Centinaia di disoccupati rioccupano e danneggiano il palazzo comunale
SAN GIOVANNI IN FIORE La calma apparente che si era registrata negli ultimi giorni sul fronte delle proteste da parte dei disoccupati è stata infranta dalla rabbia e dal rumore delle vetrate del Palazzo comunale. Dopo l’occupazione avvenuta ieri pomeriggio, infatti, è esplosa in tutta la sua drammatieità la rabbia dei 60 lavoratori che reclamano un lavoro. Gli occupanti, barricatisi dentro, hanno cominciato ad infrangere i vetri e le suppellettili. Davanti al Comune si sono radumate circa duemila persone in segno di solidarietà per la lotta che gli operai stanno conducendo. Sul posto sono confluiti decine e decine di carabinieri e poliziotti che hanno bloccato le strade di accesso al Municipio. I disoccupati h mno fatto sapere che non intendono desistere, ma che anzi se non saranno accettate le loro riehieste sono pronti ad attuare azioni di protesta ancora più dure e radicali. Ma cerchiamo di capire come si è giunti a questa situazione. E’ stata, quella appena trascorsa, una settimana di tregua e di tensione. Dopo l’impegno da parte della Regione di concedere ai disoccupati di San Giovanni in Fiore un contributo di 500 milioni di lire, sono trascorsi giorni di intensi e tesi confronti all’interno del movimento dei disoccupati. Il tutto incentrato sull’awio al lavoro di un gruppo di disoccupati che con i fondi promessi dalla Regione avrebbero effettuato alcune giornate lavorative. Il movimento dei disoccupati, formato da 450 persone, ha ritenuto insufficienti i 500 milioni promessi. Ed in effetti con questa somma non avrebbero lavorato che poche decine di persone per un paio di mesi. Troppo poco per spegnere la sete di lavoro di San Giovanni in Fiore. Nella mattinata di ieri vi è stato un lumgo ed infruttuoso incontro con il commissario prefettizio e con la squadra di funzionari che amministrano in questa fase il Comune. Nessun accordo per l’avviamento al lavoro: il movimento dei disoccupati chiedeva l’impegno chiaro per avviare al lavoro tutti i 450 disoccupati che si sono organizzati in queste ultime settimane e che hanno condotto la dura protesta nei giorni scorsi. Il commissario Gonzales ha affermato che con quella cifra era impossibile dare lavoro a tanta gente. Nessuno, inoltre, potrà garantire per il futuro. Ed è questa la cosa che più preoccupa i disoccupati, i quali temono, una volta passata questa fase calda che coincide anche con le elezioni politiche, di finire presto nel dimenticatoio. 500 milioni per San Giovanni in Fiore non sono altro che una goccia d’acqua in un deserto. Il sindacato fino a ieri era riuscito a controllare il movimento e a guidarlo, ora teme di non poter più mantenere la calma. I rischi sono notevoli per la tenuta dell’ordine pubblico. Nei giorni precedenti si è evitato per un soffio l’intervento della forza pubblica che in questa fase potrebbe rappresentare una scintilla in grado di far esplodere un incendio. Cosa fare a questo punto? Il commissario prefettizio sostiene di non essere più in grado di lavorare e teme di perdere anche quei progetti in favore dei disoccupati che il Comune deve portare a termine in questi giorni; dalla Regione non giungono segnali in favore di un nuovo intervento finanziario. Ma la «capitale della Sila» con i suoi 20 mila abitanti ed una collocazione geografica difficile, ha bisogno di risorse notevoli ed urgenti per affrontare il dramma lavoro prima che scoppino nuovi e incontrollabili moti