Renzi ha il dovere di rifondare il Pd al Sud
Il Sud non ha problemi di risorse finanziare: ce ne sono anche troppe. Ma come accade dagli anni ’70, non vengono utilizzate o vengono male utilizzate da classi dirigenti del tutto inadeguate. Ci sono i soldi ma non c’è capacità e nemmeno qualità della spesa. Sta tutto qui il dramma del Meridioni d’Italia.
E così il Sud sta morendo, i giovani si vedono costretti ad emigrare in massa, la corruzione sta devastando le istituzioni. Il tutto nel tombale silenzio generale. Continuando così, regioni come la Calabria fra trent’anni si trasformeranno in una enorme casa di riposo. Nonostante le straordinarie bellezze naturali, storiche, culturali. Senza nuove generazioni non ci sarà mai futuro.
Alle primarie dem del 30 aprile (possiamo dire tutto il male possibile, ma il Pd è rimasto l’unico partito che si muove negli ambiti dei principi democratici), è Matteo Renzi il solo leader che può vincere, che nonostante i suoi limiti caratteriali, può guidare il partito e anche un futuro governo democratico per rilanciare il Paese. L’unico leader di statura europea.
Tutto attorno ci sono gregari, alcuni di bassa qualità, mentre buona parte della classe dirigente nazionale appare sempre più inadeguata. C’è stato un buon ricambio ma non sono emerse particolari personalità politiche, salvo alcune importanti eccezioni.
Nel Sud il Pd semplicemente non esiste: e lo stiamo dicendo da anni. Ma la cosa sembra non interessare nessuno.
E la colpa più grave dei vertici del Pd nazionale è quella di avere ignorato quanto accade nei territori, quanto accade nel Sud. Hanno lasciato morire il Pd miseramente, senza nemmeno porsi il problema, senza intervenire con forza e determinazione. Troppi cacicchi, troppa autoconservazione, troppi riti e rituali di un tempo che ormai non c’è più. Non è questo il Pd di Matteo Renzi, non è questo che il Sud si aspettava e avrebbe meritato. Ci sono tante buone energie, ma vengono tenute ai margini.
Con Renzi, ma perchè si impegni seriamente a modificare il sistema di selezione della classe dirigente del Pd, la scelta degli uomini nelle istituzioni, l’accesso al partito, i candidati alle diverse elezioni, la scelta dei sindaci e dei presidenti. Se non si interviene su questo, non c’è futuro per il Pd. E non stiamo parlando solo del Sud.
Individuare le migliori energie cui affidare il futuro delle regioni meridionali, a iniziare dalla Calabria dove la sofferenza è estrema e i risultati sono sempre più drammatici, è la priorità assoluta.
Senza un partito radicalmente riformato, senza una drastica rottura con il passato, senza avviare un percorso di qualità e di competenze, non c’è futuro. Senza lavoro non c’è futuro. Senza innovazione non può esserci speranza di crescita.
E, nonostante errori e ritardi, Matteo Renzi è l’unico vero leader che ha il Paese in questi anni difficili e complicati. Oltre c’è solo il buio.
Ma se lo ricordi bene: al Sud si gioca la vera battaglia del Paese.