Regione, uno scatto o è finita!
La situazione che sta attraversando la Calabria in questo periodo, è a dir poco inedita e allarmante.
Davanti ad una condizione economica e sociale devastata; davanti ad una lunghissima recessione che ha portato alla povertà migliaia di persone e alla scomparsa di centinaia di imprese; davanti ad una fuga senza precedenti di migliaia di giovani e meno giovani, alla ricerca di come e dove guadagnarsi un pezzo di pane, assistiamo ad un’improvvisa e imprevedibile crisi della politica calabrese. Una crisi gravissima che coinvolge il Pd, diviso e lacerato al suo interno, che coinvolge il Governo regionale, che sta rischiando di indebolirsi notevolmente.
Una crisi che colpisce la Calabria. A circa un anno dalle elezioni che ci hanno liberato da una fallimentare giunta di centrodestra, i calabresi avrebbero meritato ben altre risposte. Che pure erano state promesse in campagna elettorale.
E’ chiaro in queste condizioni non si va da nessuna parte. Ed è altrettanto chiaro che il Pd deve reagire con energia ed immediatezza. Gli sforzi del segretario regionale Magorno, che nell’ultimo anno e mezzo ha gestito una situazione molto complicata, non bastano più: il pd deve azzerarsi e ripartire. Ha bisogno di una segreteria regionale autorevole e rappresentativa, ha bisogno di organismi snelli, funzionanti e regolarmente convocati, ha bisogno di eliminare tutte le condizioni di illegittimità statutaria che registra al suo interno, ha bisogno di puntare su una classe dirigente assolutamente nuova e diversa nei territori, dove prevale il vecchiume travestito di nuovo. Ha bisogno di aprirsi alla società, ha bisogno mettere in campo un progetto ed un’idea di Calabria.
Il Pd calabrese ha bisogno, quindi, di riorganizzarsi, ristrutturarsi, reinventarsi. O la fa subito, o il partito pagherà un prezzo altissimo in termini di credibilità e consensi popolari.
L’amico Ernesto Magorno dovrebbe recuperare la sua formazione renziana e decidere di governare con nuova forza il partito, senza badare ad equilibrismi, correntismi, caminetti. Ora abbia la forza di rompere e di spaccare tutto. Perchè poi forse qualcosa di buono lverrà fuori.
Un Pd rinato, unito e forte potrà dare una mano al governo regionale.
Nonostante la presenza di un presidente forte, con una storia pesante e qualificante, la regione stenta a decollare. Lo stesso Marco Minniti, di solito assai prudente, lo ha detto chiaramente in chiusura di quella triste e spenta festa regionale del pd calabrese, a Cosenza. Triste e spenta, come si sentono un po’ tutti i democratici calabresi. Tristi e spenti.
Sono forse stato il primo, quando è scoppiata la crisi giudiziaria di ‘rimborsopoli’ a proporre, dalle colonne del Quotidiano, di azzerare la ‘mini-giunta’ e di dare pieno mandato al Presidente Oliverio al fine di scegliere e nominare una giunta ‘forte e autorevole’. La giunta del presidente, per un nuovo inizio.
Oggi questa Giunta deve dimostrare di essere all’altezza del compito, per la verità assai gravoso, di guidare la Calabria, di rilanciare l’azione politico-amministrativa dell’Ente, di fare scelte strategiche per il futuro della Calabria. Scelte che non possono più aspettare. Se non se la sente, deve prenderne atto!
Tutto ora si può fare, tranne che attendere, rinviare, rinunciare al cambiamento promesso.
Il Pd deve immediatamente smettere con le lacerazioni e le guerre intestine, per stringersi attorno al presidente della Regione, ed insieme a lui trovare una soluzione, un sistema, un metodo, per uscire dall’empasse in cui ci si trova, per governare una regione che appare da troppi anni difficile da gestire, da guidare con successo.
Occorre uno scatto, una scossa, e la forza necessaria per affrontare tutti i problemi che sono rimasti sul campo, tutti figli di una pesantissima eredità del passato. Occorre determinazione e rapidità, occorre che anche il consiglio regionale, passata questa prima fase confusa e contraddittoria, decida di lavorare ad un progetto per la Calabria, ad una serie di leggi e provvedimenti per scuotere l’economia di questa regione, per ridare fiducia ai cittadini che appaiono del tutto smarriti e delusi.
C’è bisogno di una forte spinta, di tanta energia e di scelte coraggiose: e tutto questo il Presidente Oliverio può farlo, ne ha la forza e le capacità per farlo.
A tutti gli attori politici di questo delicatissimo momento, occorre chiaramente dire: basta con gli inutili proclami, basta con la ‘convegnite acuta’, basta con le passerelle di ministri, sottosegretari, capicorrente…. ma ci siamo accorti che non viene più nessuno ad assistere a queste parate, salvo le consuete e ormai invecchiate ‘vacche di Fanfani’?
E ancora: appare assai debole gridare ai ‘poteri forti’ e alle ‘forze occulte’ che ‘vogliono fermare il cambiamento’: le risposte le deve dare la politica. Se qualche ‘potere forte’ si mette di traverso va identificato, combattuto e sconfitto. E magari denunciato. Ma per far questo ci vuole una classe politica autorevole, forte, al di sopra di ogni sospetto! E nel pd, purtroppo, i sospetti sono diversi!
E’ il momento di agire, quindi. Tutti i tempi sono ormai scaduti. Lo ha detto bene Marco Minniti, lo dicono tanti esponenti del pd, lo affermano i commentatori politici, ma soprattutto lo pensa la gente.
Uno scatto rapido ed efficace o la partita è già finita!