Provinciali, Laratta lancia le primarie
Ma Mario Maiolo frena: «Sarebbe unabdicazione della politica e dei partiti»
Franco Laratta «Un sondaggio o urne aperte per un giorno. Tastiamo gli elettori. Basta imposizioni e decisioni che escono dal chiuso delle stanze»
Dopo i si dice e i primi balletti di nomi lattesa per le provinciali porta una prima presa di posizione chiara, che è anche proposta. Franco Laratta tra i candidati papabili, peraltro, del dopo Acri propone le primarie. Il suggerimento è emerso ieri durante la registrazione del programma Invito a cena in onda su Ten.
Nel confronto con Mario Maiolo, accomunato a Laratta per partito, impegni in giunta e (molto probabili) interessi in competizioni elettorali a venire, il dibattito sulla condizione del centrosinistra in vista delle amministrative e sul congresso provinciale della Margherita ha ceduto subito il posto allesperienza della Provincia nella gestione Acri. Di lì il passo al punctum dolens candidature era brevissimo.
*I primi colpetti. *Un faccia a faccia, quello di Ten, iniziato con i colpi di fioretto tipici del fuori telecamere: Non mi piace mangiare con Mario, però mangerò. Non lo facciamo assieme da quasi due anni, lultima volta lo invitai io, dal povero Enzo scherza lAssessore al Lavoro
Lui al massimo mi ha invitato per un aperitivo al Bronx, è molto formale, snobba. E quando cè da entrare in studio Maiolo insiste sulla falsariga: senza che entriamo assieme, però.
Poi punzecchia: Amici con Mario? Ci stimiamo, lamicizia è unaltra cosa . Come dire, vero che il partito è lo stesso, ma aspettative, strategie e progetti non possono che essere diversi. I due ex popolari vestono, entrambi, abiti grigi, ma scarpe, camicia e cravatta sono diversi: daltra parte, si sa, anche in politica sono i particolari a fare le differenze.
La Margherita e il centrosinistra. La Margherita è una scommessa per il centrosinistra, oltre che una novità, inizia senza dubbi Franco Laratta. Se si dimostrerà forte, potrà intercettare lelettorato distratto e indeciso, chiosa. Il congresso provinciale che si celebrerà entro la fine di giugno «sarà unoccasione per confrontarsi e discutere con le altre forze». Per Maiolo lesigenza che avvertiamo è voler contare di più, avere più spazio e credibilità, ma anche peso per costruire un programma politico credibile. In chiave provinciali, europee e regionali, determinante in questa idea di centrosinistra sarà il ruolo del partito più peante, appunto, della coalizione: i Democratici di sinistra. Non servono padroni è Laratta a parlare E i Ds non devono permettere niente a nessuno. La visibilità si merita con altro, con le capacità e le esperienze accumulate. E poi in provincia la Margherita è il primo partito . Maiolo gli fa eco: I Ds sono un grande partito, ma devono aprirsi alle istanze delle altre forze. Un modo per crescere tutti assieme, per rafforzare la coalizione dallinterno. Tutto sta nel superare le diversità delle varie anime della coalizione è di nuovo Laratta a parlare Lo scopo è battere le destre. Per il resto, se si parla di candidature non si deve partire necessariamente dalle tessere. Nessun rigidismo da logica delle caselle, approva Maiolo. Il nodo candidature si fa largo. Ma prima un accenno al modello Provincia.
Lesperienza nelle giunte Acri.
Antonio Acri è evocato da entrambi i contendenti come il leader di una squadra compatta. Secondo Laratta ha ridato prestigio e dignità allente, ha tenuto forte la coalizione dando un esempio quasi unico. Leredità di questi anni non va sciupata. Nessuna autocelebrazione corregge il tiro Mario Maiolo E inopportuna: è certo che progetto politico e capacità di governo di questi anni non andranno sciupate. Per Laratta quella di Acri è stata una scuola politica. Si è formata una nuova classe dirigente, esperienze da mettere a disposizione anche in vista delle regionali senza dividerci per sciocchezze comè capitato spesso, altrove. Finalmente le candidature: in due convergono sulla possibilità che «la classe dirigente che ha amministrato la Provincia con Acri è un potenziale eccezionale la cui attività che va riconosciuta». «Peccato il rammarico è di Maiolo non aver diffuso localmente il nostro esempio. Un limite per la nostra giunta».
Candidature e nomi. Prima di parlare di nomi cè un passaggio importante ammonisce Maiolo Dalla preparazione delle prossime consultazioni si dovrà partire per rilanciare lintero centrosinistra su scala provinciale e regionale. Il passaggio dal particolare al generale, dalle discussioni sui nomi al più ampio dibattito politico (prima dei nomi occorre ridisegnare il centrosinistra) sono elementi che ricorrono nelle parole del vicepresidente della Provincia. Il progetto è anteposto sempre ai personalismi, tutto è ancora in gioco, dunque, come quando è Maiolo a raccontare linedito venni a sapere della mia vicepresidenza a tre ore dallufficializzazione, per telefono. Contro il carrierismo parla anche Franco Laratta, e poi bisogna mettere limiti e paletti alle ambizioni. Nessuno deve credersi insostituibile, altrimenti potremmo fare lerrore della Dc, che si sentiva quasi costretta al governo, e nel frattempo perdeva contatto con la gente. Messaggi che si fanno più diretti: Bisogna fare spazio ad altri, ogni tanto. Sennò giustifichiamo le diffidenze dellelettorato per i politicanti. Piuttosto, che si dia un segnale forte di alternanza senza atteggiamenti altezzosi».
Il testa a testa. «Non siamo in competizione, entrambi possiamo svolgere egregiamente ruoli importanti. Competeremo, sì, ma non tra di noi. Dove? Lo deciderà il progetto politico che promuoveremo»: Maiolo promuove lo «spirito cattolico», che è diverso dal buonismo. «Nessuna guerra, ci sosterremo a vicenda» ribatte Laratta. Che poco dopo illustra la sua idea di primarie.
*Laratta e l ipotesi primarie.
*«Sentiamo che ne pensa la gente», rompe gli indugi lassessore al Lavoro. «Le imposizioni non funzionano più. Basta con le decisioni che escono dal chiuso delle stanze. Coinvolgiamo i cittadini della nostra grandissima provincia». Per Maiolo sarebbe «unabdicazione della politica e dei partiti, che invece devono assumersi le loro responsabilità». Laratta invece pensa già a come farle, le primarie: «commissioniamo un sondaggio a un istituto di ricerca e poi presentiamolo agli elettori. Meglio ancora se apriamo le urne per un giorno, ci autofinanziamo e teniamo un membro di ogni partito a vigilare i seggi».