Proiettile recapitato a giornalista di Epolis
È sempre più teso il clima intorno alla classe giornalistica. Minacce e intimidazioni si susseguono di giorno in giorno. L’ultima vittima è un giornalista della redazione di Udine del quotidiano EPolis Friuli, che si è visto recapitare una lettera anonima contentente un proiettile. Un chiaro atto di intimidazione ha subito dichiarato l’Assostampa Friuli -, criminale e vile, nei confronti di un giornalista e di una redazione impegnati a fornire all’opinione pubblica regionale un’informazione completa e trasparente. L’Assostampa locale, nel formulare l’auspicio che le forze dell’ordine identifichino al più presto il responsabile o i responsabili del vile atto, in modo che questo reato trovi condanna anche nelle sedi giudiziarie, si dice certa che il collega e la redazione non si lasceranno intimidire e proseguiranno il proprio lavoro con l’onestà e l’impegno di sempre. La Fnsi si è unita alla solidarietà dell’Assostampa friulana e ha ribadito lesigenza di una severa azione degli organismi istituzionali della sicurezza a compiere ogni sforzo per far luce su episodi di questo genere, assicurando che non restino impuniti. Solidarietà al collega è arrivata anche dal Comitato di redazione dei quotidiani EPolis, che ha garantito che nè il collega nè il resto della redazione di EPolis si lasceranno intimidire, ma continueranno il proprio lavoro con lo stesso impegno di sempre. Intanto, visto che le minacce ai giornalisti stanno diventando una triste consuetudine, alcuni deputati hanno presentato una interrogazione parlamentare sulla questione.
Gli onorevoli Paolo Gentiloni e Franco Laratta, del Pd, insieme a Giuseppe Giulietti, del Gruppo Misto, hanno chiesto, in particolare, se il ministro dell’Interno è a conoscenza di quanto accade in Calabria ai danni degli operatori della comunicazione?. La domanda si riferiva, nello specifico, alle intimidazioni ricevute da Antonino Monteleone a cui, nei giorni scorsi, è stata incendiata l’auto e alle minaccie di morte ricevute da Michele Albanense, del Quotidiano di Calabria. Ma in generale l’interrogazione era rivolta alle ormai decine di giornalisti italiani nel mirino della mafia.