Presentazione del primo Rapporto sul Credito Eurispes
Il sistema del credito è stato, ed è ancora un punto di riferimento fondamentale per la crescita delle imprese. Esso, infatti, ha assunto un ruolo centrale nelleconomia in generale proprio grazie alle vicissitudini che accompagnano il percorso di crescita delle imprese, le quali, in una sorta di circolo virtuoso, assorbono, creano ed attirano risorse che vengono immesse in maniera quasi naturale sul territorio, passando attraverso i principali soggetti finanziari, in primis le banche provinciali e regionali, che, per tradizione, sono più vicine alleconomia locale.
Tuttavia, in realtà regionali come quella calabrese, caratterizzata da condizioni meno favorevoli di quelle medie italiane, un sistema bancario che non rende agevole il reperimento di risorse finanziarie alle imprese locali, rappresenta uno dei principali fattori di ostacolo allo sviluppo del sistema economico del territorio. La Provincia di Cosenza presenta un sistema creditizio che la pone in cima alle province italiane per il più alto costo del denaro, un fattore che associato ad altri elementi negativi, quali ad esempio lalto livello delle sofferenze bancarie, e leccessiva frammentazione del settore, determina una obiettiva difficoltà di accesso al credito da parte del tessuto imprenditoriale locale, e conseguentemente, rende difficili i processi di sviluppo e di crescita economica ed occupazionale del territorio provinciale cosentino.
La recente costituzione di un Osservatorio sul credito voluto fortemente dalla Provincia nasce, dunque, dallesigenza di fornire una risposta ai problemi evidenziati tra il tessuto imprenditoriale provinciale e il sistema bancario e finanziario. È opinione condivisa che sia necessario instaurare un rapporto sempre più costruttivo, in aggiunta ad altre linee di intervento, per dare vita ad iniziative, come appunto un Osservatorio, che siano in grado di fare incontrare in una sede stabile e permanente tutti quei soggetti istituzionali, associativi e del mondo bancario a vario titolo coinvolti sul tema e su cui spesso le posizioni sono discordanti.
A pochi mesi dalla sua istituzione, lOsservatorio sul credito della Provincia di Cosenza è riuscito nel suo iniziale intento: fornire al tessuto economico, istituzionale e sociale il primo rapporto sul sistema creditizio locale. Un lavoro di ricerca che, in collaborazione con listituto Eurispes, intende fornire uno strumento di analisi, valutazione e lettura del sistema creditizio territoriale proficuo e indispensabile non soltanto per fotografare la situazione presente del settore ma, principalmente, per ipotizzare scenari futuri in linea con le finalità istituzionali dellEnte provinciale di programmazione economica sul territorio.
Scenario di riferimento
Uno degli effetti negativi paventati del processo di consolidamento in atto nell’industria bancaria, sia in Italia che in Europa, è una riduzione dei servizi finanziari ed un aumento dei relativi costi a danno delle Pmi. Uno studio della Bce del luglio 2001 dimostra come in Europa la maggiore concentrazione bancaria ha avuto finora effetti positivi sulla competizione nella raccolta del risparmio, ma non sui prezzi dei mercati nazionali del credito.
Questo dato rafforza la constatazione che finora gli effetti dell’intreccio tra innovazione tecnologica e finanziaria ha finito in Italia per privilegiare soprattutto i servizi alle famiglie – uno per tutti il risparmio gestito – piuttosto che quelli rivolti alle imprese. Inoltre è da considerare che nelle aree deboli la percentuale dei prestiti non direttamente finalizzati ad attività produttive (ad esempio le famiglie) è maggiore che nelle aree più forti del Paese e la tipologia di prestiti alle imprese e quelli che potremmo definire personali sono in genere molto frazionati. Ciò determina un aumento del costo unitario per euro amministrato dalla banca a parità di altre condizioni. Ciò porta alla conclusione che il costo di intermediazione bancaria in unarea depressa è più alto rispetto a zone più sviluppate (è quanto si riscontra anche nella provincia di Cosenza, in cui dagli ultimi dati del bollettino statistico della Banca dItalia, si rileva che oltre 62% degli impieghi è erogato alle famiglie)
La situazione si presente ancora più critica nelle aree più povere del Paese, in particolare nel Mezzogiorno: è il grido dallarme lanciato anche dal vice ministro dellEconomia Gianfranco Miccichè, in occasione della presentazione del V Rapporto sul Mezzogiorno redatto dal Dipartimento per lo sviluppo e le politiche di coesione, da cui emerge a chiare lettere una pesante accusa al sistema bancario italiano che lavora contro il Mezzogiorno. La situazione secondo il Vice Ministro è che il Sud continua ad essere legato imbavagliato, incatenato da una serie di banche, soprattutto quelle di derivazione pubblica provenienti dal Tesoro, che la fanno ancora da padrone banche che si rifiutano categoricamente di aiutare le imprese, ma che usano la raccolta per impiegarla altrove non può esistere un territorio con speranza di crescita se non ha un sistema creditizio che punti su quel territorio. La ristrutturazione del sistema creditizio italiano, dunque, non sembra aver favorito le imprese del mezzogiorno.
La concentrazione tra poche grandi banche del Centro-Nord degli istituti meridionali ha ampliato il gap tra banca e impresa. Nonostante la dinamicità imprenditoriale del Mezzogiorno, ormai riconosciuta, il razionamento del credito è aumentato, tantè che il rapporto tra impieghi bancari si è andato riducendo, mentre al Nord è cresciuto in maniera significativa. Vi è dunque evidenza che la ristrutturazione del sistema bancario meridionale ha prodotto in non pochi casi una restrizione del credito offerto alle imprese locali. Inoltre, nel Mezzogiorno la raccolta è rimasta stabile, lincidenza degli impieghi sui depositi si è ridotta, mentre nel resto del paese è cresciuta.[1] Buona parte del risparmio dei meridionali, quindi, è stato impiegato altrove. A ciò deve aggiungersi il fatto che purtroppo, nel Mezzogiorno, il sistema creditizio, ancora opera con logiche che rispecchiano più una realtà produttiva ormai superata dagli eventi economici che uno strumento capace di affiancare limpresa nel suo ciclo di vita. Anche se è necessario considerare, che il modo di operare del sistema creditizio meridionale trova in parte una giustificazione nel tasso di rischiosità di molte PMI in generale e delle micro imprese in particolare, dovuto alla piccola dimensione aziendale, al forte indebitamento sul breve periodo e, in qualche caso, alla scarsa trasparenza dei bilanci aziendali, con la conseguenza di aumentare le sofferenze, generalmente più alte che nel resto del paese. Il sistema creditizio calabrese e cosentino, si colloca perfettamente in tale contesto.
I problemi connessi al credito, rilevati nella prima parte del rapporto, trovano piena conferma nei dati dellindagine sulle imprese cosentine svolta dallEurispes. Le opinioni degli imprenditori, anche se di natura qualitativa, fanno emergere le criticità del sistema creditizio locale, i provvedimenti da adottare al fine di adeguare il sistema finanziario ai bisogni del tessuto produttivo e, daltro lato, collocano al centro del dibattito sulle politiche di sviluppo territoriale, il ruolo del sistema creditizio. La difficoltà di reperimento di risorse finanziarie, lelevato costo del denaro e lobiettiva difficoltà di fornire le garanzie patrimoniali richieste, infatti, sono elementi che non favoriscono gli investimenti e, quindi, lo sviluppo e il miglioramento del sistema economico locale, con notevoli ripercussioni sulle capacità competitive delle aziende e sulloccupazione.
Conclusioni: il ruolo delle banche locali
Il ruolo fondamentale che gli intermediari finanziari e, in particolare, le banche commerciali svolgono nel determinare l’intensità e la direzione dello sviluppo economico di un paese è ormai diffusamente conosciuto.
L’esperienza storica mostra che le banche possono, in tale ambito e a seconda delle condizioni di contesto, assumere una funzione essenzialmente passiva, limitandosi a soddisfare le richieste di finanziamento provenienti dalle unità economiche, o più proficuamente sviluppare un ruolo attivo, dando un contributo dinamico allo sviluppo grazie alla propria capacità di promuovere la mobilizzazione delle risorse finanziarie e di destinarle, mediante le forme tecniche più opportune, ad investimenti produttivi, operando una selezione che concorre a determinare il livello di efficienza allocativa del sistema creditizio. Si può identificare, in altri termini, una sorta di responsabilità sociale delle banche che si combina variamente con il profilo economico-aziendale della funzione obiettivo che guida ciascuna azienda di credito.
Di tale responsabilità sociale può considerarsi particolarmente investita l’attività delle banche locali, in virtù del legame molto forte con il territorio in cui operano spesso per lunga tradizione.
Il modello di comportamento della banca locale si fonda, infatti, in larga misura su una cultura aziendale fortemente orientata al mantenimento di intensi rapporti con gli attori economici e sociali della medesima area geografica. Si configura quindi un ruolo primario di tali istituti nel finanziamento delle imprese locali, cui si aggiungono altri tipi di intreccio, come la presenza di esponenti del mondo economico locale nei consigli di amministrazione delle banche e viceversa, con un conseguente intensificarsi dell’attenzione di tali istituti circa le esigenze economiche, sociali ed istituzionali espresse dal contesto di riferimento. Ciò porta la banca a sviluppare un patrimonio di credibilità, di fiducia e di legittimazione che le consente di essere sovente l’interlocutore privilegiato delle piccole e medie imprese nell’erogazione del credito e nella fornitura dei servizi bancari.
Diviene per questo assai importante che la banca locale sia in grado di giocare fino in fondo questo ruolo, ossia che essa sia in grado di fornire un contributo adeguato, con varietà di forme tecniche e di mercati di intervento, alle diverse fasi di sviluppo dell’impresa.
Pur in presenza di una profonda trasformazione del sistema bancario locale, sotto la spinta di significative operazioni di acquisizione e di fusioni di banche locali da parte di gruppi creditizi a carattere nazionale, ad un attento esame della dinamica del complesso delle banche locali emerge il ruolo significativo svolto per l’economia cosentina delle banche locali come motore per lo sviluppo delle imprese che fanno parte dell’area di riferimento.
La necessità per il tessuto bancario locale di fronteggiare la concorrenza degli ingenti gruppi bancari nazionali richiederà un adeguamento delle attuali strutture in termini di organizzazione, politica creditizia, risorse umane, sistemi di pagamento, auditing, tanto per citare alcuni dei settori più delicati.
Chi beneficerà più di ogni altro di questo processo di modernizzazione che in realtà è già iniziato da qualche anno sono gli utilizzatori finali dei servizi bancari vale a dire i privati cittadini e le imprese.
Risulta, quindi, evidente il ruolo che, in questo contesto, può offrire il sistema creditizio e finanziario locale per favorire lo sviluppo economico, veicolando le risorse necessarie verso quelle attività che realmente possano consolidare una crescita del territorio.
[1] Cfr. V rapporto sul mezzogiorno, a cura del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione, Ministero dellEconomia.