Politica e cultura per la primavera della Calabria
La lettura di Teti è appassionata e rigorosa, è uno scendere negli inferi di una terra disarmata di fronte al male oscuro che la attanaglia e la avvolge in un triste destino.
È una sociologia impietosa e oggettiva quella dellIntellettuale, analisi che mette in luce i limiti strutturali di unintera regione. È lo spirito della Calabria che langue e soffre, tutte le istituzioni sono sotto accusa; i recenti fatti di cronaca fanno da cassa di risonanza mediatica terribilmente efficace rispetto a qualsiasi campagna pubblicitaria o promozione turistica, amara beffa della sconfitta di una regione.
La narrazione di Teti è la messa in opera del male, nella nostra terra, che raffina il suo linguaggio e affina le sue strategie, deturpando il paesaggio umano, distruggendo la storia comune.
La tradizione diventa strumento del male, ad uso esterno, si profanano memorie, e lesodo del male fa il suo corso, inquinando la pulsione dinamica di un popolo laborioso.
Appare sfigurato il volto di questa terra, le fiamme cancellano memorie innocenti e creano deserti, luogo arido dove il silenzio fumante domina come le montagne calve e grigie di questa estate. Le colpe? La politica e le agenzie educative hanno fallito, verità che atterrisce e scoraggia.
La comunità calabrese è spaurita e spaesata nella sua terra; i profeti del passato sono silenti e lontani non indicano nessuna terra promessa, nessuna parola risuona al mattino.
Il terreno morale esonda verso precipizi di illegalità e sotterranei rivoli segnano inquietanti sentieri; il collante sembra la disperazione totalizzante. Ma lo studioso accetta la sfida, e rilancia la scommessa della rinascita, indicando nella svolta culturale il nuovo inizio; facendo presa su un passato di memorie e radici che non sono freddi monumenti ma possono parlare ancora oggi con tenacia e ricca umanità. Partendo dalla cultura, come nuovo modo di vedere le cose, è possibile creare una nuova Calabria; un nuovo clima culturale è sentire in modo nuovo la politica che cammina e governa per il popolo, un nuovo orizzonte in cui tutto lavora per la rinascita. La cultura crea una nuova simbologia, che significa vedere in modo nuovo le cose, tenere assieme le speranze attorno ad un progetto inclusivo di responsabilità sociale. Incarnare una nuova tensione etica è avere una nuova concezione politica non distante e lontana dai cittadini, ma che costruisce la quotidiana speranza.
La sfida Culturale è creare un nuovo clima morale; coltivare una nuova speranza e lavorare per un sano riformismo calabrese, nuova etica della responsabilità dove tutte le istituzioni rispondono al cittadino, dove la politica e le istituzioni culturali lavorano assieme per la primavera della Calabria.