Pd, sì a tante donne in politica, ma la quota fissa del 50% crea distorsioni
In riferimento alle critiche ad una mia espressione sulle quote rosa al 50% per le primarie del pd ( quota che ho definito eccessiva e forzata) tengo a precisare che non sono affatto contro le donne in politica, ci mancherebbe altro. Sarei un imbecille a sostenere ciò.
Ritengo, però, che una classe dirigente al femminile non si possa costruire per legge! Che il percorso semmai è un altro. La quota fissa del 50% ha prodotto tante anomalie in questa fase di costruzione delle liste per il Pd, tanto che potrei fare lesempio di diverse donne che sono state candidate nonostante non ne avessero alcuna intenzione. Sono convinto che le donne non debbano farsi usare per coprire un vuoto o per rispettare un regolamento. Questo è dannoso per le donne stesse, costrette alla recita delle ‘belle statuine’ per far piacere a qualcuno e per rispettare determinate regole.
Per quanto mi riguarda, nelle liste per le primarie in Provincia di Cosenza abbiamo concordato insieme le
migliori presenze, maschili e femminili, da valorizzare in questa competizione. Giusto per fare qualche nome: è il caso di Stella Fabiani e Floriana Chiappetta, capoliste sul Tirreno; Anna Maria Di Cianni capolista sul Pollino, Veronica Puntorieri sull’Alto Jonio, Clelia Badolato capolista su Rende, Carmela Turano capolista a Castrovillari, Rossella Tafuri nei primi posti su Castrovillari, insieme a tante altre donne in posizioni intermedie della lista nei diversi collegi. Tutto qui. Ovviamente sono tutte giovani donne che hanno fatto esperienza nei partiti e hanno amministrato comuni e provincia.
Donne ‘vere’, per l’appunto. Non comparse, invitate cioè a candidarsi solo per raggiungere una percentuale! E per dirla con Ermanna Carci Greco, una donna che ha una storia importante in politica:
E ‘mortificante’, per le stesse donne, un sistema di cooptazione forzata in politica e nei partiti.