Pd, Laratta: «Le primarie per scegliere il candidato»
Lex parlamentare chiede un elettroshock al partito
Intervista, di Bruno Gemelli, pubblicata sul Quotidiano della Calabria dell8 settembre 2013
Franco Laratta, leader del franceschiniani calabresi, non ha dubbi: «La Calabria ultima in tutto, ha bisogno di un elettroshock per la crisi gravissima che vivie».
Come inizio non cè male.
«Una cura fortissima, sia come Partito Democratico e sia come centrosinistra, che in Calabria non esiste più, sia per le prospettive regionali».
Può essere più chiaro sul punto.
«Non possiamo immaginare che, davanti a una situazione così grave e drammatica, noi rispondiamo con piccole risposte».
E invece?
«Cè bisogno di un choc e il Partito Democratico si deve assumere sin dal prossimo congresso la responsabilità di guidare la Calabria attraverso una rivoluzione».
Ma?
«Il Pd non esiste più, dopo tre anni
».
Siamo già entrati nel quarto
«
di Commissariamento, che non avrebbe dovuto durare non più di un anno, uno simmagina che il Partito sia rinato, siano stati ricostruiti i circoli, la classe dirigente, sia stata messa in campo una squadra pronta a gestire la Calabria
».
E invece?
«Nulla, zero. Fallimento totale, un partito liquefatto».
Lei è severo.
«Poche voci solitarie si alzano a combattere contro larmata invincibile di Scopelliti».
E voi?
«E noi balbettiamo».
Lei prima parlava della necessità di fare i congressi. Ma come? Quando?
«Abbiamo bisogno di un congresso forte, il più possibile unito ma non necessariamente unitario che indichi un percorso fortemente alternativo, di rottura rispetto al passato. E noi ancora paghiamo i cinque anni di governo di centrosinistra, iol fallimento dellinizio del Partito Democratico, la lunga stagione congressuale».
Di cosa avete bisogno per cambiare pagina?
«Di una risposta travolgente».
Ovvero?
«Dovremmo essere in grado, tutti insieme, con chi ci vuole stare, di dare una risposta forte per un nuovo Partito Democratico che si apra alla Calabria, che esca dal chiuso delle vecchie sezioni, talvolta umide e vuote, facendo un patto donore con la migliore Calabria, tirando fuori le migliori energie, se molti di noi trovano il coraggio di fare un passo indietro per investire su competenze e qualità».
Questa è la cifra del cambiamento?
«Si. Il Pd lo può fare perché il centrodestra ha fallito in tutti i settori in cui ha tentato di cimentarsi: fondi comunitari, sanità, turismo, ecc. ecc. ».
Il candidato alla presidenza come si sceglie?
«Con le primarie».
Quando?
«Entro lanno».
Mario Pirillo dice subito.
«Votando nel 2015 dobbiamo fare le primarie nella primavera del 2014».
E non è tardi considerando che Scopelliti è già in campagna elettorale?
«Non ci riusciamo prima perché siamo già a settembre».
Il Pd non conosce lalta velocità.
«Lideale sarebbe che facessimo le primarie per il candidato a presidente a dicembre».
Che tipo di primarie?
«Quelle vere, in piazza, scendendo tra la gente».
E il confronto con gli alleati?
«Anche quello è urgente, occorre ricostruire una coalizione che oggi non cè. Un patto con i calabresi e non solo con le sigle. Luomo solo al comando, prima Loiero e poi Scopelliti passando per Chiaravalloti è fallito».
La stagione congressuale la deve guidare un funzionario?
«Purtroppo Roma non ci ascolta. Avrei tanti aneddoti da raccontare».
Unaltra volta.
«Si, però ricordo che i funzionari mi dicevano: siamo avanti di 10-15 punti su Scopelliti».
E adesso?
«DAttorre e gli altri sono scomparsi. Speriamo che Epifani rinomini un coordinamento».
Qual è il rischio?
«Gli schieramenti tradizionali devono stare attenti».
Pensa a Grillo?
«Non solo».
Al sindaco di Messina?
«Si, quella fattispecie».