Napolitano intervenga! Un condannato quida la regione Calabria.
Nella sede della Giunta regionale calabrese, sono stati visti in questi giorni, assessori e consiglieri regionali del centrodestra, riunirsi alla presenza dell’ex presidente Giuseppe Scopelliti. A palazzo Alemanni di Catanzaro, si tengono riunioni di giunta con membri della disciolta maggioranza, mentre la legislatura è ormai scaduta, sotto la vigilanza di un presidente privato di ogni titolo e funzione, già condannato a sei anni di carcere e quindi sospeso!
Tutto questo accade in una Calabria sempre più ultima d’Italia e d’Europa, mortificata da una classe politica dominante che ha miseramente fallito, afflitta da una disoccupazione dai livelli da record mondiale, assediata da corruzione e infiltrazioni criminali.
Non stiamo raccontando frottole, tantomeno parliamo a difesa di una parte politica. Riportiamo quello che le cronache politiche dei giornali calabresi ci restituiscono quotidianamente.
A Palazzo Alemanni, sede della Giunta regionale della Calabria, le sentenze della magistratura e le leggi dello Stato sono regolarmente raggirate, come se non esistessero.
E così, il presidente condannato e sospeso, Peppe Scopelliti, già sindaco più giovane, popolare e amato d’Italia, poi governatore eletto con un plebiscito che manco Mussolini, vede e guida assessori e consiglieri regionali del centrodestra, partecipando alle riunioni di Giunta e di maggioranza. Riunioni che si tengono alla presenza dell’ex presidente Giuseppe Scopelliti, non certo per parlare del bergamotto o del peperoncino, ma per occuparsi di cose ben più serie. Magari studiando come evitare le elezioni regionali anticipate ad ottobre-novembre, procedendo ad allungare la vita di giunta e consiglio fino alla primavera del 2015.
Incuranti di una sentenza di un tribunale calabrese che ha condannato a sei anni l’ex sindaco di Reggio Calabria, mentre una legge dello Stato ha previsto la sospensione dalla carica di presidente della Regione, non ricordando più nessuno che lo stesso si era perfino dimesso dalla carica.
?Ma presso la sede della Giunta regionale calabrese sono in vigore altre leggi ed altri regolamenti; tanto che mentre il palazzo brucia, i potenti inquilini si sono barricati sulla torre, la più alta, sperando di rimanere in vita almeno fino a quando l’ultima fiamma non si sarà spenta.
?Scopelliti, visto a Palazzo Alemanni nei giorni scorsi, non aveva esitato ad entrare nella sala della giunta regionale già subito dopo le sue irrevocabili dimissioni dalla carica di presidente. Aveva qualche ‘vendetta politica’ da consumare, qualche testa da tagliare, qualche direttore generale da mandare a casa. C’è chi giura che tutte le teste ghigliottinate appartenessero ai fedelissimi dei potenti fratelli Pino e Tonino Gentile (assessore regionale il primo, senatore e sottosegretario mancato il secondo) colpevoli di alto tradimento alle elezioni europee che hanno visto la clamorosa bocciatura dello stesso Scopelliti.
Ma ll governatore condannato, decaduto e dimessosi, non aveva esitato a continuare ad esercitare le funzioni di Commissario governativo ad acta per il settore sanitario della Regione Calabria. Creando per questo non pochi imbarazzi al ministro degli Interni e al Ministro della salute che solo qualche giorno fa lo hanno formalmente esautorato.
Quello che sta accadendo alla Regione Calabria va oltre qualsiasi forma di sfacciata occupazione del potere. Un vero e proprio attacco alla legalità democratica, una cosa senza alcun precedente che dovrebbe far reagire duramente il governo. Come anche il goffo tentativo di evitare le elezioni regionali anticipate a novembre, nel disperato disegno di allungare la legislatura regionale alla scandeza naturale di primavera. Se questo dovesse riuscire, non rimane che appellarsi alla sensibilità del Capo dello Stato, che queste losche manovre non può consentire che vengano sottacciute fino a farle realizzare.