Monti, Grillo e i rischi per il Paese
Esattamente un anno fa di questi tempi nasceva il governo-Monti, figlio di un’azione coraggiosa del Presidente della Repubblica, di una forte pressione internazionale, nato dopo un inedita reazione popolare che ha spinto Berlusconi a dimettersi: ho ancora davanti agli occhi l’immagine di quella folla di migliaia di persone che letteralmente si accalcavano davanti ai Palazzi romani del potere, gridando ‘dimissioni, dimissioni’ e ‘ vattene buffone’.
Esattamente un anno fa di questi giorni, il Paese affondava sui mercati, la credibilità internazionale era sotto lo zero, nelle casse dello Stato non c’erano risorse a sufficienza per pagare gli stipendi pubblici di dicembre!
Monti è stato bravissimo a ridare prestigio e dignità internazionali all’ Italia, a tenere testa, insieme a Draghi, ai tedeschi che imponevano una violenta cura di rigore, lacrime e sangue; bravo a misurarsi con il dramma di un Paese che scontava- e sconta ancora- un decennio di errori, di orrori e di giganteschi ritardi: ancora nel 2011 per Berlusconi ‘la crisi è solo psicologica’, ‘Abbiamo i migliori conti d’Europa’.
Il Paese affondava come il Titanic, e il suo governo nascondeva gli effetti della più grave recessione degli ultimi 70 anni! Solo per avere ingannato il Paese, Berlusconi e Tremonti meriterebbero la galera! Il primo ha chiesto scusa di recente, il secondo fa un nuovo partito. Patetici entrambi.
Usciti dalla fase acutissima dalla crisi, rimangono gli ultimi mesi ancora di recessione: saranno tempi molto duri, con il Paese in ginocchio, le imprese in gravissime difficoltà, una disoccupazione devastante. Ma Banca d’Italia prevede che a primavera si esca dalla fase recessiva. Finalmente un raggio di sole.
Dal rigore al rilancio economico, dalle ‘lacrime e sangue’ alla speranza di ripartire. C’è poco tempo: poi il Paese rischia davvero. Fatti sacrifici immani, occorre puntare urgentemente alla ripresa, al sostegno alle imprese, al lavoro, ad una massiccia dose di nuova occupazione. E questo non lo può fare il governo tecnico, che di fatto ha esaurito già ora il suo compito. I segnali fortissimi e crescenti di contestazione pubblica, segnano la fine del gradimento popolare per i tecnici. Ma Monti ha fatto bene al Paese: diciamo che lo ha salvato dal disastro. Il suo governo un po’ meno, alcuni ministri sono da dimenticare. Ora è il momento di ritornare alla politica, ma alla buona politica.
A primavera si vota. Il rischio che dalle urne non esca con chiarezza chi ha vinto e chi ha perso è molto alto. Si teme un pareggio, grazie al fatto che con molta probabilità Pdl-Lega e Udc sono d’accordo nell’eliminare il premio di maggioranza dalla legge elettorale, cosa che di fatto impedirà al Pd di ottenere la forza parlamentare necessaria per dare vita ad un nuovo governo.
Il prossimo parlamento rischia di essere ingestibile:sono in arrivo, fra le altre cose, le truppe di Grillo: forse 150-200 deputati, la forza del secondo partito del Paese, che non saranno tanto una legittima opposizione, quanto una forza antisistema. L’obiettivo è quello di far saltare gli equilibri che da 70 anni hanno garantito il sistema democratico del Paese. Una rivoluzione vera e propria, dalle conseguenze imprevedibili!
Ma attenzione: Grillo intercetta il profondo malessere del Paese, dice molte cose giuste (seppure nella sua insopportabile volgarità), esprime il desiderio di un radicale cambiamento che è sempre più forte negli italiani. Ma porta con sé una forza non utilizzabile per il governo del Paese in questo delicatissimo momento storico, forse non utilizzabile nemmeno per il sistema democratico così come lo conosciamo oggi in Europa.
C’è una speranza: che i grillini eletti nelle istituzioni, alla fine si rivelino ben diversi da quello che impone il loro Fondatore e Capo supremo! I sindaci, i consiglieri regionali, i futuri parlamentari di 5Stelle potrebbero essere cosa ben diversa delle ‘bestemmie’ che lancia il comico nei suoi comizi-show. Speriamo. Ma è anche possibile che nessuno abbia compreso che Grillo in realtà urli come un pazzo scatenato, solo perchè ha sperimentato che questo sistema funziona, fa crescere il Movimento in voti e consensi popolari. Dietro, in realtà, potrebbe esserci, e forse già c’è!, un progetto politico, un’idea di Paese e di Europa, magari radicalmente diverso.
Il tutto è ovviamente da verificare, ma potrebbe perfino avere la forza di uno ztunami dopo un terremoto! E sarà con questo che dalla prossima primavera dovremo fare i conti.
Una cosa al momento è certa: i partiti tradizionali, ad iniziare dal Pd, che alla fine rimarrà l’unico vero partito nazionale che potrà guidare il Paese, non potranno mai più essere quello che sono stati finora, non potranno più candidare personaggi impresentabili, né portare avanti idee e progetti vecchi e fuori dal tempo. Diversamente, la partita è gia persa.
Franco Laratta