Mi piace impegnarmi in prima persona per cambiare le cose
Francesco Pezzi ha 22 anni, studente universitario, vive a Pedace, nella presila cosentina. Vive i suoi impegni e le sue passioni (la politica, la montagna, le associazioni) con passione e un forte istinto di cambiamento.
La politica.
“Mi piace la politica e l’impegnarmi in prima persona per cambiare le cose. Non ho mai avuto paura di metterci la faccia.Viviamo in un momento delicato, folle. Crisi e guerra minacciano sempre più gli equilibri sociali ed economici, mentre gli equilibri mondiali sono fortemente a rischio”.
La grande crisi dell’umanità.
Oltre alla crisi economica, è in corso una grande crisi dell’umanità. E questa è più grave di quella economica, perché porta guerre, terrorismo, morte. Gli attentati di Parigi, del kenia e del Mali sono figli di questa crisi. Non esistono guerre di religione, gli ‘apostoli del terrore’ sono pazzi e ignoranti, poiché invocano Allah ma nemmeno conoscono il corano. Credo che la guerra si possa sconfiggere solo con la cultura, ne sono convinto da sempre e adesso ancora di più.
L’epoca della paura.
Viviamo l’epoca della grande paura. Lo sconforto nella gente è tanto, colpisce anche il Giubileo, la gente non esce, non consuma, non vive. E questo rischia di essere la prima vittoria dei fondamentalismi.
La regione più bella del mondo.
La Calabria è la regione più bella del mondo. Sono convinto che questa regione ce la possa fare. Viviamo in una terra dove nello stesso giorno si può fare un bagno nel Tirreno, pranzare in Sila, a Lorica con i suoi splendidi 1800 metri slm, per poi cenare sullo Ionio.
L’ agricoltura e il turismo salveranno la Calabria. Ma occorrono investimenti mirati, un piano regionale della depurazione, un grande progetto per il turismo sostenibile, un piano di difesa del suolo e del mare. Senza questi non si va da nessuna parte!
L’incoscienza dei vent’anni.
Credo che nella testa di un ragazzo ci sia sicuramente un mondo migliore. Purtroppo oggi la società e la vita non ci permette di essere tanto sereni per il nostro futuro. Sogno però un mondo migliore, dove i giovani trovino sicurezza e futuro. Ma dobbiamo rimboccarci le maniche, nessuno si aspetti miracoli, dobbiamo avere il coraggio di cambiare, di svoltare per questa terra e per l’intera Italia”.
I messaggi di Francesco, dall’alto dei suoi ventidue anni, sono di grande maturità. Insieme ai timori, ci sono la speranza e l’ottimismo. E c’è la consapevolezza che ognuno dovrà fare la propria parte. Perché, e Francesco lo sa, i miracoli non li fa nessuno.