Margherita: non facciamo autogol
Laratta «Un errore pensare a unadunata contro Loiero»
Preoccupazione e distinguo sulla linea da seguire in vista dellassemblea del 16 giugno. Pubblicato da il Quotidiano della Calabria del 5 giugno 2007
Si sono accorti che lassemblea convocata per il 16 giugno a Lamezia Terme, con lobiettivo di avviare un percorso autonomo del Partito Democratico in Calabria, rischia di trasformarsi in un boomerang politico. E ora cercano di correre ai ripari. Si tratta di una serie di esponenti della Margherita, che non vogliono sentire parlare di rivolta e che, in questi giorni, si sono sentiti tante volte ripetere: ma se Agazio Loiero non vi piace, perché continuate a sostenerlo? Oppure: ma è possibile che contate poco a livello nazionale da non riuscire a incidere nelle scelte più importanti? Appunto: per un pezzo della Margherita calabrese, non si può correre il rischio che lappuntamento di giorno 16 venga dato in pasto allopinione pubblica come la convention del vorrei ma non posso. Gli ultimi verdetti delle urne dimostrano che, ormai, i cittadini non sono più disposti a votare a prescindere.
E se un ragionamento fa acqua, magari si possono convincere le truppe a fare finta di nulla: ma lelettore è più esigete. La sequenza dei fatti dice che la nomina del Comitato promotore nazionale del Partito Democratico (noto come Comitato dei 45), con il presidente della Regione Agazio Loiero unico rappresentate calabrese, ha reazione nei DS e nella Margherita, sintetizzata in un documento da oltre 2.500 firme, comprese quelle dei big dei due partiti. La logica, a livello di opinione pubblica, dice due cose. Primo: se la nomina di Loiero offende (politicamente) a tal punto DS e Margherita, che avrebbero voluto altri rappresentanti nel Comitato dei 45, coerenza imporrebbe che i due partiti ritirassero la fiducia al governatore per andare a elezioni anticipate. Secondo: Loiero è stato accusato di aver spaccato il centrosinistra, formando quella che, causticamente, è stat definita una lista civica (cioè il Partito democratico meridionale). Magari ci sarà un respiro più ampio, ma cosa hanno in mente di fare i Ds e Margherita in Calabria quando sostengono di voler avviare un percorso di autonomia e unità regionale? Non è qualcosa che assomiglia, volendo riciclare il termine politicamente scorretto,a unaltra lista civica?
I meditabondi della Margherita queste contraddizioni le hanno ben presenti. Tra questi cè il deputato
Onorevole Laratta, è chiaro che non vi riunirete per prendere un caffè. Ma cosè che vi preoccupa?
«Per essere franchi, la nostra preoccupazione è che lassemblea del 16 sia intesa come unassemblea di scissionisti, come unassemblea anti-Loiero».
Nessuno vi ha dato degli scissionisti, casomai degli ammutinati. Ma sullanti-Loiero non si può negare levidenza.
«Eppure cè stato un fraintendimento».
Non le sembra a prova di fraintendimento la frase del vicepresidente della giunta regionale, Nicola Adamo, che ha parlato di «una forma democratica degenerata di un partito dove, a Roma il Calogola di turno può nominare nei territori il proprio cavallo come proconsole»?
«Io non so a chi si riferisse Adamo e comunque mi sembra che lui abbia chiarito che si tratta di un discorso generale».
Insomma, in generale, i cavalli proconsoli sono più di uno.
«Non entro nel merito di questo discorso, a me preme chiarire una solo cosa. Sbaglia chi pensa che lassemblea del 116 possa trasformarsi in un adunanza contro qualcuno, nel caso specifico contro Loiero. Sarebbe un grave errore perderemmo una grande occasione»
E per non perderla lei cosa suggerisce?
«Ci sono alcuni punti fondamentali che occorre sviluppare. Primo: noi non contestiamo la nomina di Loiero, in quanto tale, nel Comitato dei 45. Noi contestiamo il metodo e non accetteremo più scelte calate dallalto. Secondo: il Partito Democratico non può essere la somma di gruppi dirigenti che si riciclano in un contenitore apparentemente diverso, ma che poi diventerebbe una semplice sommatoria. Il rinnovamento dei gruppi dirigenti riguarda il piano nazionale, ma riguarda anche
Daltra parte lassessore Mario Pirillo, che è uno dei fedelissimi del governatore, alle colonne di questo giornale vi ha offerto il calumet della pace.
«La sua è una generosità sospetta. Non si tratta di fare la pace, quanto di trovarsi daccordo su un progetto e su un metodo di governo che sono troppo lontani della nostra idea e dalla concezione che dovrà avere il Partito Democratico. In Calabria questa concezione non si trova certo alla Regione».
Alla luce di quanto ha detto, lei inviterebbe Loiero allassemblea?
«Lassemblea è aperta a tutti».
Ma al presidente della Regione non si può dire: se vieni non ti buttiamo fuori. O si invita o non si invita.
«Effettivamente »
Formuliamo la domanda con un linguaggio politico: lo considera un interlocutore con il quale sia necessario parlare?
«Certo che è necessario. Noi abbiamo sempre voluto parlare con lui. Volontà non ricambiata, spesso, dallaltra parte. Ma ora occorre riprendere i fili del discordo».