Mafia, prossima legislatura approvare Pdl Lazzati
Il progetto del centro studi Lazzati per impedire le infiltrazioni mafiose nelle istituzione sarà la prima proposta di legge che sarà presentata dal parlamentare del Pd, Franco Laratta. A farlo sapere in una nota è lo stesso Laratta, già estensore di una proposta analoga due anni fa attorno a cui c’era stata un’ampia convergenza politica con la sottoscrizione al Pdl da parte di una cinquantina di parlamentari. Non è la prima volta che il Pdl Lazzati, elaborato dal giudice Romano De Grazia, approda in parlamento. Durante le ultime legislature è stato presentato più volte sia dal centrodestra che dal centrosinistra senza che sia mai giunto però in Commissione per essere discusso. Nel 2006 fu ripresentato dal deputato dell’Ulivo Laratta, ma la legislatura è terminata anzitempo. “Quella che verrà – ha commentato l’on. Franco Laratta – dovrà essere la legislatura giusta per approvare il Pdl Lazzati. Non possiamo più rimandare perchè soprattutto una regione come la Calabria ha bisogno di uno strumento normativo che impedisce ai sorvegliati speciali di far propaganda elettorale. La ‘ndrangheta – ha proseguito Laratta – come più volte ribadito dalla Magistratura, risulta essere la più potente e pericolosa organizzazione criminale al mondo. Lasciare che i suoi gregari si infiltrino nelle istituzioni, attraverso il consenso che riescono a dirottare sui politici compiacenti, significa per la politica abbandonare il campo nella complessa e delicata lotta alla mafia. E chi tiene al futuro di questa terra non può permettere che venga ridotta l’attenzione su un fenomeno che piega e influenza la vita socioeconomica della Calabria. Tutto il parlamento dovrà assumersi la responsabilità approvando la proposta di un magistrato integerrimo come De Grazia. Un uomo che ha speso la sua vita in trincea contro la mafia che ha compreso il meccanismo che alimenta il potere criminale. Certo, sono anche cosciente – ha aggiunto – che la lotta alla ‘ndrangheta ha bisogno di strumenti molto più articolati e modifiche normative nel suo complesso ma, con il Lazzati, sarebbe un primo importante passo per limitare o azzerare le commistioni tra politica e malaffare. Sarebbe oltretutto opportuno modificare il codice penale come richiesto da tempo da autorevoli magistrati calabresi. Quattro o cinque punti essenziali, a cominciare dal divieto di patteggiare la pena in appello per i reati mafiosi. Un lavoro – ha concluso – che faremo senza dubbio con l’esclusivo apporto di un uomo di Stato come Luigi De Sena”.