Mafia e bombe in Calabria
Quanto è accaduto a Reggio in questi giorni, nei mesi scorsi, ha provocato una fortissima reazione dellopione pubblica che per la prima volta, per iniziativa del Quotidiano della Calabria, è scesa in piazza, ed eravamo circa in 40 mila, a gridare no alla ndrangheta, basta con le mafie, la violenza, la sopraffazione, la prepotenza delle cosche, la corruzione, lintreccio mafia-politica che in Calabria cè, ed è molto forte, decisivo, determinante per i destini di quella terra.
Una manifestazione quella di Reggio Calabria del 25 settembre, perfettamente riuscita. Abbiamo costatato che Cè un pezzo di Calabria che vuole crescere, che vuole riscattarsi, che vuole conquistare serenità, tranquillità e fiducia nel futuro. Una Calabria che ha bisogno di coraggio, di forza, di solidarietà, di risposte dal parte dello Stato, di presenza delle istituzioni, di certezze, di sicurezza. Ed erano i tantissimi giovani che sfilavana per le vie di Reggio a gridare e a pretendere la libertà di vivere, di muoversi, di scegliere, di lottare, di combattere, di maggiore sviluppo, di possibilità di rimanere in quella terra.
Ma in Calabria ci sono pezzi dello Stato che si muovono tranquillamente a stretto contatto con personaggi della malavita, con sospettati e indagati. Pezzi delle istituzioni che si muovono in quel contesto, che ricevono appoggi e consensi elettorali e in cambio garantiscono favori e interessi !
In Calabria si vive sotto una pressione fortissima. Ne sono vittime i magistrati, i giornalisti (oltre 30 cronisti sono stati minacciati e avvertiti dalle cosche di non scrivere, di non raccontare, ), gli imprenditori, i politici in prima linea che ci sono e sono tanti, liberi professionisti, medici, uomini della chiesa.
Per ognuno di loro che fa il proprio dovere e che lotta per la legalità, cè un minaccia concreta, un attentato alle loro libertà, un avvertimento per loro e per le loro famiglie.
In questo contesto, la decisione di inviare lesercito a Reggio Calabria appare del tutto insoddisfacente, direi superficiale, una risposta che fa notizia ma non è sufficiente. A Reggio, come in buona parte della Calabria, occorrono uomini, mezzi,risorse per le procure, per le questure e le altre forze di polizia, occorrono nuove e moderne tecnologie a supporto del lavoro degli inquirenti, occorre sicurezza, una forte presenza delle forze dellordine sul territorio. Più magistrati e più poliziotti significa fronteggiare con determinazione la forza della ndrangheta.
Nel contempo, per tornare alle bombe e alle minacce di Reggio, una domanda sorge spontanea:
ma chi trae beneficio da questo clima, da questi attentati contro i magistrati? Si tratta di fatti che creano una forte reazione nazionale, ma provocano anche una reazione delle istituzioni colpite che poi porta ad un più duro contrasto della criminalità. Il clima che si respira a Reggio è simile a quello del periodo delle strategie stragiste degli anni scorsi in Italia.
Anche gli attentati alla Procura generale, per le funzioni che questa svolge e che non toccano i processi che portano a sentenze di condanna, a chi sono utili? A chi giova intimidire il Procuratore Generale?
Forse si intende spostare lattenzione, distogliere forze di investigazione e i magistrati dal loro impegno quotidiano? Ci sono obiettivi che puntano ad aggravare il clima e il quadro generale?
Al Comune di Reggio Calabria vi sono numerosi amministratori e consiglieri comunali e circoscrizionali che a vario titolo sono stati individuati come interlocutori di personaggi di rilievo della criminalità organizzata, i giornali hanno pubblicato intercettazioni inquietanti che svelano il loro impegno a favore dei citati personaggi, lex sindaco Scopelliti è più volte citato da pentiti per il rapporto definito di amicizia e di voto, le inchieste giudiziarie contro la criminalità organizzata evidenziano la sua capacità di infiltrarsi nelle amministrazioni locali ..
ma a che punto è una valutazione su queste vicende e sul Comune di RC?
In altri Comuni come Cardeto sono stati arrestati o indagati amministratori in operazioni contro la criminalità organizzata, si è cambiata strategia o si procederà allo scioglimento di detti Comuni?
Vorrei approfondire per un attimo la situazione del Comune di Reggio Calabria.
Che si trova in una situazione finanziaria disastrosa, che ha portato ad una paralisi dei pagamenti, allesplosione di decreti di pignoramento contro le casse comunali persino da parte delle società miste con azionista di maggioranza il Comune, alla paventata interruzione delle forniture idrica, di energia elettrica etc.
Avviene puntualmente un ritardo nei pagamenti degli stipendi ai dipendenti, tanto che le organizzazioni datoriali: CONFINDUSTRIA, CONFARTIGIANATO, CONFESERCENTI, hanno più volte evidenziato distrazioni dei fondi vincolati e ritardi nei pagamenti degli stati di avanzamento dei lavori superiori allanno con conseguenti ingenti danni erariali.
Considerato che i consiglieri di opposizione e lo stesso sindaco facente funzione hanno dichiarato alla stampa di non avere ricevuto il bilancio analitico e un quadro chiaro della situazione economica e finanziaria del Comune, ci chiediamo: Cosa aspetta il ministero a mandare una ispezione, una verifica, un accertamento delle reali condizioni del comune?
O forse si attende che si crei un nuovo caso Taranto, Catania .Roma . con centinaia di milioni di euro ripianati dal Governo con i fondi FAS?
UNA COSA CHE ANCORA ADESSO GRIDA VENDETTA, TANTO CHE E PROFONDA INGIUSTA E ILLEGITTIMA.
Rapporto tra politica e criminalità, un grande problema irrisolto per il sud e la Calabria in particolare. Che anzi si va sempre più aggravando.
Una risposta, non del Governo, ma per iniziativa parlamentare e cè qui la collega Napoli che ne ha fatto una battaglia da una vita, mentre chi vi parla e altri colleghi hanno contribuito con apposite proposte di legge,
quindi una risposta del parlamento viene proprio in questi giorni.
Ll’ approvazione della legge sul divieto di propaganda elettorale.
Ora va subito applicata, e occorre verificare l’intreccio mafia-politica”.
Si tratta di Disposizioni concernenti il divieto di svolgimento di propaganda elettorale per le persone sottoposte a misure di prevenzione, appena approvata dal senato in via definitiva”’.
”Si tratta di una legge che può rappresentare un effettivo colpo alla mafia e alle sue possibilità di influire sulle elezioni, di condizionare il voto, di penetrare così nelle istituzioni. La legge, per la quale dobbiamo ringraziare il suo ispiratore Romano De Grazia, già magistrato della Cassazione, e’ un valido contributo contro il voto di scambio, contro le infiltrazioni mafiose. In alcune regioni meridionali, l’influenza delle cosche e’ molto forte, e di cio’ risentono nelle istituzioni locali e regionali dove si annidano collusi e amici degli amici.
La Legge e’ uno strumento importantissimo nella lotta contro le mafie che stanno aggredendo e condizionando le nostre istituzioni!.
In città come Reggio, speriamo possa servire a quanti, pur ai vertici di istituzioni importanti, non si attardano ad andare a pranzo con personaggi al quanto pericolosi, esponenti di certe famiglie, mentre ci sono anche esponenti politici che poi ricevono persino nei municipi alcuni rappresentanti delle solite famigli, ai quali mettono a disposizioni uffici e personale.
Questo accade in Calabria, a Reggio Calabria. Questo intreccio, questi collegamenti, noi speriamo non si debbano mai più ripetere.