Ma Renzi non è il demonio
Forse di tantissime cose lo possiamo accusare. Non fosse altro perchè ha compiuto errori, come tutti coloro che fanno con tanta voglia di fare, correndo un po’ troppo, saltando passaggi.
Quello che però è insopportabile- e lo dice uno che ‘renziano della prima ora’ non è mai stato- è che dopo un paio di anni e mezzo di governo si possa accusare Renzi di essere l’origine e la causa di tutti i mali. I mali di un paese che ha subito e pagato per vent’anni gli errori e le inadempienze dei peggiori governi della nostra storia recente. E di una classe politica del tutto inadeguata.
Più umiltà e meno politica degli annunci; più disponibilità al confronto e meno arroganza; più qualità e competenza in quanti lo circondano al partito e al governo; rifare il partito e rifarlo soprattutto nelle regioni e nei territori. Questo si può e si deve chiedere a Renzi.
Lo attaccano violentemente ( e spesso volgarmente) da tutti i fronti; ha contro i ‘poteri forti’ che non vogliono rinunciare a privilegi e storiche capacità di condizionamento; lo attaccano da destra e da sinistra, in un mare di qualunquismo sfacciato e insolente che sta creando tanti guasti in una società sempre più impaurita.
Nel 2011 il paese stava sprofondando in un girone infernale in cui già si trovava ( e si trova ancora) la Grecia. Eravamo ad un passo dal baratro. Poi un deciso e pesantissimo periodo di sacrifici e di violenti tagli.
Il paese è fuori pericolo, oggi sta meglio di 5 anni fa, ma c’è ancora molto da fare per lo sviluppo, il lavoro, la redistribuzione della ricchezza, il sud, i giovani, la giustizia sociale.
Il governo ci sta provando, tanto è stato fatto, molto altro deve ancora fare. Si può discutere, ragionare, criticare, contestare. Ma il percorso per l’uscita dalla crisi è già avanti. E tante leggi sono state approvate negli ultimi due anni, alcune hanno inciso positivamente, altre sarebbero da rifare.
Ma fare di Renzi il nemico da abbattere, quasi fosse un demonio responsabile di tutti i mali del paese, è veramente incomprensibile e fuori da ogni verità.
Soprattutto quando si sentono le voce acide di coloro che questo paese lo hanno veramente ridotto a brandelli, lo hanno devastato, ridotto in macerie.
E negli ultimi 20 anni, 15 dei quali governati dal centrodestra, responsabilità e colpe sono di tanti. Ma veramente tanti.
Ora Renzi deve cambiare passo, ascoltare con attenzione i consigli e le voce degli altri, soprattutto della gente che soffre. Dovrebbe rifare il partito e il governo adeguandoli ad un tempo assai difficile. Non abbia paura, vada avanti con un passo ed uno spirito nuovo.
Metta mano a tutto quello che di imbarazzante c’è nel partito, soprattutto nei territori e nelle periferie. Abbia il coraggio e la forza dell’umiltà, di quell’umiltà che sanno avere i grandi quando la strada si fa stretta e i pericoli incombono.
Un vero leader non è colui che si innamora di se stesso e del suo pensiero. Semmai è colui che prosegue la marcia con passo spedito: ma si circonda di buoni consiglieri. E ogni tanto li ascolta.
p.s.: Ho letto l’intervista di D’Alema al Corriere. Leggere D’Alema e quanti come lui hanno idee diverse e spesso non condivisibili, può essere utile. Aiuta a guardare avanti con forte convinzione.
Ho sentito Brunetta in un diluvio di dichiarazione. E mi è venuta la pelle d’oca.
La Calabria? E’ un po’ come tutto il sud: facciamo finta di niente! Vogliamo che l’implosione sia totale e irreversibile? Continuiamo così, un po’ come la classica orchestra del Titanic. Continuiamo come se nulla fosse accaduto, come se nessuno fosse responsabile.