Ma qualcuno sa quando si voterà in Calabria?
Non appena la Presidente ff, Stasi (immediatamente e pubblicamente supportata dall’ombra del vero presidente, Scopelliti) ha fissato la data del 12 ottobre per le regionali, scrissi che si trattava di un inganno.
Non c’è voluto molto per capire che quella data sarebbe stata un tranello prima di tutto per il Pd. Il Pd l’ha accettata subito, facendo bene, ma sapeva benissimo che si trattava di una data impossibile da rispettare ( per non parlare delle primarie per legge regionale: un altro inganno, dai costi insopportabili, quindi privo di copertura finanziaria e di qualsiasi certezza tecnico-organizzativa).
Dopo qualche giorno è intervenuto addirittura il presidente del consiglio regionale, Talarico, per stoppare la presidente ff della Giunta (Stasi): non puoi indire le elezioni perchè lo statuto regionale modificato non è ancora entrato in vigore. Se ne parla a settembre!
E non solo: Talarico ha chiaramente detto che senza le necessarie modifiche alla legge elettorale regionale non si vota, oppure si rischia di eleggere un Consiglio regionale a rischio, probabilmente illegittimo. Ecco il testo a firma Talarico:
“
questa Presidenza ha intenzione di convocare (
) una seduta di Consiglio regionale al fine di apportare le dovute modifiche alla Legge elettorale, modifiche da effettuare in considerazione della impugnativa della citata norma, da parte del Governo, innanzi alla Corte Costituzionale. Detto adempimento si ritiene opportuno e necessario per evitare eventuali contenziosi subito dopo la tornata elettorale).
Per cui: il 12 ottobre non si può votare, lo ha certificato Talarico. Forse nemmeno a novembre. C’è il serio rischio che si finirà a marzo con tutte le altre regioni. Lo scenario potrebbe essere proprio questo.
Un piano voluto e organizzato dall’uscente maggioranza di centrodestra, per rendere le prossime elezioni regionali un caos ingestibile, senza più alcun vantaggio per il centrosinistra, con un pd a rischio implosione. E a molti questo fa solo piacere (molto meno ai calabresi).