Le elezioni di aprile
Qualcosa di imprevisto, invece, è successo. E non possiamo non tenere conto del fatto che lItalia è uscita spaccata in due dal voto del 9 e 10 di aprile.
Sembravano elezioni dallesito scontato: tutti gli analisti e tutte le indagini davano netta la vittoria del centro-sinistra alle elezioni politiche nazionali del 9 e 10 di aprile. Anche il clima che si respirava lungo le mille piazze dItalia, così come il vento che soffiava tutto da una parte, anche il malessere diffuso fra gli italiani, così come il forte senso di insoddisfazione e di timore per la crisi economica e per il futuro delle famiglie e dei giovani,lasciavano capire che una svolta era nellaria. Tutto, davvero tutto, sembrava indicare nettamente la vittoria dellopposizione. Ci avevano scommesso ovunque; e nessuno alla vigilia del voto sembrava pensarla diversamente, in Italia come allestero. Qualcosa di imprevisto, invece, è successo. E non possiamo non tenere conto del fatto che lItalia è uscita spaccata in due dal voto del 9 e 10 di aprile. Come è accaduto per la Germania qualche mese fa; come accadde per lAmerica di Bush e Gore. Solo che il nostro Paese non può permettersi una spaccatura così lacerante e così profonda, visto anche lo scarso senso dello Stato che hanno in Italia Berlusconi, Bossi e C. In Germania e negli Stati Uniti la divisione è stata superata in pochissimi giorni e i Paesi hanno ricominciato a crescere grazie a governi stabili e ad uomini politici che hanno saputo guardare prima di tutto ai bisogni della collettività. Il voto alle ultime elezioni politiche nel nostro Paese ci ha restituito unItalia difficile da capire. Probabilmente distante, troppo distante, dalla classe politica che non ha saputo leggere fra le righe del Paese. Non ha saputo comprendere per tempo quello che gli italiani volevano. Il centro-sinistra, e lUlivo in particolare, non può sottovalutare lesito del voto; non può far finta di non aver capito che qualcosa è mutato radicalmente nella coscienza degli italiani. Con ogni probabilità, il berlusconismo ha provocato danni gravissimi al Paese: ha distrutto la sensibilità degli italiani, ha cancellato la coscienza civile, ha avviato una fase di pericolosa deriva populista e qualunquista che sarà difficile contenere. Ma non basta solo questo. Anzi, sarebbe tragico se il centro-sinistra non cercasse anche le proprie responsabilità in merito ai risultati del 9 e 10 aprile. Dobbiamo chiederci, e tentare di darci una risposta al piu presto, il perché lopposizione a Berlusconi non abbia convinto fino in fondo il Paese; perché non abbia saputo parlare agli italiani; perché non ha saputo ascoltare la voce silenziosa che saliva dal Paese e che chiedeva altri discorsi, altri impegni, altre certezze. Che noi non abbiamo saputo dare allItalia e agli italiani.Con gli probabilità, unepoca – quella dei partiti e dalla politica del 900- è finita per sempre. Molto probabilmente, e nonostante i voti raccolti, il berlusconismo si avvia verso il viale del tramonto. Ma detto questo, la domanda da porci è la seguente: qual è la proposta vera, nuova, da terzo millennio che il centro-sinistra può dare al Paese per ottenere una fiducia forte e piu convincente per il governo dellItalia? Quali nuovi strumenti dobbiamo darci per consentire alla Politica di essere meglio accettata dal Paese? Con quale classe dirigente intendiamo avviare una nuova fase politica? Dove intende andare, come e in quanto tempo, lUlivo e il motore riformista del centro-sinistra? Lunica cosa certa, a mio avviso, è che abbiamo la responsabilità di dare al Paese, al piu presto, un Progetto nuovo per costruire un nuovo Paese.
Franco Laratta