Lo scandalo degli ospedali di montagna in Parlamento.
Con l’arrivo dell’inverno, a rischio decine di migliaia di cittadini di Acri, San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno e Soveria”!
Pieno sostegno al sindaco di Soveria Mannelli, Giuseppe Pascuzzi che ha deciso di adire il Tar contro il depotenziamento del locale ospedale. La decisione è stata assunta dal consiglio comunale di Soveria del centro catanzarese e punta allannullamento delle decisioni assunte dal Commissario per lattuazione del Piano di rientro, Scopelliti. Sullo stesso piano si sono mossi anche altri ospedali delle aree interne calabresi.
Secondo l’on. Laratta, con le decisioni di Scopelliti sono fortemente a rischio i livelli essenziali di assistenza e il diritto alla salute per come sancito dalla Costituzione e dalla leggi dello Stato.
Il presidio ospedaliero di Soveria Mannelli ha sempre garantito le prestazioni sanitarie ai cittadini di un’area che vive in condizioni di profondo disagio nel corso dei mesi invernali. Il suo depotenziamento, anticamera della soppressione vera e propria, comporterà gravi rischi per i cittadini di un’ampia zona, i quali non troveranno un presidio ospedaliero nel tempo massimo di 50/60 minuti.
Ma ad essere in forte discussione, sostiene l’on. Laratta, è tutto l’impianto del Piano di Rientro del Presidente Scopelliti, soprattutto nella parte in cui provoca una rottura del diritto alle cure e all’assistenza nelle zone interne e nelle aree di montagna della Calabria. I cosiddetti ‘Ospedali di Montagna’ di Acri, San Giovanni in Fiore, Soveria Mannelli e Serra San Bruno (previsti dal Piano di Rientro) sono soltanto una presa in giro, perché non garantiscono in alcun modo i livelli essenziali di assistenza, sono stati ridotti a null’altro che a poliambulatori senza alcuna somiglianza con gli ospedali veri e propri. Nel corso dei lunghi e freddi inverni della montagna calabrese, decine di migliaia di cittadini si troveranno senza pronta assistenza, senza punti nascita, senza sale operatorie e senza reparti con i primari. Un rischio grave per ampie fasce della popolazione calabrese che, improvvisamente, faranno un salto indietro di 40 anni!”.
L’on. Laratta ha affermato che ancora una volta chiamerà in causa il ministro della Salute affinché intervenga sulla gravissime conseguenze del Piano di Rientro adottato in Calabria.