Libera informazione in Calabria, conflitti di interessi, il ruolo di Corecom e i “gravissimi” illeciti
Interrogazione urgente
Al sig. Presidente del Consiglio
Al sig. Ministro dello Sviluppo Economico
Da parte degli onn.: Dario Franceschini, Paolo Gentiloni, Franco Laratta, Maria Grazia Laganà Fortugno, Doris Lo Moro, Cesare Marini, Marco Minniti, Nicodemo Oliverio, Rosa Villecco Calipari
Per sapere premesso che
Il Ministro dello Sviluppo Economico ha firmato in data 21 dicembre 2011, i decreti ministeriali che fissano le date per il passaggio alla tv digitale nel 2012.
In attuazione del calendario nazionale, che prevede la conclusione dello “switch off” in tutto il Paese entro i primi sei mesi di quest’anno, è stato prevista lo scaglionamento per le regioni ancora da digitalizzare. Per la Calabria la tempistica prevede due fasi: per la provincia di Cosenza e di Crotone il termine fissato è dal 24 maggio al 8 giugno 2012, mentre le restanti province dall’11 al 30 giugno 2012. Entro questa data le emittenti televisive della Calabria devono attenersi alle disposizioni ministeriali abbandonando definitivamente l’analogico.
L’otto febbraio 2012 il Corecom Calabria, fresco di nomina da parte del Consiglio regionale della Calabria, nel recepire gli indirizzi ministeriali ha diffuso una nota apparsa sulle agenzie di stampa con cui comunica “laconsapevolezza che il passaggio dall’analogico al digitale terrestre costituisca un processo molto delicato, sia perché coinvolge molte imprese tv private sia perché riguarda l’informazione, settore molto importante per la crescita della vita politica, culturale e sociale della nostra regione. “Per questo – proseguono – il Corecom Calabria ha rappresentato al Presidente della Giunta, On. le Giuseppe Scopelliti, e al Presidente del Consiglio, On. le Francesco Talarico,l’esigenza di prevedere idonei interventi di sostegno finanziario alle emittenti locali registrate presso il Corecom“. “Interventi già previsti” – evidenziano il Presidente del Corecom Sandro Manganaro ed i Commissari Gregorio Corigliano e Paolo Posteraro – “dalle Regioni Piemonte, Marche, Molise, Abruzzo, Lombardia, Emilia-Romagna, Campania, Toscana e Puglia che hanno già stanziato sia fondi comunitari che regionali per il sostegno delle televisioni locali”. I vertici Corecom concludono dicendo che “In Calabria, affinché il passaggio al digitale terrestre avvenga senza disagi per gli utenti, l’emittenza locale – come e più che altrove – deve essere sostenuta negli impegni e nei costi necessari per gli interventi tecnologici indispensabili per l’adeguamento alla nuova piattaforma di trasmissione”.
Le numerose imprese radiotelevisive presenti in Calabria da tempo attendevano questa svolta epocale determinata dall’evoluzione dei sistemi tecnologici e digitali. Imprese che hanno dovuto fare i conti con una crisi senza precedenti e di conseguenza hanno sofferto e soffrono una contrazione di finanziamenti, tanto da costringere alcuni imprenditori a dimezzare o addirittura azzerare le proprie strutture col licenziamento di molti giornalisti e tecnici per assenza di risorse e in presenza di un mercato commerciale ormai saturo. Un panorama, quindi, che presenta molte criticità.
Detto questo, balza agli occhi dell’interrogante la strana coincidenza dell’avvicendamento al Comitato regionale per le comunicazioni. Insediatosi a settembre 2010, venne sciolto per poi essere ricostituito a gennaio 2012 dal presidente del Consiglio regionale, On.le Francesco Talarico. Appena un anno e mezzo di vita, dunque. La presidente del disciolto Comitato, Avv. Silvia Gulisano – da quanto si è appreso sulla stampa – ha denunciato circostanze molto gravi tra cui “violazioni costituzionali, della legislazione nazionale, eccesso di potere, violazioni delle leggi regionali, illegittimità, omissioni, abusi e persino il sospetto di documenti falsi o manomessi”. Finora tutto presunto, ma rimane sospetta, sul piano politico, la nomina di due vertici nell’arco di un anno in seno alla stessa maggioranza cui spettano, secondo la “ripartizione partitica”, due componenti su tre.
Quali siano i contorni di questa vicenda potrà meglio chiarirlo l’ex presidente Gulisano, la quale ha anche reso noti gli elenchi dei partecipanti alla selezione da cui, si legge dalla stampa, non apparirebbero alcuni nominativi che costituiscono l’attuale Comitato.
A fine dicembre 2011, contestualmente all’emanazione della norma che regola la transizione dall’analogico al digitale terrestre, viene annunciata a Crotone il debutto sul digitale terrestre di una nuova televisione denominata “Esperia Tv”, un canale pronto per il digitale terrestre di proprietà del gruppo imprenditoriale guidato da Massimo Marrelli. Iniziativa senza dubbio plausibile, la quale può contribuire ad un maggiore pluralismo dell’informazione nonché alla creazione di nuovi posti di lavoro. Non ci sarebbe nulla da eccepire (anche perché delle proprie iniziative gli imprenditori si assumono i propri rischi) se non fosse perun piccolo manon irrilevantedettaglio: Massimo Marrelli, oltre ad essere il fondatore di un polo odontoiatrico di grande importanza, la “Calabroadental”, risulta essere anche il consorte della Vicepresidente della Giunta Regionale della Calabria, dott.ssa Antonella Stasi, quella stessa Regione sollecitata da un rinnovato e solerte Corecom “a prevedere idonei interventi di sostegno finanziario alle emittenti locali registrate presso il Corecom“. Da quelle che sono le informazioni dell’interrogante, la neonata Esperia Tv (canale digitale terrestre, 87), risulta essere registrata presso il Corecom Calabria. Quindi,si deduce che l’imprenditore Massimo Marrelli è in grado di percepire i finanziamenti assegnati dalla Regione Calabria di cui la moglie è Vicepresidente. E’ del tutto evidente che siamo davanti ad un conflitto di interessi di grandi proporzioni che richiama alla mente altri ben noti conflitti nel pianeta radiotelevisivo italiano che hanno provocato scontri politici durissimi nel Paese. Conflitti che oltre a produrre concorrenza sleale mortificando non solo il ruolo, la dignità e la professionalità di tante imprese sane che si sono distinte per capacità nel comparto radiotelevisivo calabrese, ma danneggia l’immagine e la credibilità del sistema complessivo nei confronti dei cittadini utenti che sono destinatari ultimi di una informazione trasparente e plurale che tutti gli imprenditori del settore sono chiamati a garantire.Oltretutto, trattandosi di una nuova iniziativa editoriale, Esperia Tv non deve preoccuparsi della transizione dall’analogico al digitale terrestre prevista dal ministero dello sviluppo economico per le imprese esistenti ma si ritrova in una posizione di vantaggio nella conquista del mercato radio televisivo e nella raccolta pubblicitaria.Un fatto che fa nutrire forti perplessità e disagi per il futuro delle imprese esistenti.
TUTTO CIÒ PREMESSO, SI CHIEDE DI SAPERE
Se il governo è a conoscenza di quanto su esposto e, per quanto di sua competenza, cosa intenda fare:
-riguardo al palese conflitto che interessa la Vicepresidente della Giunta Regionale della Calabria, Antonella Stasi e il suo consorte Massimo Marrelli;
-sulle azioni di dubbia liceità nell’arco temporale in cui si sono registrate lo scioglimento del Corecom, (insediatosi a settembre 2010), la nomina del nuovo (gennaio 2012) e il debutto sul digitale terrestre (febbraio 2012) della nuova iniziativa editoriale Marrelli-Stasi;
– in merito all’attività svolta dal Corecom Calabria relativamente aigravissimi illeciti denunciati dall’allora presidente dello stesso Organismo.