Legge elettorale: rottamazione e preferenze
E ormai chiaro a tutti quanto sia forte e impellentela necessità di una grande svolta nella vita politica italiana. Soprattutto la necessità di ripensare drasticamente al ruolo e alla funzione dei partiti. Mette al primo punto lapprovazione di una legge che ne disciplini la formazione, il funzionamento, il rispetto delle minoranze interne.
Il clamoroso successo di Grillo dice molte cose.E inutile derubricare il tutto come fosse una pagliacciata (molte cose lo lasciano capire, ma è il modo di parlare di Grillo, altro non sa fare!). In realtà, non si tratta solo di un fenomeno da baraccone, destinato a finire rapidamente (anche se così sarà). Il passaggio di Grillo nel campo della politica avrà leffetto di uno tsunami! E lo vedremo alle elezioni politiche di primavera. Anche con gravi conseguenze per la tenuta delle istituzioni.
Così come ha una forza notevole lavvento di Renzi nel pd.Tratta argomenti molto sentiti dalla gente comune. Lo fa con la sua carica, il suo linguaggio, la sua storia politica. Porterà molti benefici al pd se dopo le primarie, chiunque ne esca vincitore, ci si troverà tutti insieme per governare il Paese.
Il pd,dopo una prima sottovalutazione, capisce bene che nulla potrà più essere come prima. Impedire un grande rinnovamento della classe dirigente, degli uomini, soprattutto dei metodi, non è più praticabile. E il primo a volerlo il rinnovamento, è proprio Bersani, che al di là di tutto appare sempre più un leader forte e competente.
E non si tratta solo di applicare la regola delle tre legislature.Perché la valutazione di merito va fatta anche per chi di legislature ne ha una sola! Se non hai fatto bene il sindaco o il parlamentare, non può essere automatica la riconferma, anche se si tratta di una sola legislatura. Non basta.
In sostanza:rottamazione è unespressione volgare, ma che dà lidea. Rinnovamento, in termini di qualità e merito, è decisamente meno dozzinale, ed la strada che i partiti devono rapidamente imboccare. Senza eccedere con le deroghe, che hanno senso se si tratta di eccezioni, ma sono inaccettabili se somigliano troppo alle deroghe che fece il pd alle ultime regionali calabresi.
Ad aiutare il Pda cambiare e a presentarsi agli elettori con un volto nuovo e un progetto profondamente alternativo al ventennio berlusconiano, devono essere gli stessi dirigenti che siedono in parlamento e nelle altre istituzioni da oltre 15 anni. Veltroni ha dato una lezione di stile, soprattutto perchè la rinuncia viene dal fondatore e primo segretario del partito. Così pure ha dato una bella lezione DAlema, forte di una storia straordinaria, così come Castagnetti e tanti altri che si stanno facendo da parte.
Sul tema della legge elettorale,non nascondo di non trovarmi pienamente daccordo con il mio partito! Semmai si farà una nuova legge elettorale (attualmente affossata al senato dove pdl e Lega hanno la maggioranza assoluta), dovrà essere una legge che risponda alle esigenze del Paese e dei cittadini. E sappiamo che gli italiani vogliono tornare ad un sistema elettorale con le preferenze.
Si lo so,le preferenze sono fonte e causa di corruzione, aumentano il rischio di infiltrazione malavitosa, provocano unimpennata dei costi delle campagne elettorali, non aiutano giovani e donne ad entrare in parlamento. E poi cè Fiorito e tutti quei consiglieri regionali (eletti con decine di migliaia di voti di preferenza) al centro di unondata di devastante corruzione.
Ma cè un ma! Dopo la brutta pagina del porcellum, la gente, la stragrande maggioranza degli elettori, vuole scegliere il proprio rappresentante. Vuole scrivere nome e cognome sulla scheda. Punto e basta.
Possiamo ignorare questa richiesta così fortee urlata?
Io credo di no.E giusto che gli italiani tornino a scegliere direttamente i propri rappresentanti