Legalità ma non cultura del sospetto
E necessario e utilissimo fare pulizia del marcio che pure cè, della corruzione che abbonda e che alcuni di noi denunciamo pubblicamente da molto tempo, sempre inascoltati, e qualche volta considerati bastian contrari o dannosi moralisti!
E opportuno e indispensabile avviare tutte le inchieste necessarie, portandole presto a termine; così come è urgente bonificare i partiti, le imprese, le istituzioni ammalate.
Ma non possiamo far passare lidea che chiunque viva, operi e agisca in Calabria sia da galera. Perché non è così. Perché questa logica finirà per ammazzare questa terra.
Occorre fare presto nel fare chiarezza riguardo alle inchieste che toccano la classe politica: che deve essere immacolata e al di fuori di ogni sospetto. Ed i partiti fanno benissimo a non candidare i condannati o chi è coinvolto in indagini particolarmente gravi (il Pd è stato il primo a deciderlo, chi scrive lo ha proposto da molto tempo con articoli sulla stampa); ma è necessario lasciar lavorare in pace la magistratura che, nel minor tempo possibile, con competenza e tanta serenità, deve concludere le indagini e processare chi ha commesso illegittimità e illegalità, per fare quindi chiarezza e restituire alla politica e alle istituzioni la necessaria dignità e autorevolezza. Oggi quasi del tutto smarrite, e non solo in Calabria.
Mi auguro la massima chiarezza anche per la vicenda che ha coinvolto diversi esponenti delle istituzioni calabresi. Per loro il clima di sospetto è molto grave. E grave sarebbe immaginare che tutti sono colpevoli, perché così alla fine non sarà. Allora è necessario continuare a lavorare con serenità, attendendo la conclusioni delle indagini e i processi che faranno giustizia. Ma questo è un momento molto duro, che sta piegano la nostra regione, e che non è utile enfatizzare o liquidare con facilità. Né farne terreno di scontro politico, che alla fine non gioverà a nessuno.
Anche nel mondo dellimpresa è necessario fare pulizia, agendo con determinazione, evidenziando e colpendo le aziende corrotte e colluse da quelle sane che operano con onestà e immense difficoltà nella nostra regione.
Ho visto con quanto clamore si è parlato della vicenda che riguarda
Ho letto la relazione della commissione antimafia sulla quale sarebbe necessario aprire una discussione , e devo dire che mi ha fatto pensare molto leditoriale in prima pagina del direttore Matteo Cosenza, sul Quotidiano della Calabria di ieri 22 febbraio.
Su tutta questa vicenda ho notato nelle cifre e nei dati a mia disposizione alcune contraddizioni, così come ho letto analisi approssimative. Anche in questo caso occorre fare subito chiarezza, visto che il fatto coinvolge una grande azienda con migliaia di lavoratori calabresi e un notevole indotto. Che rischiano di pagare un duro prezzo se non si fa subito luce sulla vicenda. La magistratura, che nel recente passato aveva avviato e chiuso alcuni accertamenti, ora saprà farlo in maniera definitiva, nel rispetto della verità e della giustizia. E fino a quando ciò non avverrà, è opportuno evitare il fango, le illazioni, le gogne mediatiche e le sentenze sommarie. Occorre far luce al più presto, chiarire le responsabilità e punire se cè da punire, ma anche ridare serenità a chi opera, soprattutto se non ha nulla da temere.
E urgente liberarci da questo clima di sospetti che si è venuto a creare. Abbiamo il dovere e la necessità, ognuno nel proprio ruolo, di pretendere chiarezza, di agire avendo sempre davanti lobiettivo di ridare fiducia alla Calabria e ai calabresi, di restituirle unimmagine fatta di pulizia, onestà, correttezza. Che in Calabria non sono affatto scomparse.
Se
Prima di tutto i politici, poi tutte le istituzioni, la magistratura, la chiesa, la cultura, le forze produttive e sociali, linformazione, abbiamo il dovere di far crescere quella Calabria sana e pulita che vive dentro di noi e che è ancora forte in tutti settori sociali.
Il fango non serve, tanto meno la cultura del sospetto.
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