Leader provvidenziali e partiti personali!
Un leader.: uno che sorrida sempre, che stringa le mani a tutti, che dia baci e abbracci a chiunque. E poi autografi, foto, barzellette per ogni occasione. Un capo, anzi perchè no?,uno showman.
Questo Paese si fonda su una forte democrazia parlamentare, tanto che non ha una sola Camera ma due; che ha moltiplicato gli Uffici e i Gabinetti oltre ogni eccesso; che elegge e nomina Consigli, Corti, Comunità, Assemblee sin dai comuni di 600 abitanti. Un Paese che si agita, si confronta, discute fino alleccesso: dai condomini alla Corte Costituzionale, passando dal suo pachidermico Parlamento, dai consigli regionali e fino ai consigli comunali. Discussioni, lacerazioni e votazioni: per tutto, per tutti.
Eppure questo Paese sente ciclicamente il bisogno di riconoscersi nell’ Uomo della Provvidenza.Vuole unLeader da acclamare, amare, venerare. Un Capopopolo. Un Presidente. Giovane o vecchio che sia, populista o qualunquista, basta che non dica mai di no, che non scontenti il popolo, che sappia dire le parole che il popoloama sentirsi dire : sole , cuore, amore (‘dammi tre parole’, un tormentone di qualche estate fa).
Niente progetti, solo sogni. Bastano alcuni semplici ed efficaci slogan e il leader trionfa. Un delirio di gente pronta a correre da una piazza ad un teatro, a seguire illeadernei salotti tv, da Porta a porta in giù.
Ovunque un bel comizione, tanti spot emille sorrisi di simpatia. E alla fine un sensuale: Vi amo, e gli indici di popolarità si impennano. Una cinquantina di seggi nel vituperato parlamento della Repubblica non mancheranno di sicuro. Aldo Moro o Enrico Berlinguer oggi non verrebbero eletti nemmeno in consiglio comunale: troppo grigi, noiosi, lenti!
Uomini della Prima Repubblica. Che non erano mai leader belli e simpatici, ma erano personalità vere, forti, spigolose, perfino antipatiche. Non compravano paginoni di giornali o giganteschi 6X3, per promuovere i faccioni da leader. Apparivano poco, parlavano tanto, ma non giocavano ad essere allegri e sorridenti a tutti i costi.
Nel ‘900, il primo grande leader, un verom conduttore, un autentico duce, lasciò il segno profondamente! Lui sì che piaceva nelle vesti del comandante in capo, in quelle di agricoltore, di incallito tombeur de femmes. Chiuse il parlamento, cancello la libertà di stampa e di espressione. Bastava solo lui davanti ad un popolo osannante. Il trionfo dell’antipolitica. L’Uomo della Provvidenza.Che dopo un ventenniolasciò macerie.Alleato del cancelliere tedesco, grazie alla sua inconsistenza davanti al ‘mostro tedesco’, l’Europa finì a ferro e fuoco. E lorrore dominò nel mondo!
Nel dopoguerra arrivò LUomo Qualunque di Guglielmo Giannini, allinsegna di Basta con i partiti! Riprendiamoci il Paese!
E Gianninilanciò il suo proclama: Mettiamoci al lavoro e cerchiamo di risolvere noi i problemi del nostro paese, senza fuoriusciti di ritorno, senza professionisti politici, senza mestieranti di chiacchiere. Basandoci sul primo punto nel quale converge laccordo di tutti noi e cioè nessuno deve romperci le scatole ogni Uomo e ogni Donna Qualunque consulti la sua coscienza e la sua intelligenza; pensi e, rifletta,torni a pensare e a riflettere, e ci mandi la sua idea e il suo consiglio, indirizzando allUomo Qualunque Ufficio Politico, Corso Vittorio Emanuele, 51, Roma!. E giù un trionfo popolare. De Gasperi? Troppo grigio e triste, megliol’UomoQualunque! Il Movimento di Gianniniarrivò in parlamento conmolti voti ed eletti. Qualunquemente, direbbe Albanese…! L Uomo Qualunque durò due anni, poi i suoi eletti finirono nel centro come a destra e perfino nellestrema sinistra.
Ma il primo vero grande leader populista , mago e prestigiatore, un attore dal talento immenso, è ‘sceso in campo’ agli inizi degli anni ’90: L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica perché non voglio vivere in un Paese illiberale, governato da forze immature e da uomini legati a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare’. Inseguito dalla magistratura, sospettato di aver avuto rapporti con la criminalità, al centro di scandali di ogni genere, ci ha lasciato dopo circa 20 anni in un cumulo di macerie morali, economiche e sociali. Con il sedere per terra. L’Europa, per non dire il mondo intero, ride ancora di noi. Ha quasi sempre battuto Prodi, sempre scuro in viso, incapace di ridere e perfino di comunicare!
L’imprenditore di successo, il grande comunicatore ha aperto, anzi spalancato, le porte al leaderismo qualunquista e sfacciatamente volgare. Scendere in campo, farsi un proprio partito, sistemare le proprie cose, annunciando di volere solo il bene comune e la salvezza del Paese. E così siamo passati da un partito per tanti leader (vedi Dc, Pci, Psi) a ‘un leader un partito’! Da Mastella a Scilipoti. Passando dal partito ad personam Di Pietro, (che ci lascia un atroce dubbio: ma lui è un uomo di destra o di sinistra?) e Dini (che non ci lascia alcun dubbio).
All”insegna della rozzezza e della volgarità era già arrivato Bossi con la sua Lega. Mentre Pannella con le sue storiche battaglie è sempre stato un leader fuori da ogni schema. Casini ha fatto un partito in parte vero da una costola dc moderata, ma con è sempren lui a regnare, nessun altro conta o decice. Perfinire a Vendola, dopo Bertinotti anche la sinistra a un partito che si affida ad un leader solo.
Laregola fondantedei partiti ad personam è una sola: comanda il capo! Non si celebrano congressi (se non con esiti scontatissimi), non ci sono regole, non esiste la democrazia interna. Mancando una legge che regoli la vita dei partiti (indispensabile, visto che ricevono finanziamenti pubblici), ognuno è libero di farsi un partito personale. Tanto gli italiani, notoriamente generosi in questo campo, non faranno mancare i voti.
Senza regole, senza democrazia, alla fine è pure arrivato un comico, un uomo che ha fatto dell’insulto, della volgarità e dell’aggressione verbale la regola, . E il Verbo si è fatto insulto, anzi bestemmia! Comico e miliardario, padre-padrone assoluto del suo movimento, imperversa nella piazze, mandando a tutti un elegantissimo vaffanc….! Ad iniziare dal Capo dello Stato. E’ certo che arriverà in parlamento con una valanga di voti e seggi. Se ne sentiva il bisogno.
L’ultimo, ma spero di sbagliarmi , in ordine di apparizione è un sindaco. Ben diverso e strutturato dai precedenti leader populisti. Il copione per ora è il solito: modernità, simpatia, spot, baci e abbracci per tutti. Vuole cacciare tutti coloro che sono in onda da un pezzo, ma non punta alla leadership del partito, ma direttamente alla premiership. Se vince si troverà fianco a fianco della Merkel, di Holland, di Obama o del suo successore. Anche loro da rottamare?
Una parola suMonti. Stile asciutto, freddo, misurato, dalla straordinaria competenza. Ma l’attuale presidente del Consiglio del nostro Paese, è già fuori moda. E stata una parentesi. Chiamato dal presidente della Repubblica a salvare ilPaese da un drammatico naufragio, oggi non lo voterebbe nessuno. Perché gli italiani vogliono scegliersi il leader più belloe più simpatico. Perché il Capo del Governo deve essere eletto dal popolo. Deve. Non cè scritto da nessuna parte, ma deve! E il capo del governo deve essere sempre sorridente, pronto, scattante. Perchè così lo vuole il popolo.
E sempre allegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al re, fa male al ricco e al cardinale diventan tristi se noi piangiam.
Franco Laratta