Le proposte di Tremonti per il Sud, ancora un inganno!
Le 4 proposte del Ministro Tremonti tradiscono ancora una volta la duplice veste di questo governo: federalista al Nord, con ampia autonomia fiscale per le regioni amiche, che potranno trattenere la maggior parte delle proprie risorse sul proprio territorio; centralista al Sud, dove le risorse territoriali sono poche, ma sono cospicui gli interventi comunitari e nazionali (Fondi FAS 85%, al Sud 15% al Nord) e rilevanti le somme risparmiate dai lavoratori e pensionati.
Insomma, se non può controllare la spesa sul territorio, assieme agli amici della Lega, il Governo di destra propone di accentrare tutte le risorse del Mezzogiorno in organismi statali:
- ai CNR i Fondi Europei, oramai rimasti gli unici fondi gestiti dalle Regioni, visto che i Fondi Fas dopo essere stati saccheggiati, sono stati sbloccati – dopo due anni – solo agli amici-nemici della Sicilia;
- alla Banca del Sud (nuova Cassa per il Mezzogiorno), i risparmi di una vita dei meridionali, così da poter coprire i buchi delle banche del Nord, visto che i miliardi di euro provenienti dalle nostre tasche e finiti nei Tremonti-Bond non sono bastati;
- alle Grandi Opere le risorse dello stato, considerato che tra le grandi opere vi sono il Ponte sullo Stretto (essenziale alla crescita del Sud, secondo l’attuale Governo) e la Salerno-Reggio Calabria, finanziata a spizzichi e bocconi, il cui completamento oscilla tra il 2015 ed il 2100, a seconda delle elemosine date o prese all’Anas dal nostro Tremonti, ma non la statale 106, la 18, la sgc 107, le Ferrovie nel Sud, la banda larga, i porti, le bonifiche, le navi affondate con rifiuti tossici, gli interventi per la legalità e la sicurezza;
- alle imprese zone a burocrazia zero, zone cioè che eliminino del tutto le strategie di sviluppo regionali e permettano ai cittadini ed alle imprese di costruire ciò che vogliono senza il fastidio di controlli sulla liceità dei capitali e delle iniziative proposte, senza considerare che questo governo delle libertà non è ancora riuscito a realizzare nulla sulla promessa di “un’impresa in un giorno”, cavallo di battaglia della campagna elettorale e caduto nel dimenticatoio nonostante i proclami di Brunetta di una pubblica amministrazione meno assenteista ma non per questo più efficiente.
Insomma, l’ennesimo Nobel dell’Economia a Tremonti per aver portato avanti con caparbietà e decisione la divisione dello Stato italiano in Nord, ricco, autonomo e federalista e Sud, povero, incapace e finanziatore del pingue Settentrione