L’assemblea nazionale del Pd
L’assemblea nazionale del Pd è chiamata a salvare il partito, a dare risposte certe alla domanda di cambiamento che viene dalla base, a mettere in campo una nuova squadra di dirigenti. A chiudere con la politica del ‘900.
Se il Pd avesse coraggio, ma coraggio veramente:
1) affiderebbe ad una squadra di giovani dirigenti la guida del partito per i prossimi mesi;
2) terrebbe entro l’autunno i congressi regionali e quello nazionale, assolutamente aperti, programmatici, senza alcun limite, senza tessere e senza confini;
3) darebbe vita, dopo i congressi, ad una nuova Alleanza politica, con gli italiani ‘liberi e forti’, con le associazioni di cittadini, con il mondo del futuro; che abbia come punti fondamentali: il lavoro, i diritti, la libertà, la cultura. Per andare così al voto in primavera.
Se il Pd avesse coraggio, andrebbe oltre il Pd. Perché è finito per sempre il tempo degli ex.
Ma il Pd deve ancora nascere nei territori, nelle periferie, nei mille circoli sparsi per tutto il paese.
Ovunque il Pd è rimasto, per lo più, una bella incompiuta. Una fusione fredda.
Una confusa Unione di ex Pci, ex Dc, ex Ppi, ed Pds-Ds, ex Socialisti, ex Margherita.
Ma di veri democratici nemmeno l’ombra.
Anche e soprattutto nei territori è giunta l’ora di chiudere con gli ingombri del ‘900. Con una storia importante, ma che oggi non può continuare a dettare legge. Perché non ha più niente da dire alle nuove generazioni.
Il Pd ha ancora una grande storia davanti. Ma é giunto il momento di aprire le porte del futuro.