Laratta sull’Anas: «Bilancio sfondato»
Da Il quotidiano di martedì 6 giugno 2006
Il viadotto della Ss 107 resta pericolante, il deputato analizza la faccenda
COSENZA – Dei birilli che delineano il tracciato ne sono rimasti in piedi solo un paio. Il punto critico è ancora lì: solito “tu-tum” che ti raggela il sangue. Sul viadotto Cannavino (lungo la Ss 107), meglio conosciuto come ponte di Celico (dal comune che attraversa), è cambiato poco o nulla. Da un paio di mesi a questa parte, dopo innumerevoli allarmi, c’è un semaforo che alterna il traffico. Un semaforo posizionato male, non c’è dubbio. Ma al momento pare l’unica soluzione di una storia di viabilità in Calabria. Il ponte è pericoloso. Nel bel mezzo della struttura c’è una crepa da brivido. Cade? Macchè, dicono gli esperti. Per chi ci passa due volte al giorno, però, gli scongiuri sono d’obbligo. E intanto l’estate si avvicina. Quel viadotto, nolenti o volenti, collega due provincie: Cosenza e Crotone, passando per quel polmone verde che è la Sila. Di turisti, fra luglio e agosto, su quella strada (e quindi su quel ponte) ne passano a migliaia. Il disservizio, allora, diventa più pesante. L’onorevole Laratta, deputato in forza alla Margherita, ha particolarmente a cuore i problemi della Ss 107. Già nei mesi scorsi si interessò della faccenda.
Deputato, per chiamarti come piace a Bertinotti, il viadotto Cannavino è ancora a traffico alternato.
«La situazione di quel ponte è gravissima. Il pericolo è concreto e la soluzione adottata non risolve il problema. Lo rinvia soltanto. A tutto questo si aggiunge il dramma di non avere un’alternativa per collegare Cosenza a Crotone: la vecchia statale è in condizioni ancora peggiori. Serve una soluzione definitiva e in breve tempo».
Sì, ma intanto di operai Anas a lavoro su quel tratto, manco l’ombra.
«L’AnasS certo. Ma se non hanno manco il gasolio per mettere a moto il taglia erbe. Pensa che gli operai hanno rispolverato le vecchie falci. Il governo Berlusconi ha lasciato l’Anas senza alcuna risorsa. A luglio chiuderanno i cantieri senza alcuna certezza di riapertura a settembre. C’è uno stato di completo abbandono. L’intera viabilità calabrese è in uno stato comatoso. Hanno mortificato una grande azienda qual è sempre stata l’Anas».
Come uscirne, allora?
«Non sarà facile. Lo ha detto anche il ministro Padoa Schioppa, ci aspettano sette-otto mesi di difficoltà finanziaria. E in questo scenario per la viabilità regionale non vedo un futuro molto roseo».
Ma l’estate è alle porte, e non c’è tempo per i calcoli: servono misure urgenti, non credi?
«Sì, ma qui non si tratta di fare i conti con un solo ente in deficit, cioè l’Anas. E’ tutto il resto che non aiuta: c’è una situazione finanziaria molto critica in ogni settore. Il governo precedente ha pensato solo ai condoni».
Parliamo di politica regionale: Loiero è pronto per il rimpasto.
«Quale rimpasto. Penso che prima vada fatta un’accurata verifica politico-programmatica. Si è totalmente perso il valore della vittoria del 2005. Ci sono ritardi in molti settori gestiti dall’amministrazione regionale. Ed è molto riduttivo pensare solo all’ingresso della Margherita in giunta. Vanno studiate, dopo un’attenta riflessione, nuove soluzioni, nuove strategie. Non è cambiando un assessore che si risolve il problema. Loiero non ha certo aiutato a mantenere lo spirito unitario della coalizione, anzi l’ha indebolita».
E perché l’avrebbe fatto?
«Evidentemente voleva muoversi con più libertà, senza accettare il confronto e il contributo di forze politiche e sociali. La sua trafila di partiti, dal Codacons di ieri, al Pdm di oggi, e magari fino all’Udeur, sono solo piccole idee che non possono rispondere ai gravi problemi della Calabria. Prima delle Politiche, a voi del Quotidiano, aveva detto che se avesse ottenuto meno del 7% avrebbe tratto le sue conclusioni. Non mi sembra l’abbia fatto».
Il tuo rapporto con l’asse Loiero-Pirillo sembra oramai logoro. Ultima prova la polemica di Amantea con l’assessore regionale.
«L’attacco, in chiaro linguaggio ingiurioso stile Pirillo, non merita risposte. Penso che a Pirillo abbiano già risposto gli elettori del tirreno cosentino, fino a ieri un vero feudo dell’assessore regionale. E’ evidente che la carriera politica di Pirillo volge ormai al tramonto».
E allora che fare di questa Calabria?
«Rifletta bene il presidente Loiero e torni ad essere il presidente di una grande ed unita coalizione, e non il capo di un partitino fatto da amici, compari e dirigenti. Noi siamo pronti a fare la nostra parte per una nuova stagione politica. Se lo merita la Calabria tutta».
Biagio Simonetta