LAMEZIA TERME – «Sulla proposta di legge ‘Lazzati’, presentata alla Camera all’inizio di questa legislatura, con la firma bipartisan di oltre un centinaio di parlamentari, registro la positiva presa di posizione del vicepresidente del consiglio regionale della Calabria, Roberto Occhiuto, che segue quella dell’assessore regionale della Margherita, Demetrio Naccari Carlizzi». Lo afferma il deputato dell’Ulivo, Franco Laratta, che ritorna sulla necessità di approvare in tempi celeri il provvedimento “antinfiltrazione” che vieta ai sorvegliati speciali di fare propaganda elettorale. Una proposta elaborata nel Centro studi Lazzati fondato dal giudice di Cassazione Romano De Grazia. Il parlamentare nei giorni scorsi ha sottoscritto insieme ad altri parlamentari del centrosinistra una lettera con la quale si sollecita il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, a inserire nell’ordine del giorno dei lavori della Camera il disegno di legge Lazzati «affinchè si possa giungere alle prossime scadenze elettorali con una norma che recida i legami tra mafia e politica». Laratta aggiunge: «Mentre la posizione della Margherita calabrese era nota (il sottoscritto e Nicodemo Oliverio siamo i primi firmatari alla Camera, mentre al senato Franco Bruno è tra quanti hanno sottoscritto il ddl), il sostegno del consigliere regionale Occhiuto (dell’Udc, ndr) risulta molto importante e può far sperare che la proposta di legge possa essere approvata al più presto». Per Laratta la volontà dell’Udc «sarà ancora più decisiva se i suoi parlamentari sostenessero il ddl in parlamento: vorrà allora dire che in tutte le forze politiche si va facendo forte la convinzione che la mafia non si batte solo con le chiacchiere, le parare e con la politica degli annunci». Secondo il parlamentare «la Calabria può uscire dall’emergenza criminalità solo se si punta su una politica di contrasto concreto, ovvero», secondo il deputato, «bisogna dire chiaramente e coi fatti da che parte sta la politica e soprattutto stabilire se c’è la volontà vera di voler debellare le organizzazioni mafiose e impedirne l’accesso diretto e indiretto nelle istituzioni». Il deputato ulivista esprime qualche dubbio sulla forza che potrebbero avere le commissioni, che, a suo giudizio «non bastano». Ancor meno quelle antimafia che, sostiene Laratta, «non avrebbero la forza di determinare una svolta rispetto al fenomeno» |