Laratta propone la zona franca del Sud
Federalismo fiscale. La Camera approva lemendamento sul riequilibrio economico tra le regioni
Lidea del deputato calabrese: no tax region per attirare gli investimenti
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“Stiamo riuscendo a far capire alla maggioranza che lItalia senza il Sud non va da nessuna parte”, lonorevole calabrese Franco Laratta (Pd), insieme ai suoi colleghi di partito calabresi, si sta battendo in Parlamento affinchè il ddl sul federalismo fiscale assuma una forma sempre meno “antimeridionale” di quella evinta dal progetto iniziale. È proprio di mercoledì scorso lapprovazione allunanimità di un emendamento presentato da Laratta, Minniti, Marini, Calipari, Laganà, Oliverio e Villecco, che introduce lobiettivo del riequilibrio economico tra le regioni avanzate e le aree a ritardo di sviluppo. Un principio interessante, perché ribadisce la visione dello sviluppo del Paese che non può prescindere dal superamento dellarretratezza delle aree sotto utilizzate. Ma per il riscatto del Sud tutto questo può non bastare e
Laratta lancia anche lidea di una zona franca del Sud “che dia lopportunità a chi investe nel Sud di non pagare per 10 anni alcun tipo di tassa”.
Qual è la direzione verso cui si sta procedendo alla Camera nello studio del ddl sul federalismo fiscale?
Il progetto iniziale, voluto dalla Lega e sposato dallintero centro-destra, era lacerante per il Paese, squilibrato, debole, metteva a rischio le regioni meridionali. Oggi qualcosa è cambiato, sono stati approvati diversi punti da noi proposti, sono state accolte anche alcune proposte dei presidenti delle Regioni, prima di tutto quelle del presidente Loiero che si è sempre battuto per un federalismo che non penalizzasse il Sud e la Calabria. Ci sarà molto da fare, il cammino è ancora lungo, ma quello spirito fortemente antimeridionale è venuto meno.
Riequilibrio economico tra le regioni avanzate e le aree a ritardo di sviluppo. Sono queste le idee di fondo del suo partito nello studio del ddl?
Il Pd, e soprattutto i suoi parlamentari meridionali, ha chiesto e ottenuto con apposito emendamento votato allunanimità dopo una decisa battaglia parlamentare, che si parlasse prima di tutto di riequilibrio fra Nord e Sud. Cioè: non vi potrà essere federalismo fiscale se non ci saranno pari condizioni fra il Mezzogiorno e il resto del Paese.
“Lidea forte è concordare con la Commissione europea una zona franca del Sud.
Una sorta di no-tax region che dia lopportunità a chi investe nel Mezzogiorno di non pagare per 10 anni alcun tipo di tassa”
Come procede la sinergia tra maggioranza e opposizione in questa fase di elaborazione del testo di legge?
Il confronto spesso è aspro, il clima è comunque di confronto e di discussione. Non ci sono più i toni di contrapposizione tra Nord e Sud. Ci sono passi avanti. Anche perchè siamo riusciti a far capire alla maggioranza che senza il Sud, il Paese non andrebbe da nessuna parte.
Di fatto come si dovrà realizzare questo riequilibrio economico? Quali sono le vostre proposte?
Investimenti, opere pubbliche, risorse per le infrastrutture, interventi non a pioggia ma mirati. Il Sud negli ultimi decenni ha avuto moltissime risorse nazionali ed europee che non ha saputo utilizzare o lo ha fatto male. Serve cambiare, serve una svolta. Vera nellutilizzo delle risorse finanziarie, cosa che vedo la Calabria sta facendo negli ultimi anni. Lo Stato però deve capire che la Calabria sconta ritardi ed errori del passato. E non può abbandonarla al proprio destino.
Riequilibrare le disparità economiche, sociali e di sviluppo tra Nord e Sud prima di fare il federalismo fiscale. Suona un po come: questo federalismo non sha da fare! È daccordo?
Noi non siamo in condizione di bloccare il progetto del federalismo fiscale. Noi possiamo far ricorso a tutti i mezzi possibili per cambiarlo, soprattutto per cambiare il clima. Ripeto, qualcosa è cambiata in meglio. Non un giudizio positivo il nostro, è di vigile attenzione. Noi lotteremo sempre a difesa del Mezzogiorno, ma noi meridionali dobbiamo cambiare, dobbiamo essere più responsabili, fare i conti con i nostri errori e ritardi, rifiutare la pura assistenza, chiedere e ottenere
investimenti produttivi, rivendicare le identiche condizioni della parte più forte del Paese.
“Il Sud negli ultimi decenni ha avuto moltissime risorse nazionali ed europee che non ha saputo utilizzare.
Serve cambiare, serve una svolta. Lo Stato però deve
capire che la Calabria sconta ritardi ed errori del passato”
Avete una proposta in particolare per lo sviluppo del Sud?
Un progetto chiaro e credibile, una classe dirigente moderna e coraggiosa, scelte forti contro corruzione, clientelismo e inefficienze. Ma lidea forte è una: concordare con la Commissione europea una “zona franca del Sud”: una sorta di no-tax region che dia lopportunità a chi investe nel Sud di non pagare per 10 anni alcun tipo di tassa. Gli imprenditori rinuncino ai contributi pubblici, in cambio non pagheranno alcun tributo. Questo potrebbe attrarre molti investitori non appena passata la recessione mondiale. Le regioni meridionali però si devono organizzare, devono costruire una sorta
di mercato meridionale, una stessa politica economica e fiscale: si potrebbe dar vita ad una sorta di Alleanza delle regioni del Sud. Solo così potremo diventare più forti nel mercato nazionale ed europeo. Per far questo, il Sud ha bisogno di scelte coraggiose e di liberarsi dalla rassegnazione, dal malaffare e dalla corruzione.