Laratta: Pronto a guidare il Pd
pubblicato su “il Quotidiano della Calabria” del 15 maggio 2013
Lex deputato chiede unoperazione trasparenza sui 101 franchi tiratori, i soldi del tesseramento e delle primarie
Cosenza «ll congresso regionale non può diventare una conta delle tessere. E in molte zone il Pd è una finzione. Franco Laratta, ex deputato, tra i promotori di Areadem in Calabria, vuole un Pd uguale ad una «casa di vetro». Chiede conto «dell’utilizzo dei rimborsi delle primarie e dei soldi del tesseramento», solo così si può desumere se ci si trova di fronte ad un tesseramento taroccato. Lo raggiungiamo al telefono mentre e a Santa Saverina ad un’iniziativa degli studenti del Liceo classico, invitato insieme all’arcivescovo di Crotone, Domenico Graziani, e all’associazione Libera. Un confronto con gli studenti sul tema della politica e della legalità.
L’ex ministro Barca ha detto che il Pd non può lasciare ai grillini la battaglia sulla trasparenza. Lei cosa ne pensa?
«Condivido. Il Pd o è trasparente o non è. Deve portare tutto alla luce del sole, a cominciare dai nomi dei 101 cecchini che hanno affossato Prodi, o dai dati delle primarie per i parlamentari, che in molte realtà hanno sfiorato lo scandalo, o dal modo in cui vengono utilizzate le risorse dei tesseramenti e del finanziamento pubblico. Ecco, o noi siamo una casa di vetro oppure rischiamo di essere accusati di opacità» .
La stagione congressuale del Pd non è iniziata, eppure tra quasi un mese dovrebbero celebrarsi le primarie.
«ll congresso va fatto presto e bene. Se diventa una conta dei tesserati o degli aderenti, è fallito prima ancora della sua celebrazione. Dobbiamo fare un congresso veramente libero, veramente aperto a tutti. Dobbiamo presentarci come una forza rivoluzionaria, che avvii il tempo della ricostruzione. Oggi il Pd non c’è, in molte zone è una finzione. Come facciamo a fare un congresso così? Non è forse meglio abbinarlo al congresso nazionale di ottobre, utilizzando così i prossimi 3-4 mesi per un grande confronto con la nostra base? La nostra gente vuole parlare, vuole contare, dice basta al lungo periodo di commissariamento, non vuole più liste elettorali con i catapultati di Roma, vuole che la Calabria la rappresentino i calabresi, chiede impegno vero sul territorio, chiede di urlare in parlamento la rabbia di una terra che ora vive nella disperazione, dimenticata dai governi e dai partiti, anche dal nostro .
Il M5S litiga sulla Diaria eppure avevano detto che avrebbero preso solo 2.500 euro.
«Sulla trasparenza e sui soldi M5S ha vinto lamorosamente. Su questi stessi temi sta affondando. Perché, come si poteva immaginare, “l’odore dei soldi” ha colpito anche i grillini. Ma quando la smettono di litigare su questo? Quando cominciano a fare politica? Quando presentano una proposta di legge sul lavoro, sull’impresa, sull’innovazione, sulla lotta vera agli sprechi, sui giovani che stanno abbandonando l’Italia.’?
Lei è stato uno dei pochi a rendere pubblico l’interno stipendio dei parlamentari, diaria+indennità. Si può fare il parlamentare solo con 2.500 euro.
«Rendiamo pubblici tutti quelli che sono i costi della politica, adottiamo in Italia la media dei costi europei, ma poi smettiamola con questa farsa. Agli italiani i problemi del lavoro, dello sviluppo, della miseria che avanza non li risolve un parlamento di 1000 morti di fame. Semmai, portiamo le camere a 500 parlamentari, paghiamo gli eletti quanto in Francia o in Germania, ma poi cominciamo subito a varare riforme vere, adottiamo decisioni coraggiose e scelte adeguate all’emergenza. A Roma con 2.5OO euro al massimo paghi il fitto mensile di un bilocale (o di una stanza d’albergo) e compri un cappuccino al mattino. Nel mio libro Cronache di fine impero racconto, voce per voce, quanto costa un deputato. Ma l’ho fatto prima ancora sul Quotidiano.
Molti “big” del Pd non si sono accorti che il partito ha perso le elezioni, dopo la terza sconfitta consecutiva cos’altro deve accedere affinchè si arrivi a facce ed idee nuove?
«Il dramma è che noi non abbiamo mai veramente vinto le elezioni in Italia. Nel 2006 il centrosinistra ha fatto finta di vincere. L’unica volta che ha vinto davvero, nel 1996 con l’Ulivo, si è poi lacerato nel governo del Paese. Abbiamo un problema in più ora: che il Pd è ai minimi storici e che non ha più alleati. Servono poche ma fondamentali regole: tre legislature e poi basta attività politica; più rete, più trasparenza, continue consultazioni degli iscritti, più competenza, meno oligarchie e carrierismo. La gente ha bisogno di aria fresca, di cambiamento, di onestà. Basta con le chiacchiere e le vecchie liturgie.
E’ ipotizzabile in Calabria una operazione come quella di Epifani con un segretario reggente fino alle primarie?
«Forse meglio un coordinamento che porti il partito al congresso. Noi non abbiamo un’Assemblea regionale che possa eleggere un segretario, noi non abbiamo niente. Sopravvivono alcuni circoli grazie a ragazzi coraggiosi nei territori, ci sono giovani e capaci amministratori locali. Ma per il resto il pd in Calabria non c’è. E’ tutto da inventare.
Lei sarebbe disponibile a guidare questa fase?
«Occorre un progetto, un’idea di Calabria, una fusione del Pd con la migliore società calabrese, e poi una forte e competente squadra di governo. lo posso esserci se siamo in tanti a credere in una rivoluzione democratica. La Calabria sta morendo, da 20 anni non è più guidata, naviga a vista. La nostra sfida sta tutta in questo: dare alla Calabria una vera e competente classe dirigente. In Calabria ci sono generazioni da mettere alla prova del governo della Regione: sono nel pd, ma sono anche altrove, nelle professioni come nella società. Il pd non abbia paura di sciogliersi in una grande strategia del cambiamento e della ricostruzione. Non guardi solo al proprio ombelico. Fuori c’è tutto un altro mondo. .