Laratta non fa sconti a nessuno Tutti a casa, questo PD è vecchio.
Dura analisi del deputato sulla sconfitta alle amministrative
Intervista pubblicata su “il Quotidiano della Calabria” di mercoledì 14 aprile 2010
Cosenza Chi si aspettava dalle amministrative uno scatto di reni del centrosinistra si sbagliava. Le comunali nel cosentino hanno confermato londa lunga del centrodestra.
Dura la botta in Calabria, vero on. Laratta?
Durissima, da far tremare i polsi. Ma sa cosa mi indigna? Il silenzio.
Rotto solo da banali espressioni di autoassoluzione.
Lei, subito dopo le regionali, ha sparato duro: Tutti a casa, il Pd va azzerato…
Lo confermo. Il pd calabrese, come quello meridionale, è vecchio. E
lontano. Non rappresenta più la nostra gente, i nostri elettori. Gli organismi sono vuoti, vanno tutti azzerati. Cè voglia di cambiamento in Calabria. Lo dico da tanto tempo, ma sono sempre rimasto isolato. Negli ultimi anni in pochi hanno deciso per tutti. Sbagliando anche molto.
E Guccione?
Io al suo posto avrei fatto un passo indietro. Ma intanto deve subito convocare la direzione e lassemblea regionale, prima che precipiti il tutto.
Il Pd è apparso allo sbando già durante la campagna elettorale.
E certo. Un partito senza nemmeno il segretario provinciale di Cosenza. A dicembre ho sentito e visto più volte Guccione per sollecitargli subito una decisione per il pd cosentino. Niente. Non so chi o cosa lo abbia frenato. Ma le pare normale affrontare unelezione cosi decisiva senza il vertice del partito della provincia più grande? Ma vogliamo scherzare?
Lei è stato tra i pochissimi a non volere Loiero presidente della regione nel 2005!
Sono fissato con le nuove generazioni. Vedevo già allora un giovane alla guida della regione, magari una donna, oppure un uomo estraneo agli apparati di partito. Invece
.. Ma sa cosa non ho capito di Loiero?
Cosa onorevole?
Che un uomo così colto e con tanta esperienza non si sia accorto del cataclisma che si stava abbattendo sulla Calabria. Peccato, perché avrebbe potuto fare il padre nobile, aiutare una nuova classe dirigente ad affermarsi, mettersi da parte con stile ed eleganza. Ne sarebbe uscito da gigante. Anche se è ingeneroso dare a Loiero tutte le responsabilità del crollo. I responsabili sono in tanti.
Loiero si difende dicendo di essere stato scelto con le primarie!
Le primarie? Ma per favore. Lasciamo perdere, non mi faccia dire cose spiacevoli. Le primarie in salsa calabrese, una farsa!. Ma che razza di primarie erano quelle tra Loiero e Bova?
Ma lei perché ad un certo punto propose lo scioglimento del Consiglio regionale!
Cerano tutti i segnali del fallimento politico: decine di consiglieri inquisiti (anche se poi in tanti assolti); larresto di alcuni assessori regionali; un consiglio regionale decisamente allo sbando nei primi tre anni; la nascita del pdm e il caos nellalleanza che aveva vinto le elezioni. Tutti segnali devastanti.
Parliamo delle ultime amministrative. Acri, Vibo, San Giovanni in Fiore
Che botta! San Giovanni in Fiore, più ancora di Acri e Vibo, segna la fine di unepoca. Si capiva che la gente aveva una gran voglia di cambiare. Anche se è giusto ricordare che il centro- sinistra di San Giovanni in Fiore ha conquistato la maggioranza assoluta nel consiglio.
Che cosa non ha funzionato allora?
Pino Belcastro era un ottimo candidato sindaco. Ma mi ha colpito il fatto che dirigenti e iscritti della sinistra storica, perfino di Rifondazione, Comunisti italiani e IDV non lo abbiano votato, preferendogli un sindaco del Pdl! Ma lobiettivo non era Belcastro. E ancora forte il sapore dei vecchi veleni tutti interni alla sinistra. Per questo, occorre una svolta, un profondo rinnovamento, perché nel sud la classe politica del centrosinistra è la stessa degli ultimi 30 anni. Vecchia, logora e litigiosissima. Il pd risulta essere per lo più la sommatoria dei dirigenti ex ds ed ex margherita. E questo non è sostenibile
Perché ad un certo punto lei si è tirato indietro dalla corsa a sindaco di San Giovanni in Fiore?
Alcuni partiti, per superare le divisioni interne al centrosinistra locale, hanno proposto la mia candidatura, in quanto deputato. Io non avevo chiesto nulla, ma poi ho dato la disponibilità a patto che fosse una candidatura unitaria. Allinizio venne accolta benissimo, il pd lapprovò allunanimità, nella popolazione cera entusiasmo. Poi una sera, nel corso di una direzione del Pd di San Giovanni in Fiore, qualcuno con molto imbarazzo ha affermato: La tua candidatura ha provocato profondi mal di pancia nella mia area. Si riferiva evidentemente agli ex ds.
E Mario OLiverio?
Era presente alla riunione, ma non è intervenuto!! Il giorno dopo leggo sul Quotidiano la proposta di fare le primarie per scegliere il sindaco. Ho capito che per la mia candidatura non cerano più le condizioni. E ho lasciato. Belcastro non ha responsabilità per la sconfitta. Le ragioni sono molto più gravi e profonde.
Dissapori tra lei e Mario Oliverio?
No, nesssuno. ognuno ha le sue idee. tutti possono comunque condividere una storia insieme. IL pd è una grande famiglia.
E chi è allora responsabile di una sconfitta così clamorosa.
La Mantova del sud che crolla dopo 60 anni è una notizia nazionale. Per questo credo che la sconfitta abbia molteplici padri ed una sola causa: non avere letto nel profondo di una popolazione che aveva voglia di cambiare. Invece il centrosinistra presentava sempre sé stesso, le sue antiche storie e le sue eterne rivalità! E la fine di unepoca. Nulla sarà più come prima. Occorre a San Giovanni in Fiore come in tutta la Calabria una risposta forte, nuova, moderna, fortemente di rottura.