Laratta: In Calabria chiede la resa dei conti chi non ha votato Pd!
E singolare che a fare le analisi del voto sia chi non ha fatto campagna elettorale. E che a chiedere la resa dei conti sia chi, con ogni probabilità, non ha nemmeno votato. Il Pd ha bisogno di riflettere, anche in Calabria, sul perché non abbia ottenuto di più il 13 aprile e anche sul perché non solo non vinciamo, ma perdiamo in malo modo alle provinciali di Catanzaro.
Ma al di là di tutto, bisogna fare bene i conti e dire chiaramente che, se è vero che con limpegno di tutti potevamo sfondare in Calabria e vincere il premio di maggioranza al Senato, è altrettanto vero che i parlamentari calabresi eletti dal Pd sono in 11, mentre la volta scorsa erano in 9 più 1 del Pdm, frutto evidente, questultimo, del tanto agognato insediamento territoriale invocato dal presidente Loiero e riferito allottimo risultato delle provinciali di Vibo.
Fra gli eletti al parlamento vi è un solo parlamentare che non ha evidenti legami con la Calabria, mentre nelle altre regioni il Pd ne ha candidati 3 o forse 4 e anche 5: è il giusto contributo che danno i territori alla formazione di una squadra di eletti di interesse nazionale. Così comè sempre accaduto, anche nella Prima Repubblica, e con qualsiasi sistema elettorale.
Ma il radicamento territoriale cosa significa? Se, ad esempio, il governo regionale sia o meno stato percepito in modo negativo o positivo.
E ancora: come spiegare che la lista del Pd alle elezioni politiche nazionali prende a Catanzaro, da sola, più voti dellintera coalizione che sosteneva il candidato presidente Pierino Amato.
Il Pd deve guardare al futuro: indietro non si può tornare.
Anche per questo dovremmo dire con estrema chiarezza che se il conto a qualcuno bisogna presentare, è a quanti sono rimasti a guardare dalla finestra senza muovere ciglia, pur avendo ruoli e incarichi di rilievo.
Il Pd ha una forte leadership nazionale e regionale che ha ottenuto un vastissimo consenso dal popolo delle primarie. Chi pensa che la risposta al dato del 13 aprile possa essere un rinchiudersi nella logica delle correnti dei potenti di turno, sbaglia di brutto. Così come mi pare del tutto incredibile la caccia aperta a qualche componente dellassemblea regionale, che è costituente per definizione.
Il confronto si dovrà tenere certamente, nelle legittime sedi congressuali . E soprattutto nellopinione pubblica e fra la gente che deve tornare a sperare nel Pd come sola alternativa politica nel Paese e in Calabria. Incarichi, nomine e strumenti regionali vanno utilizzati nellesclusivo interesse della Calabria!
Il Pd deve essere un partito vero, con un radicamento moderno nel territorio. Un partito federale che non deve sfociare in autonomismi che portano solo allisolamento, che in Calabria si trasformerebbero rapidamente in totale emarginazione dai grandi processi politici nazionali.
Alla crisi del sud, alla brutta situazione in cui si trova la Calabria, si risponde con una nuova questione meridionale che diventi questione nazionale.
Questo, assieme agli altri, sarà la sfida che i parlamentari calabresi dovranno vincere a Roma’