Laratta e Occhiuto interrogano Gelmini sui tagli all’Università
I deputati calabresi Franco Laratta (Pd) e Roberto Occhiuto (Udc), tutti i parlamentari calabresi dellopposizione, insieme ad una quarantina di colleghi di altre regioni hanno rivolto una interpellanza urgente al ministro dellIstruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini, a cui chiedono di riferire in Parlamento sui tagli alle università, in particolare quelle calabresi. Laratta, Occhiuto e gli altri deputati chiedono al ministro di rimodulare la dote finanziaria destinata alle università che allo stato penalizza fortemente le università più virtuose come ad esempio lUniversità della Calabria. Con la scelta di tagliare importanti risorse scrivono i parlamentari il Governo ha creato le condizioni perché si determini una situazione di grave disagio e difficoltà per il sistema universitario italiano, in particolare quello calabrese, fino a comprometterne la stessa capacità di sopravvivenza e, conseguentemente, il venir meno del ruolo istituzionale che esso svolge per lavanzamento culturale, civile e sociale del Paese. Oltretutto, ad essere ingiustamente penalizzata dai tagli è lUnical che, in questi anni, nonostante il raggiungimento di risultati di assoluto rilievo si è vista in realtà corrispondere solo parte delle risorse ad essa dovute. Al ministro Gelmini gli on. Laratta e Occhiuto chiedono come intende operare per ottenere una diversificazione dellambito applicativo dei propri provvedimenti, in rapporto alla capacità dimostrata dai singoli atenei di rispettare i parametri di efficienza e produttività e, in definitiva, di riuscire a raggiungere adeguati standard quali-quantitativi e cosa intende fare per quelle Università statali nelle quali il rapporto tra studenti in corso e docenti e equivalenti è inferiore alla media nazionale rilevata dal competente Ministero, affinchè questultime non risultino danneggiate dal provvedimento legislativo richiamato allinizio di questa interpellanza. Liniziativa è sostenuta anche da alcuni ex rettori che siedono ora in Parlamento.