Laratta: “Due strade per uscire dal pantano”
Il coordinatore vicario della Margherita si rivolge a Loiero
Da Il Quotidiano di domenica 12 novembre 2006
D.: Onorevole Laratta, cosa arriva a Roma di questa tempesta calabrese?
R: A Roma la si vive come un dramma: la tragedia di una regione senza pace, ora anche senza un futuro certo. Si comincia a pensare che questa Regione sia ingovernabile.
D.Una Regione corrotta, una terra senza pace…
R. Proprio il Quotidiano della Calabria ha pubblicato l’estate scorsa un mio commento: ‘La Calabria è seduta su una montagna di corruzione’, tanto per citare l’apertura del mio pezzo. Ecco, ora sappiamo che non era solo una pura riflessione di un politico preoccupato, quanto l’amara verità: corrotti politici di destra e di sinistra, amministratori, imprenditori, perfino giudici. Anche se è il caso di ricordare che è necessario attendere i processi, non si può più tacere che c’è una enorme, infinita, questione morale, una ‘questione criminale’, che tocca il cuore della Calabria.
D.: Di chi la colpa di questo marasma?
D.: Nei trascorsi 10 anni di governi di centro-destra ha avuto inizio in Calabria un profondo degrado politico, morale e civile; sono saltate tutte le regole, la corruzione è stata devastante. Ma noi del centro-sinistra, una volta al governo, non siamo stati capaci di attuare una profonda rottura con il passato e di lanciare segnali di profondo cambiamento.
D.: Vuole dire che la colpa è di Loiero e della sua giunta?
R.: Non dico questo. Loiero ha le responsabilità maggiori perchè presidente della Giunta regionale. La sua colpa è di non avere rotto con il passato, di non aver colto la necessità e l’urgenza del profondo rinnovamento della regione. Ma ognuno si porta dietro un pezzo di responsabilità. Alcuni partiti e diversi uomini si sono dimostrati inadeguati e del tutto incapaci per il governo di una regione difficile, difficilissima.
D: I mali della calabria sono tanti, ma la debolezza della politica non aiuta.
R.: Proprio perchè la politica è debole, debolissima e per certi versi squalificata, i mali della società calabrese si aggravano. E quella parte violenta e corrotta si fa più forte, alza il tiro, aggredisce le istituzioni. Non dimentichiamo che la morte di Fortugno pesa come un macigno su tutti noi. Io non capisco cosa significhi che l’omicidio Fortugno sia un omicidio politico-mafioso, so però che quel delitto non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo. E proprio nel nome di fortugno noi abbiamo il dovere di dare una risposta fortissima, decisissima al dramma di questa regione.
D.: Certo, la margherita non è messa bene…
R.: E chi è messo bene oggi in Calabria?Quando una nave affonda, tutti finiscono a mare. Senza fare processi sommari, è necessario far prevalere il meglio che c’è in questa terra e sperare che Dio ce la mandi buona!
D. Cosa fare adesso?
R. Abbiamo due strade davanti a noi. La prima: ripartire daccapo, da quella splendida vittoria alle regionali del 2005 alla quale tutti noi abbiamo contribuito con entusiasmo. La seconda: prendere atto del fallimento, quindi chiedere scusa ai calabresi e trarre le dovute conseguenze. Tertium non datur.
D: A questo proposito l’on. Laratta cosa auspica?
R.: Direi che ci siano ancora le condizioni per salvare la Calabria. Il presidente Loiero deve fare una proposta finalmente coraggiosa in termini di governo della regione, di partecipazione di uomini e sistemi nuovi di governo, adottando modelli di gestione che siano di reale svolta, di cambiamento. Faccia presto una proposta. Se questo non è possibile nè praticabile, non serve prolungare l’agonia di questa esperienza. Quando i problemi sono gravi, la politica deve dare risposte forti. NOn si può stare a guardare, aspettando l’ennesima indagine, un altro arresto eccellente.
D. Da Roma quale il vostro contributo alla crisi della Calabria?
R.: C’è un governo che guarda al mezzogiorno, una finanziaria che investe in nuove infrastrutture, il ritorno del credito di imposta, sostegni alle imprese, alle famiglie, lotta al precariato, al sommerso, alla disoccupazione. Cè un governo che combatte con energia la criminalità e i risultati in Calabria si stanno vedendo, anche se cè molto da fare in termini di sicurezza, di rafforzamento delle forze dellordine e della magistratura che appaiono deboli e senza risorse dopo i 5 anni del governo Berlusconi. Dal punto di vista legislativo, stiamo lottando con testardaggine per lapprovazione della proposta di legge Lazzati che vieta ai mafiosi di fare propaganda elettorale e per la nuova proposta di legge a sostegno delle famiglie degli scomparsi (solo in Calabria sono diverse decine e le loro famiglie sono di fatto abbandonate al loro destino).