La vendita delle centrali Enel preoccupa sindaci e sindacato
Laratta: Serve un tavolo con Regione e comuni
Privatizzazioni – Alla riunione promossa dall’Amministrazione provinciale espressi timori per i posti di lavoro e la qualità dei servizi.
Della decisione dell’Enel di mettere in vendita le centrali idroelettriche della Calabria si è discusso ieri mattina nella Sala Conferenze della Provincia, nel corso dell’incontro promosso dal presidente Carmine Talarico e dal sindaco di Cotronei Pietro Secreti. Alla riunione hanno partecipato sindaci, rappresentanti sindacali, presidenti dei Consorsi di Bonifica e delle Comunità Montane, assessori regionali e provinciali. Riguardo la privatizzazione delle centrali idro-elettriche – prevista dal decreto governativo del 4 agosto scorso – sono stati tutti d’accordo nel sostenere che si corrono due rischi: una riduzione del numero dei posti di lavoro – e un calo della qualità dei servizi.
«Dobbiamo formulare ha osservato il presidente della Provincia Carmine Talarico – da questi incontro uno strumento propositivo e non contestatario». Al convegno rappresentavano la Regione Calabria l’assessore all’industria Saverio De Santis e la consigliera Marilina Intrieri.
«Entro l’anno 2003 – ha spiegato il sindaco di Cotronei Pietro Secreti – le centrali che corrono il rischio di essere privatizzate sono quelle che appartengono ai comuni di Cotronei, San Giovanni in Fiore, Caccuri, Crotone, Rocca Di Neto, Isola Capo Rizzuto, Cutro, Petilia Policastro, Rocca Bernarda, Catanzaro, Albi, Magisano, Taverna, Satriano, Davoli e Soverato. In relazione – ha ancora aggiunto Pietro Secreti – al decreto di vendita è necessario che vengano coinvolti anche i Consorzi di Bonifica di Crotone Catanzaro, Isola Capo Rizzuto e Davoli, i sindacati regionali. Da quest’incontro deve uscire, dopo un confronto diretto, una piattaforma di trattative con il Governo e l’Enel».
«Inoltre – ha aggiunto il primo cittadino di Cotronei – noi sindaci non abbiamo avuto nessuna comunicazione diretta da parte del Governo riguardo il Decreto di vendita delle centrali idroelettriche della Calabria. La decisione l’abbiamo appresa dai giornali. Questo è grave, in quanto siamo stati espropriati dal nostro ruolo istituzionale».
Da parte loro anche i sindacati si dicono preoccupati. «Le uniche cose evidenti – ha commentato Luigi Valente segretario della Fnle-Cgil – relative al Decreto governativo del 4 agosto 1999 sono quelle negative. La privatizzazione delle centrali idriche potrebbe comportare sul piano occupazionale il ridimensionamento del numero degli addetti e di conseguenza un calo della qualità dei servizi. Siamo preocupati anche per l’aspetto contrattuale, dal momento che, già da anni esistono vari contratti stipulati dall’Enel con i Comuni, le Provincie e la Regione. I lavoratori dell’Enel di tutta la Calabria sono in agitazione. E’ stato fissato per il giorno 13 settembre un incontro a Roma con il ministro Bersani per definire le clausole di salvaguardia e di garanzia per i lavoratori».
Uguale preoccupazione ha espresso il sindaco di Caccuri Nino Sandro Falbo: «La gestione privata delle centrali – ha osservato – cercherà di mantenere un servizio con meno spese possibili. Senza dubbio le carenze che già esistono, come quella della sospensione dell’energia elettrica quando piove, sarà un aspetto che potrebbe andare a peggiorare. Mi auguro che si possa realizzare, nel corso delle trattative una società a capitale misto fra pubblico e privato». L’assessore provinciale allo sviluppo di Cosenza, Franco Laratta, ha proposto l’apertura di un tavolo di trattative che coinvolga gli enti locali, le Provincie , la Regione ed i Comuni «affinchè un’operazione di così grande importanza venga studiata sul piano occupazionale e di sviluppo del territorio».