La triste fine della Regione.
Alla fine della legislatura in corso, saranno passati ben 10 anni di governi di centro-destra alla Regione Calabria. Fatta salva la breve esperienza della Giunta Meduri (che non ebbe molti meriti, ma produsse un documento di programmazione il POR Calabria – che è considerato uno strumento di straordinaria importanza per lo sviluppo della nostra terra), le due ultime legislature sono state sempre appannaggio dei partiti della Casa delle libertà.
Nelle due legislature le giunte sono state tantissime: le ultime tre di Chiaravalloti (ma sembra certo che non si fermi qui!), prima ancora un paio di Nisticò, poi Caligiuri, poi non ricordiamo chi altri ancora.
Non cè bisogno di aspettare la fine della legislatura in corso per definire sciagurata lesperienza del Centro-Destra in Calabria. I fallimenti portano il nome e il cognome del tradimento del POR Calabria, dellenorme buco nella Sanità, del mancato trasferimento delle funzioni alle Province (approvata la legge, mancano i regolamenti), della gestione miope e clientelare di tutte le competenze della Giunta Regionale. E per finirla subito: linadeguatezza dei Presidenti a guidare le diverse giunte regionali, Chiaravalloti su tutti; lo sfascio istituzionale che si consuma nelle sedute dei consigli regionali durante le quali si sfiora lo scontro fisico; il pessimo rapporto tra esecutivo e consiglieri; lattività legislativa di scarso valore.
Al di là dellelencazione dei fallimenti, quello che conta è che il Centro-Destra non abbia saputo inventare e realizzare una vera politica alternativa, non riuscendo a dare ai calabresi la sensazione che si voltasse pagina e si realizzassero gli impegni programmatici grazie ai quali Chiaravalloti (come Berlusconi a Roma) ha ingannato gli elettori carpendone la fiducia.
Nelle politiche del lavoro, ad esempio, si è andati avanti nel puro e semplice assistenzialismo. Nessuna novità per il mondo delle imprese, per i lavoratori altamente qualificati, per lindustria e lartigianato. Nel campo economico ci si sarebbe aspettato, e così doveva essere, una profonda rivoluzione che desse la spinta ad una economia di mercato capace di guidare lo sviluppo e dare vita ad una nuova stagione occupazionale. Così pure per tutti gli altri settori in cui limmobilismo giace sovrano e nessuna idea è stata concretizzata.
Nella pratica, la regione di centro-destra fallisce miseramente perché non riesce a immettere nel circuito economico e produttivo gli ingenti finanziamenti di Agenda 2000 che da soli basterebbero a fare della Calabria una nuova terra di sviluppo e di crescita. Il POR è stato tradito nella quantità e nella qualità degli interventi, mentre leconomia soffoca a causa dellalto costo del denaro, del lavoro sommerso, dellestorsione che impazza, della capacità di governo che manca alla destra a tutti i livelli.
Non cè stata una cultura di destra che significasse alternativa nella gestione del potere. In realtà la Calabria in dieci anni ha fatto un brutto passo indietro: nella sostanza, nello stile, nella qualità. Ci siamo ritrovati governati da giunte di incapaci, presiedute da uomini del tutto inadatti al ruolo, gestite da amministratori litigiosi, spinti da un clientelismo sfrenato e accecati dalla sete di potere.
Il risultato: la Calabria arretra da tutti i punti di vista, leconomia è ferma, loccupazione torna a scendere, la sanità è allo sbando, tutti gli altri settori (dal turismo allagricoltura , dai lavori pubblici alla pubblica istruzione e via dicendo) non esistono.
Cosa fare a questo punto. La soluzione ideale- come propone Nicola Adamo- sarebbe quella di sciogliere il consiglio regionale e ridare la parola ai calabresi. Ma questo non lo consentiranno i consiglieri regionali.
Allora è il momento che il centro-sinistra la smetta di litigare al suo interno, si ritrovi unito nella sua ricca diversità, ritrovi la forza e la voglia di dare una spallata alla giunta regionale e al suo inetto presidente. Subito dopo si attrezzi per una proposta di governo con un progetto di svolta, un programma delle emergenze, unidea di sviluppo che utilizzi tutti i fondi comunitari. Quindi lindicazione del presidente e della squadra di governo. Da quel momento utilizziamo tutti i mezzi, anche la piazza, ma soprattutto le proposte, per dare ai calabresi una possibilità in più per salvare la Calabria.
Franco Laratta