La semplificazione.
Da molto il tempo il Presidente pensa ad una cosa sola. Una sola cosa che, se fatta presto e bene, risolverebbe tutti i problemi del Paese. Il Presidente intende procedere alla semplificazione del sistema democratico! Si tratta di semplificare lintero sistema istituzionale, il suo farraginoso impianto, lintero complesso istituzionale e burocratico, le strutture e le sovrastrutture dello Stato. La semplificazione. Così, di buon mattino, il Presidente chiede al Segretario generale di fargli avere lelenco di tutte le istituzioni, le organizzazioni, delle amministrazioni e degli enti dello Stato. Dopo pochi minuti lelenco è pronto e il Presidente quasi sbianca nel leggerlo: Presidenza del Consiglio dei Ministri. Presidenza della Repubblica, Camera dei Deputati , Senato della Repubblica, Consiglio di Stato, Tribunali Amministrativi Regionali, Consiglio Superiore della Magistratura, Corte Costituzionale, Corte dei Conti , Corte Suprema di Cassazione, Ministero degli Affari Esteri, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero dell’ Economia e delle Finanze, Ministero della Difesa, Ministero della Giustizia, Ministero della Salute, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Ministero delle Attività Produttive, Ministero delle Comunicazioni, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Ministero dell’Interno, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Agenzia del Demanio, Agenzia del Territorio, Agenzia delle Dogane, Agenzia delle Entrate, Arma dei Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Monopoli di Stato, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Autorità garante per la protezione dei dati personali, Autorità per la Vigilanza sui Lavori Pubblici , Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Autorità per l’energia elettrica e il gas, CNIPA – Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione, Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, Ice, Istat, Enpals, Inail, Inpdap, Inps, Anci , Ancitel, Camere di Commercio, Comuni , Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, Lega delle Autonomie Locali, Province, Regioni, Uncem, Unione delle province d’Italia, Unione statistica comuni italiani,Unioni di Comuni , Aci, Adi, Asi, Assobiomedica, Cassa Depositi e Prestiti, FARE – Federazione delle Associazioni Regionali degli Economi e Provveditori della Sanità, Atenei e strutture , CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Conferenza dei Rettori delle università italiane, ENEA – Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente, ISAE – Istituto di Studi e Analisi Economica, Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione Locale, Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, Agenzia di Sanità Pubblica della Regione Lazio, Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali (A.S.S.R.), Agenzia Regionale Sanitaria della Regione Marche, A.R.S.A.N. (Agenzia Regionale Sanitaria Campania), Aziende Sanitarie Locali, Aziende Ospadaliere, CRI – Croce Rossa Italiana, Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (I.R.C.C.S.), Istituto Superiore per la Prevenzione e Sicurezza del Lavoro (I.S.P.E.S.L.), Istituti Zooprofilattici Sperimentali (II.ZZ.SS.) E poi 8.101 comuni. E 107 province: un lungo elenco che termina con le province di Olbia-Tempio, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra! E un numero infinito di Comunità Montane.
Il Presidente quasi rabbrividisce davanti ad un elenco sterminato di enti pubblici, istituzioni, comuni, province, regioni, comunità montane. Si convince così che è giunto il momento di compiere la grande scelta, di dare vita alla Rivoluzione dolce (come a lui piace chiamarla), di smantellare in sistema pubblico che negli ultimi 60 anni ha bloccato la democrazia, ha fermato lo sviluppo, ha consumato un mare di risorse pubbliche, ha rallentato il governo del Paese.
Legge e rilegge un sondaggio: l85% degli italiani vuole la semplificazione degli enti pubblici.
La decisione è presa. Il Presidente chiama il suo Gabinetto, i ministri di sua fiducia, il fido Sottosegretario alla presidenza, i generali comandanti delle Forze Armate, gli ambasciatori di tutti i Paesi alleati. A mezzogiorno in punto, con a fianco il Nunzio apostolico in Italia, il Presidente si affaccia dalla finestra di Palazzo Chigi e annuncia in diretta Tv (il Tg4 ha iniziato la diretta da circa 12 ore!) la Rivoluzione dolce, democratica e popolare. Si dà così il via alla semplificazione.
Lo Stato viene definito dora in poi Il Paese del Presidente e dei suoi discendenti e sarà denominato Lo Stato democratico della semplificazione e dellefficienza. La famiglia del Presidente che ha varato la Rivoluzione dolce, si farà carico di garantire per sempre il Governo al Paese. Il Presidente rimane in carica tutta la vita, assume tutti i poteri dello Stato (esecutivo, legislativo, giudiziario), nomina il Parlamento, il Governo, i Magistrati e tutti i Funzionari pubblici.
il Parlamento, che si riunisce una volta lanno, sarà composto da sei Deputati a vita e tre senatori di nomina presidenziale. La magistratura sarà formata da un giudice per ogni comune, nominato dal Presidente, che deciderà in una sola seduta su ogni questione a lui sottoposta, senza possibilità alcuna di appello.
La rivoluzione dolce voluta dal Presidente garantirà efficienza, rapida, risparmi. Tutto sarà più facile e veloce: Il Presidente governa e fa le leggi ( sottoposte allapprovazione dei cittadini mediante televoto ) che entreranno immediatamente in vigore; la magistratura garantirà la giustizia immediata e giusta; i controlli saranno garantiti dal Parlamento.
Riformata anche linformazione. Lo Stato sarà titolare dellunica televisione, che disporrà di cento canali gratuiti (quasi tutti di varietà, fiction e reality). Un solo telegiornale, in onda su tutti i canali, fornirà una volta al giorno le informazioni utili e necessarie ai cittadini. Anche al sindacato sarà garantito un ruolo, definito importante, per la vita democratica del Paese. Infatti, le sigle sindacali sono state tutte eliminate, mentre ad un solo sindacato sarà affidata la rappresentanza degli interessi dei lavoratori. Il segretario generale sarà di nomina governativa; lo sciopero sarà ammesso una sola volta allannoe per 6 ore; i contratti dei lavoratori pubblici e privati avranno una durata di 10 anni.
La carta stampata avrà un grande ruolo nel Paese. Ci sarà un solo grande giornale settimanale, distribuito gratuitamente a tutti i cittadini.
La rivoluzione dolce, appena comunicata al Paese, è stata accolta con entusiasmo dal 98,5% dei cittadini mediante televoto (si è così potuto dimostrare che il nuovo sistema di democrazia diretta funziona benissimo). Non appena la tv di Stato ha dato la notizia con il Tg Unico dellavvio della Rivoluzione dolce, migliaia di cittadini sono scesi nelle piazze e per le strade per giorni di seguito. Le immagini, in onda per pochi secondi, riprese dallalto con una telecamera a bordo in un elicottero, non facevano comprendere bene le ragioni che avevano spinto le folle a scendere in piazza. Il Tg Unico ha subito parlato di entusiasmo alle stelle. Ma in realtà si è saputo che il Presidente ha chiesto allesercito di vigilare e controllare le piazze e le strade principali del Paese! Dopo poche ore, nessuno manifestava più e le strade erano deserte. Da quel giorno nessun assembramento si è notato nelle città italiane.
La domenica successiva, il Santo Padre, affacciandosi dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro, ha parlato dellItalia e della Rivoluzione dolce del Presidente. Il TG-Unico ha mandato in onda, per pochi minuti, solo le immagini, senza audio, dellintervento del Papa. Il giorno dopo la TV di Stato ha fatto sapere che il Papa aveva espresso gioia profonda per la svolta nella cara Italia. Ma nessuno pare lo abbia sentito dire direttamente dalla sua voce.
Il ministro della Semplificazione ha fatto sapere che il risparmio per la finanza pubblica sarà di 500 miliardi di euro allanno, che gli impiegati pubblici saranno ridotti del 15% allanno, che con la parziale eliminazione dei comuni (ce ne sarà uno ogni 15 mila abitanti) e delle province (una per ogni regione) lo Stato risparmierà anche in termini di efficienza e di tempo. Finiranno così le attese e tutto sarà immediato. Secondo il ministro, entro 5 anni saranno ridotte anche le regioni (ne resteranno una al nord, una al centro, una al sud, una per le isole).
La grande semplificazione è stata così avviata. Il Paese entro poco tempo sarà un Paese felice, governato da una famiglia ricca, forte e famosa; la corrotta casta dei politici è stata già eliminata completamente; la burocrazia è solo un ricordo lontano; così pure i tempi morti della burocrazia, gli scioperi e i cortei, le lungaggini degli apparati e delle istituzioni. Un Paese felice, quindi, senza problemi, senza ritardi, senza enti inutili, senza troppa confusione. Ma con tanta televisione (100 canali 24 ore al giorno, tantissimi spettacoli e un reality a sera). Un Paese diverso, vivo, nuovo.
Il Paese della semplificazione.