La polemica
Concordato, a sinistra cresce il «partito della revisione»
Da Il Tempo di mercoledì 14 febbraio 2007
RIVEDERE il Concordato dopo «lingerenza» della Chiesa. È questa la parola dordine di molti esponenti della sinistra antagonista e dellarea laica dellUnione. A parlare di una violazione dei patti Lateranensi è, per primo, il presidente dello Sdi, Enrico Boselli. Ma la cosa viene denunciata anche da Gavino Angius (Ds), dal capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli, e dalla capogruppo di Pdci-Verdi al Senato, Manuela Palermi, che a questo punto chiede di rivederli, così come il sottosegretario agli Esteri Bobo Craxi. E mentre il segretario del Parc Franco Giordano parladi gerarchie ecclesiastiche che sono andate «fuori dai limiti consentiti», il ministro dellAmbiente Alfonso Pecoraro Scanio è irremovibile: «Lo Stato andraà avanti». Nellarea riformista dell’Unione prevale invece la preoccupazione per il livello che lo scontro ha raggiunto tra Chiesa e governo. «È dal Risorgimento che la Chiesa non teneva un atteggiamento tanto intransigente nei confronti di un governo italiano» osserva lex presidente della Corte Costituzionale, il cattolico Leopoldo Elia. Mentre un invito ad attenuare la polemica arriva dal capogruppo dellUdeur alla Camera Mauro Fabris, e da quello dellItalia dei Valori, Massimo Donadi. Un invito a cui il ministro per le Pari opportunità Barbara Pollastrini risponde dicendo di non voler «abbassare la testa». I più in ambasce sono i cattolici dell’Ulivo e in specie quelli della Margherita. Una riunione della Direzione convocata da Rutelli il 26 febbraio permetterà di affrontare il tema a ridosso della pubblicazione della nota della Cei. C’è chi mostra intenti battaglieri, come Giorgio Merlo, uno dei promotori del documento a difesa della laicità delle istituzioni firmato da 60 cattolici Dl: «Non possiamo fermarci perché metteremo fine alla storia politica dei cattolici democratici». Ma i più sono preoccupatissimi di uno scontro che avrebbe conseguenze non solo sulla politica, ma anche in campo ecclesiale. Il passo che molti stanno compiendo o si accingono a compiere è quello della diplomazia diffusa. Niente richiesta di incontro con Ruini, bensì con il rispettivo vescovo, come spiega Franco Laratta: «Per noi parlamentari cattolici questo è un momento di grande sofferenza. Intendo ascoltare la voce della Chiesa e quanto prima, parlerò con il mio vescovo». Compatta, invece lopposizione che si schiera a difesa della Chiesa e attacca la legge presentata dal governo. «Anche i laici della Cdl diranno no sena perplessità» assicura lazzurro Enrico La Loggia. «In un Paese in cui tutti parlano è paradossale pretendere che i vescovi tacciano» incalza il portavoce nazionale dellUdc Michele Vietti. Mentre lex sottosegretario Domenico Di Virgilio (FI) attacca Giordano: «Il suo intervento è fuori luogo e del tutto inopportuno».