La paura degli italiani e il rischio anarchia
pubblicato su “il Quotidiano della Calabria” di lunedì 8 ottobre 2007
Due sentimenti sembrano prevalere in questo tempo in Italia: lodio e la paura. Sentimenti che messi insieme producono un clima devastante. Un clima fatto di odio verso tutto e tutti, verso il potere, verso il diverso. Fatto di paura degli altri, del futuro che non cè, del timore di perdere quanto si ha e quello che si è conquistato.
Il Paese è così avvolto in una nebbia fitta. Tutto attorno scompaio le immagini, non si vedono i limiti, i confini, tantomeno le prospettive, le vie di fuga.
Il Paese è stanco: tanta corruzione, troppa gente che sta male, i giovani che non vedono il proprio futuro. Un Paese provato dallinsicurezza, che si sente aggredito. Un Paese che ha paura e reagisce in modo scomposto.
Allodio e alla paura, si aggiungono la storica avversione verso lo Stato, verso il potere costituito, verso il rispetto delle norme. Così , in questo momento, il Paese aggredisce il presente e sembra guardare al passato: si porta il conto ad un governo che, nei suoi gravi limiti, in poco più di un anno ha portato il Paese fuori da una grave crisi finanziaria, ha messo i conti a posto, ha avviato il processo delle liberalizzazione e delle riforme, sta ora avviando un processo di migliore distribuzione del reddito e di restituzione delle tasse che hanno cominciato a pagare gli evasori (che in Italia sono da record mondiale). Il Paese guarda indietro, verso chi meglio di tutti incarna i valori dellegoismo, del qualunquismo, del populismo. Pronto a richiamare al governo chi ha già dimostrato, in cinque lunghi anni, di sapere governare e gestire solo i propri interessi.
Il clima che avvolge questo Paese non porta all uomo forte né a regimi anti-democratici. Non è questo il pericolo. IL vero rischio è lanarchia . IL crollo del sistema produce la fine delle istituzioni democratiche. Nessuno oggi può sapere chi, nel vuoto totale, potrà prevalere, né quali regole e principi prenderanno corpo.
A questo punto, in un qualsiasi altro Paese al mondo che si trovasse nelle stesse condizioni in cui si trova l Italia, prevarrebbe la difesa della democrazia e delle regole costituzionali. E in virtù di questo, tutte le forze politiche presenti in Parlamento, troverebbe la forza, per il bene del Paese, di avviare una grande riforma dello Stato e delle sua Istituzioni. In pochi mesi ci si potrebbe così presentare agli elettori con una nuova forma di Stato, con istituzioni snelle, moderne, efficienti, con un piano contro la corruzione, il malaffare, il clientelismo, i priveligi. E contro tutte le caste e le corporazioni che da oltre 50 anni impediscono al Paese di progredire e di stare al passo con lEuropa. Nuova forma di Stato, nuove Istituzioni democratiche, nuovi partiti. E … tutti a casa quanti finora hanno dato una pessima immagine del Paese e della sua democrazia. Riducendolo nelle attuali condizioni.
Se lItalia fosse un Paese serio, e se gli italiani tutti fossero persone responsabili, accadrebbe esattamente questo.
Ma in Italia, oggi, prevalgono i processi sommari in Tv, la rabbia delle piazza, la rissa .
Uno contro laltro armati. Questo non è ancora il momento della responsabilità.