La non ingerenza di papa Francesco
Un giornalista al seguito di Francesco chiede al Papa: “Qual è il suo pensiero, in particolare sulle adozioni?”
«Prima di tutto, non so come stanno le cose nel Parlamento italiano. Il Papa non si immischia nella politica italiana. Nella prima riunione che ho avuto coi vescovi italiani, a maggio del 2013, una delle cose che ho detto è stata: col governo italiano arrangiatevi voi, perché il Papa è per tutti e non può mettersi nella politica di un Paese. L’Italia non è il primo Paese che fa questo. Io penso ciò che la Chiesa ha sempre detto».
Credo sia molto positivo sentire il papa affermare di non volersi ‘immischiare’ nella tanto delicata vicenda dell’unioni civili, la cui proposta di legge sta lacerando il parlamento e i partiti, che si stanno esercitando in contrapposizioni dal sapore così antico.
Il Papa ha fatto quella chiara e netta affermazione, al ritorno dal suo viaggio in Messico, dove si è affermato ancora di più come un leader di livello mondiale, forse l’unica autorità mondiale.
Papa Francesco ha voluto, quasi improvvisando ma ribadendo una linea che caratterizza questo pontificato sin dal suo inizio, tirare fuori la chiesa, principalmente le gerarchie cattoliche, da vicende politiche di grande delicatezza. Lasciando chiaramente intendere che è davvero il caso di non
Immischiarsi nella contrapposizione politica sociale che sta avvelenando in questi giorni il parlamento italiano.
Del resto viviamo in un Paese come l’Italia che storicamente ha sempre amato alzare steccati e dividersi profondamente sui temi
della giustizia sociale e dei diritti civili. Tutti ricorderanno le ‘guerre di religione’ su divorzio e aborto che caratterizzarono la vita politica degli anni ’70.
Lo stile di Francesco si distingue sempre di più dalle gerarchie cattoliche italiane ( pochi giorni fa, il cardinale Bagnasco ha perfino suggerito il voto segreto al senato nella discussione della legge Cirinnà). Il Papa indica un percorso che nell’esatto opposto di quell’ ingerenza che caratterizza l’attività pubblica di alcuni cardinali.
Lo stile di Francesco prende ancora di più le distanze della destra cattolica italiana, che sembra voler portare il Paese cinquant’anni indietro. Una destra, politica e culturale, che è distante mille anni luce dai dettami dell’art.3 della nostra Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
I padri costituenti hanno chiaramente e inequivocabilmente indicato l’unico e solo comportamento che deve ispirare le scelte del legislatore italiano. Soprattutto in temi di diritti civili e giustizia sociale. Campi in cui l’Italia si distingue per una profonda arretratezza. Ben lontana dai modelli europei ed occidentali.