La maggioranza non provi a fermare la proposta di legge ‘Lazzati’ sul divieto di propaganda elettorale per i mafiosi. Qualcuno vuole ridimensionare la pena della decadenza degli eletti per mano di mafiosi
Ora che, dopo 15 anni, la ‘proposta di legge Lazzati’, promossa dal centro studi del magistrato della Corte di Cassazione, il calabrese Romano de Grazia, è stata finalmente incardinata alla Commissione Giustizia della Camera, relatrice Angela Napoli, il governo e la sua maggioranza non provino a frenare il suo cammino nè a svuotare i contenuti fondamentali che la caratterizzano. Se è vero come è vero, che la proposta ‘Lazzati, prevede per la prima volta nel nostro ordimamento il reato di propaganda elettorale da parte dei sorvegliati speciali. e quindi di soggetti pienamente inseriti nel mondo della criminalità mafiosa, è altrettanto vero che la pena che la suddetta proposta di legge prevede è la decadenza degli eletti con voti organizzati dalle associazioni criminali. Solo così potremo rompere quel devastante intreccio che lega la mafia ad una certa politica e le permette di controllare le istituzioni locali, le regioni e di eleggere anche parlamentari che rispondono e soddisfano le esigenze della mafia.
Mi par però di capire che qualcuno voglia mettere mano proprio su questa pena. Il che vanificherebbe la portata storica della ‘legge Lazzati’.
La proposta di di legge ‘Lazzati’ è stata presentata nelle scorse legislature dai diversi parlamentari di centro-sinistra (tra questi Laratta e altri 50 deputati, Jovine, Lumia e altri ancora, mentre nel centro-destra la sola Angela Napoli da anni conduce questa battaglia).