La famiglia fra speranze e paure.
Perchè la famiglia è in crisi? Perchè la coppia si rompe già nei primissimi anni di matrimonio e anche in età avanzata?
Se abbassiamo i toni della polemica faremo del bene e lasceremo più tranquillo il legislatore che deve decidere. Come, del resto, è accaduto in tutta Europa da tempo.
Perchè la famiglia è in crisi? Perchè la coppia si rompe già nei primissimi anni di matrimonio e anche in età avanzata? Sono veramente così pericolosi i Dico per la famiglia?
Nessuno di noi ha certezze davanti ad una crisi così forte della famiglia. Però alcune considerazioni soggettive si possono e si devono fare. O almeno tentare di farlo.
La famiglia, si dice, è in forte crisi da almeno un decennio. Non esattamente così. La famiglia, fino ad epoche non troppo lontane, era costretta a rimanere unita soprattutto dall’impossibilità della donna moglie-amante-madre di potersi ‘ribellare’. Il padre-padrone impediva qualsiasi via di fuga. Così pure le leggi allepoca vigenti dettate da una società fortemente chiusa. Nel Sud, soprattutto, il rischio di emarginazione sociale per la donna che lasciava il marito era fortissimo.
La famiglia, si dice ancora, è diventata più debole e più fragile perchè il mondo si è ‘aperto’ ed è cambiato radicalmente.
Questo è vero se ci si riferisce al mondo e alla cultura occidentali nell’epoca del consumismo e del benessere diffuso. In altre parti del mondo e in altre società, la famiglia è ancora costretta a rimanere unita anche quando non vi è più amore e nemmeno rispetto reciproco. La donna nella società occidentale moderna è divenuta più libera, più capace di fare libere scelte e di prendere
decisioni coraggiose, ha meno paura ed è più indipendente. In altre società la donna è ancora schiava e vittime di assurde violenze.
L’uomo, si sostiene ancora, è divenuto, nella nostra società, più debole, incapace di accettare e interpretare serenamente un nuovo ruolo, non ha più come in passato il potere di decidere per tutta la famiglia, è entrato in crisi di identità. Cè molto di vero in questo, ma non basta a motivare la crisi della famiglia
Il rapporto genitori-figli, si osserva ancora, è tra le cause della crisi della famiglia.
In effetti, il rapporto genitori-figli è veramente molto diverso rispetto al passato. I figli crescono molto più rapidamente, sono più autonomi, hanno un diverso e spesso contrastante stile di vita, hanno maggiori risorse a disposizione, entrano più facilmente in rottura con i genitori, ricevono tantissimi stimoli e messaggi dal mondo esterno che non sempre riescono a decodificarli. Paradossalmente, però, rimangono più a lungo in famiglia, si sposano o se ne vanno via da casa molto tardi, oltre i 30anni.
Un’altra causa dell’indebolimento della famiglia, è quello che molti sostengono, è lo stressante e caotico stile di vita che lascia poco tempo libero per sè e per i propri cari, costringe i genitori a vivere per molte ore lontani da casa, crea nevrosi e sensi di colpe, genera incertezza e paura.
Questo è vero fino in fondo: la famiglia moderna non ha più tempo per sé, non riesce a vivere insieme, è troppo spesso distante e separata. Ma la famiglia ha anche meno risorse finanziarie a disposizione. Teme per i propri figli. Non riesce più a programmare il proprio futuro.
In una famiglia così sconquassata, in piena crisi, troppo debole e oppressa, accadono troppo spesso i fatti più tragici. Fra le mura domestiche si consumano drammi spaventosi e si versa tanto sangue!
Famiglia spaventata, famiglia più debole, famiglia che si rompe presto e facilmente, perché tanto niente e nessuno riesce a tenerla unità con la forza (per fortuna!).
Davanti a questo quadro, è il concetto stesso di famiglia che cambia, si dilata e si contrae nello
stesso tempo.
Davanti a ciò il legislatore può e deve fare qualcosa: aiuti, incentivi, sostegni per far quadrare i conti delle famiglie italiane saranno annunciati nella Conferenza nazionale della Famiglia di fine maggio, promossa dal Ministro Rosy Bindi che ha molto chiaro il quadro degli interventi necessari e, giustamente, chiede a tutto il Governo di farne il primo dei problemi del Paese.
Nessuno, però, si illude che questo basti, pur essendo ormai indispensabile. Bisognerebbe, piuttosto, cambiare radicalmente il nostro modello di vita, i tempi e i ritmi della nostra società, lorganizzazione del sistema produttivo e del mondo del lavoro. Tentando così di mettere al centro della vita sociale la famiglia, facendola respirare, dandole maggiore tempo libero e più servizi a sostegno. Cè bisogno di ricavare più tempo libero da dedicare ai problemi, alle esigenze e ai piaceri della vita in famiglia.
Il tutto, come si potrà capire facilmente, è terribilmente difficile da realizzare, ma questo non significa che non ci possa provare.
Detto questo, ritorniamo alla domanda iniziale sui Dico, i diritti che una proposta di legge del Governo, prevede per chi convive.
Sono tante in Italia le coppie che convivono, tanti coloro che stanno insieme senza alcun obbligo. Prevedere diritti e doveri per queste coppie può e deve essere necessario. Lo Stato non può chiudere gli occhi davanti alla società che cambia, alla famiglia che si trasforma. Nei tempi e nei modi più opportuni, il legislatore deve intervenire. I Dico sono solo una delle diverse proposte di legge presentate in Parlamento. Sarà compito dei parlamentari analizzarle con serenità e, Dico o non Dico, trovare una sintesi per regolare le convivenze.
E’ appena il caso di dire che non si tratta di mettere in piedi nuovi istituti familiari o prevedere
matrimoni fra omosessuali (ma chi ne ha mai parlato? Nemmeno gli stessi gay, e a ragione, ci chiedono questo!). La famiglia è una e una soltanto, come del resto prevede la Costituzione italiana. Altra cosa sono le libere convivenze che, ripetiamo, vanno regolate per legge per evitare forme di anarchia che non appartengono ad un società civile.
Se abbassiamo i toni della polemica faremo del bene e lasceremo più tranquillo il legislatore che deve decidere. Come, del resto, è accaduto in tutta Europa da tempo.
Ma, come detto sopra, i problemi della famiglia sono ben altri. E sono drammaticamente gravi!