La crisi della Politica!
Ma cosa succede alle istituzioni democratiche? Perché oggi è così difficile governare? A queste due domande vorrei tentare di dare una risposta attraverso un breve e semplice ragionamento.
Intanto evidenziando quanto sta accadendo nel nostro Paese. Ma non solo nel nostro Paese. Sono in crisi, più o meno mascherata, i più importanti comuni, moltissime province, tante Regioni. Lelezione diretta dei sindaci e dei Presidenti non ha risolto il problema della stabilità e della governabilità. Ciò a conferma del fatto che non si governa grazie ad operazioni di ingegneria politica. Occorre ben più di una legge elettorale che ‘costringa’ alla stabilità. Accade, per fermarci in Calabria, che al comune e alla provincia di Crotone, così come al comune di Cosenza, a Vibo, Catanzaro, fino a Reggio Calabria le istituzioni locali facciano fatica, tanta fatica ad essere governate, nonostante i risultati elettorali piuttosto chiari e netti. Accade alla Regione Calabria che in 20 mesi ha consumato 3 giunte e tuttora non sembra decollare.
Dunque il problema non è la legge elettorale. Di cosa si tratta allora? Prima di tutto, e ne sono convinto, da come vengono formate le liste elettorali dei singoli partiti. Chiunque si può candidare, al di là delle sue idee, della sua coerenza, della sua attendibilità. Basta che abbia a disposizione un buon pacchetto di voti e il posto in lista è garantita. I partiti non si fanno scrupoli e pur di raggiungere il risultato elettorale mettono dentro chiunque. Che poi abbia avuto a che fare con la giustizia non è un problema! Così i consigli comunali, provinciali e regionali risultano del tutto ingestibili. Manca, infatti, il collante dellidea, del progetto, dellappartenenza. Manca la politica. Manca soprattutto quel tipo di politica che Paolo VI definì la più alta forma di carità, di servizio. Al posto della politica ci sono oggi gli interessi da garantire per sé e per i propri amici e clienti. Del resto, finita la politica, cancellato il bene comune, le istituzioni diventano strumento per raggiungere altri obiettivi.
La cosa più grave che sta accadendo è che gli interessi e gli obiettivi da raggiungere e garantire, spesso, troppo spesso, sono illeciti, immorali, illegittimi. Diversi eletti, ma ovviamente anche e soprattutto diversi amministratori, sono spesso coinvolti in vorticosi giri di affari, sono corrotti e corruttori, praticano un clientelismo sfacciato, garantiscono soprattutto parenti, amici e clienti.
Nessuno è in grado di fermare questo andazzo. Finita la politica, crollati gli ideali, cancellati i partiti tutto è possibile. Quando tornerò la Politica? Quando avremo nuove forme di partito?
La crisi, ovviamente, non si ferma ai livelli locali delle istituzioni. Attraversa in questi giorni anche il Parlamento nazionale e provoca la caduta del governo dopo meno di un anno dalla sua formazione. In questo caso la crisi è prima di tutto politica, linstabilità è provocata dalla frammentazione del sistema dei partiti, manca un grande partito che guidi il percorso politico e sostenga con determinazione e forza lazione del governo. Una crisi di governo senza sbocchi positivi causerebbe un grave danno al Paese e alla sua economia finalmente in ripresa.
La crisi della politica provoca la crisi della società. O viceversa. Fatto sta che è tutto il Paese che oggi è ammalato, quindi anche le sue Istituzioni. Il malcostume e la corruzione colpiscono un po tutti. Basti vedere lalto numero di indagati e sotto processo fra i consiglieri regionali della Calabria e addirittura nel Parlamento della Repubblica.
Come se ne esce da questo quadro così nero? Non è possibile dirlo. La speranza è che toccato il fondo si possa rapidamente risalire in superficie. Ma il fondo lo abbiamo veramente toccato?
Franco Laratta