La Calabria vista da New York
«Vorrei vedere una Calabria a misura di giovani, che premi il merito, che aiuti i ragazzi capaci, che sostenga le imprese innovative, che sappia valorizzare il meglio di questa terra. Non va bene che tanti giovani siano costretti ad emigrare».
L’architetto Giuseppe Samà a Manhattan è già conosciuto e stimato.
È un apprezzato architetto, benché piuttosto giovane, che alcuni anni fa ha lasciato la nostra terra per cercare fortuna a New York. È uno dei calabresi della nuova generazione che si può dire sia già sulla strada del successo, i suoi lavori sono molto apprezzati, già si aprono per lui nuovi importanti traguardi.
È tornato in questi giorni in Calabria per ritrovare i suoi cari, la sua famiglia, gli amici. Qui mantiene ancora rapporti di lavoro.
L’ho accompagnato per una passeggiata a Cosenza, dove ha potuto ammirare il ponte di Calatrava, di recente inaugurato, e discutendo ci siamo portati fino a corso Mazzini, un salotto d’arte tra i più belli d’Italia. Cosenza è deserta, ma si vedono un bel gruppo di turisti. Peccato che trovare un bar o un ristorante aperti sia un’impresa! Ma passeggiare in quasi solitudine in questo splendido salotto, non ha prezzo. Soprattutto perché è il modo migliore per chiacchierare con il giovane architetto “americano”.
«La Calabria è una terra spettacolare, in America se ne parla tantissimo, sono molti i calabresi che vivono negli Stati Uniti. Ma qui in Calabria si trova una bellezza artistica, paesaggistica e culturale come poche altre regioni al mondo. Peccato che nonostante le enormi potenzialità, non riesca a decollare. Incapacità di chi decide? La scarsa voglia di reagire dei calabresi? La mancanza di idee e di coraggio? Non lo so, forse un po’ tutte queste cose insieme, forse anche per i pochi investitori stranieri, ma anche per la mancanza di una strategia nazionale sul sud. Ma questa terra noi la dobbiamo aiutare e la dobbiamo sostenere, perché è la nostra terra e qui sono le nostre radici».
L’architetto Samà è una vecchia conoscenza di questo giornale, che lo sta seguendo sin dall’inizio della sua “avventura americana”, e lui non fa mai mancare le nuove idee e i sui progetti, le prospettive, la speranza di poter dare un contributo importante anche a nome di tutta la Calabria.
«Io so che ogni calabrese che parte mantiene sempre nel cuore la terra d’origine, siamo fatti così noi calabresi, e siamo anche spinti dalla voglia di far emergere la migliore Calabria quando viviamo all’estero, ed è per questo che noi diamo del nostro meglio davanti a quelli che ci guardano. Lo facciamo per amore della Calabria. Perché il nostro cuore rimane sempre nella nostra terra».
Finita la passeggiata ci lasciamo con una promessa che è già un impegno che l’architetto ha condiviso: «Ci vediamo a fine anno a New York!».