Mai era successo che unintera regione venisse fermata, letteralmente bloccata. Mai la preoccupazione si toccava con mano, chiara- evidente- visibile, e appariva lampante sul volto di migliaia di lavoratori che sono scesi per strada bloccando ogni mezzo di trasporto.
La Calabria, purtroppo, non è solo quella dei Forestali. Oggi abbiamo toccato il punto di maggiore crisi con il rischio della perdita di lavoro per 11 mila lavoratori e con il taglio di 160 milioni di euro con la Finanziaria 2005 che ministri e deputati calabresi del centrodestra hanno votato tranquillamente e senza alcuna preoccupazione per quanto poteva accadere- e sta già accadendo nel Mezzogiorno.
Due anni fa, quando ero ancora assessore provinciale al Mercato del Lavoro a Cosenza, organizzammo un Forum a Piano Lago sul tema Lavoro, sviluppo, occupazione in Calabria. Con il presidente Acri , con tutta la giunta ed il consiglio provinciale dell epoca, lanciammo un messaggio alla Regione e al Governo nazionale sulla situazione di gravissima crisi in cui versava il sistema economico e produttivo regionale. Al Forum parteciparono i sindacati, parte degli industriali, qualche parlamentare dellopposizione, le forze politiche di centro-sinistra, sindaci e amministratori locali. Nessuno dalla Regione, nessuno dal Governo nazionale.
Le vertenze sindacali aperte già due anni fa, la crisi dellindustria che si faceva evidente, leconomia calabrese che si avviava in piena fase di recessione, la mancanza di una seria politica di investimenti nel sud, una regione assente e indifferente ci spinsero a lanciare lallarme per quello che sarebbe accaduto in Calabria senza uninversione di rotta nella politica del governo e della regione. Non ci diedero ascolto, non hanno creduto al grido di allarme che la Provincia aveva lanciato a più riprese. I più teneri ci accusarono di interessi politici, altri di catastrofismo ingiustificato. IN due anni la situazione calabrese è effettivamente precipitata: le grandi industrie sono al tracollo, limpresa è in grave difficoltà, leconomia calabrese è asfittica, nessun investimento è stato realizzato, il costo del denaro è sempre altissimo, laccesso al credito sempre più complesso, la malavita controlla sempre più intere aree della Calabria. Sarebbe facile dire adesso Lavevamo detto.
Eppure la Provincia, il sindacato, le forze politiche responsabili lavevamo detto perché lo si leggeva da mille segnali negativi, da una tendenza preoccupante del mercato, dallassenza totale di programmazione e concertazione, dai mancati investimenti, dalle opere pubbliche ferme e mai avviate.
Non solo: oggi si taglia il posto a migliaia di forestali mentre centinaia di tessili sono in condizioni simili e altri comparti sono vicini al fallimento. IL Governo, giusto per aiutare la Calabria!, ha eliminato la politica degli incentivi e dei sostegni alle imprese che assumono, ha cancellato le agevolazioni per chi investe in Calabria, ha annullato il Reddito minimo per quella manciata di comuni in gravissime condizioni economiche e sociali. Tolto questo non ha aggiunto nulla di nuovo o di alternativo. Il risultato è la disperazione dei Forestali e di migliaia di altri lavoratori che non possiamo lasciare soli. E la preoccupazione della Calabria e dei calabresi per il futuro che si annuncia davvero drammatico.