lItalia sarà un Paese senza tasse
La rivoluzione fiscale di Silvio II
Ora sappiamo che, qualora il centro-destra dovesse vincere le elezioni del 9 aprile, lItalia sarà un Paese senza tasse. E certo, lo ha deciso Silvio ad Arcore la settimana scorsa nel corso di una cena con Fini, Bossi, Casini. Questi ultimi hanno alzato la mano senza commentare la decisione del capo. Casini domani frenerà, come al solito; ma poi approverà.
Un Paese senza tasse: Ma
è unidea geniale, ha esclamato Silvio nellammirarsi allo specchio subito dopo aver varato la Prima rivoluzione fiscale italiana. E si tratta davvero di unidea rivoluzionaria. Ben piu importante di quanto non abbiano fatto Einaudi, Fanfani, Vanoni,
Immaginate un Italia senza Ici, senza tasse sulle case. Ma immaginate anche tutte le altre cose che la Rivoluzione fiscale di Silvio II prevede per la prossima legislatura: labolizione della Guardia di Finanza, la cancellazione di tutti i debiti degli italiani con le banche, lestinzione di tutti i mutui per lacquisto della prima casa ( quelli che gli italiani hanno contratto dal
Fatta la rivoluzione, Silvio si interroga su alcune controindicazioni. Cioè: dove trovare le risorse. Semplice – gli risponde il fantasioso Tremonti – se il Paese non avrà piu tasse, è logico che non debba piu pagare stipendi ai dipendenti nè pensioni ai pensionati.
Geniale anche questo. E anche semplice da realizzare.
Un grande Paese, lItalia senza tasse e senza stipendi. E da qui il passo è breve. Sarà anche un Paese senza leggi e senza giudici, senza comuni (chiusi dopo 3 mesi dalleliminazione dellICI) senza Province né Regioni (Tanto sono tutti di sinistra, pare abbia sussurrato Silvio II fra sé e sé). Un Paese senza istituzioni, senza regole, senza limiti. Un regno del tutto è possibile, un principato della felicità.
Il 12 aprile, di primo mattino, il maggiordomo di Arcore sveglia Silvio II. Dormiva da 48 ore consecutive. Chiede subito di Umberto. Non cè, gli risponde il maggiordomo. Poi di Gianfranco, ma è partito l11 pomeriggio. Chiama Letta. Silenzio. Poi don Gianni. Idem. Nessuno, non cè nessuno ad Arcore, ma nemmeno a Roma. E neanche a Milano. La corte è scappata via nottetempo. Direzione sconosciuta.
Nessuno aveva avuto il coraggio di svegliare Silvio II e di raccontargli comè andata a finire.
Franco Laratta