Italiani tra il dire e il fare: vizi privati e modiche virtù.
Nonostante i chili di virtù e fango pro capite spalati nei bar e sui social network, le classifiche internazionali di pulizia non ci premiano: i nostri tuttologi, fustigatori, taumaturghi, allenatori in seconda scivolano di frequente sulle strade bituminose e virtuali battute ad ogni ora. Indici affilati, sentenze inappellabili, punizioni cruente e il fuggi fuggi generale quando è lora dellesempio e i conti (i propri) non tornano. Essere coerenti è uno sporco, duro mestiere che presuppone tanta onestà intellettuale.
Vittima delle sue contraddizioni, labitante dello Stivale chiede buona politica ma vota Berlusconi, e lo rivoterà anche dopo la condanna. Vuole un Pd di sinistra ma stravede per Renzi, e sogna i party di Briatore per sfoggiare la maglietta del Che con le Prada ai piedi. Diventa grillino per cambiare il mondo ma aspira ad una campagna elettorale no stop: più divertente del solito cinema e pizza al sabato sera.
Sindigna con gli evasori fiscali, compresi quelli che lo fanno per sopravvivere, ma tira le orecchie al proprio commercialista per non essere stato allaltezza degli altri furbi.
Critica le pensioni facili ma la mamma e lo zio sono da vent’anni felici invalidi civili (o validi incivili); mentre la zia, incapace a simulare sin dalle prime recite scolastiche, percepisce contributi agricoli come bracciante: dalle mani curatissime, estranee al callo da zappa, impugnata invece da schiavi esotici e locali al libro paghetta total black di caporali e superiori.
È un italiano che esige il merito in tutti i campi ma non disdegna un aiutino allesame o al concorso del figliolo, perché il dotto parente scalciato «non ruberebbe comunque il posto ad altri». Parola di mamma e papà.
Monta manfrine dinanzi ai saltafile ma se incassa la disponibilità del compare, conduttore di misero orticello, si rimangia tutta la filippica su corruttela e nepotismo, aiutandosi con un bicchiere dacqua perché scenda tutto più in fretta e non si lascino tracce, da addossare eventualmente al sistema.
Ama poi la natura ma per convincersi a separare lumido dal secco ricorre a sedute di psicoterapia con esiti modesti. Niente da fare invece per labusivismo: i mostruosi scheletri in cemento annacquato sorti in faglia residenziale, stabili come i bastoncini del Mikado caduti a ventaglio, sono marchio registrato di tipicità su cui nei giorni festivi veglia il santo protettore.
Commovente è il nostro connazionale quando minaccia crociate dal divano di casa contro la presunta invasione islamica e i colpi inferti alle radici cristiane. Peccato che due mani siano sufficienti per contare le sue partecipazioni alla Messa nellarco di una vita: stima al netto delle volte in cui ha atteso landate in pace sul sagrato molestando (nel migliore dei casi) il cellulare.
E se la fratellanza è impalpabile nella società e nella Chiesa, regge ancora tra massoni e parenti, purché tra questi ultimi non ci siano eredità da spartire.
La passione italica per la famiglia però non si discute. Molti ne mantengono una ufficiale, circondata da satelliti e altri corpi rosa, celesti, arcobaleno che ingrossano fino allandropausa il bilancio, già gravato da un fondo sollievo destinato a politici, religiosi, medici, sindacalisti, giornalisti, impiegati, scopini che rendono la vita più semplice.
Tutti però contrari alla prostituzione, carnale ed intellettuale: fenomeno, il primo, meno frequente dellaltro, ma che sfida le leggi delleconomia prosperando in assenza di domanda a giudicare dal diffuso proibizionismo invocato.
Sui temi della vita, la donna partorisce nel dolore, come da istruzioni. Quando ricorre a tecniche di inseminazione si trasforma in una gettoniera che accoglie monete a casaccio, senza analisi preliminari. Male che vada, due colpi ben assestati dai pochi che non obiettano, e la tartassata macchina espelle tutto. Coppie benestanti e con marito impressionabile rinunciano al cinico giochino e planano allestero. Restano tutti in Italia quando hanno un parente, magari anziano, in stato vegetativo o di minima coscienza, che inchiodano sulla Terra con tutte le loro forze fino a che pensione non li separi. Mensilità destinata in minima parte alla badante esteuropea, candidata unica a pulire il sedere dello sfortunato degente, in luogo del personale ospedaliero e dei familiari, sempre più impegnati, distratti, emotivi, allergici alle salviettine.
Vade retro leducazione sessuale e le pubblicità sullinnominabile preservativo. Moige, Aiart & co sono col telecomando puntato, pronti a sparare alla prima avvisaglia zozza. Avanti cavoli e cicogne per rendere più utili i progetti Pon nelle scuole. Lignoranza salva le apparenze e poco importa se non mette al riparo da gravidanze precoci, malattie sessualmente trasmissibili, e se sorvola sul rispetto tra i sessi e la ricchezza della diversità. La subcultura sessuofobica alimentata da una indispensabile dose di ciutìa ha fabbricato negli anni mostruosità: donne ree di scosciatura che se la sono cercata (la violenza) e gay, lesbiche liberi nelle porcherie ma a casa loro sono le perverse conclusioni a cui giungono tanti, troppi uomini (e donne) cresciuti con dogmi-patacca, clandestine sbirciate di giornaletti, e che oggi cenano con Youporn e pane.
Tra il dire e il fare cè di mezzo luomo, con tutto il bouquet di ipocrisia, egoismo, incoerenza, opportunismo
Oggi neppure un palco affollato come Facebook sul quale si è smentiti in tempo reale dissuade i millantatori e gli incontinenti verbali da pannolone a pontificare, dal ragù alla geopolitica, conferendo nella discarica virtuale balle di qualunquismo.
È scientifico: chi urla troppo è per autoconvincersi di qualcosa, chi urla a sproposito cade sulle proprie denunce.
A quel punto larcigno indice diventa retrattile e il rispetto delle regole indossa maglie più larghe.
Esigere un vivere civile con un solo esentato, se stesso, è lutopia del perfetto ipocrita, nonché il tracollo della saggezza. Quella che per Edmond Thiaudière si acquisisce quando si è severi con se stessi e indulgenti con gli altri.